
Una scena di "Justicia artificial" (2024) diretto da Simòn Casal
Il Bi e il Ba
La giustizia algoritmica in un film
"Justicia artificial" è un thriller distopico-cospirativo: si immagina un futuro in cui i cittadini (spagnoli in questo caso) sono chiamati a votare sull'introduzione di un sistema che consenta di fare a meno dei magistrati, sostituiti da algoritmi
Agli appassionati di fantascienza giudiziaria – un sottogenere che a rigore non è neppure detto che esista, il che rende la nostra passione particolarmente faticosa e frustrante – segnalo un film del regista spagnolo Simón Casal che s’intitola Justicia artificial. E' uscito a settembre dell’anno scorso ma era sfuggito al mio radar, così l’ho visto solo ieri sera. Racconta di un futuro molto prossimo – il 2028 – in cui gli spagnoli sono chiamati a votare un referendum sull’introduzione di un sistema di “giustizia algoritmica” che consente di fare a meno del lavoro dei magistrati, perlomeno come lo abbiamo conosciuto finora.
Il film segue la via non originalissima del thriller distopico-cospiratorio, e presto veniamo a sapere che la compagnia che ha sviluppato il software del nuovo rito informatico, basato sull’intelligenza artificiale, ha mire molto losche. I cattivi però possono avanzare un paio di argomenti inespugnabili: il loro metodo è più economico – dunque più democratico: possono permetterselo tutti – ed è soprattutto istantaneo. Appena il sessanta per cento dei casi sottoposti all’attenzione dei magistrati riescono ad avere un seguito giudiziario, dice uno dei promotori in un dibattito televisivo, e si prevede che in futuro saranno ancora meno; pertanto bisogna concludere, drasticamente, che “la giustizia umana non è un’opzione realistica”. Justicia artificial parla della Spagna, ma quella deduzione perentoria si applica assai meglio all’Italia. È evidente infatti che combinando alcuni fattori – il numero dei magistrati (che non è aumentabile oltre una certa soglia), la moltiplicazione dei reati, l’obbligatorietà dell’azione penale che impone di perseguirli tutti – i conti non torneranno mai. A meno di voler pensare che la Costituzione più bella del mondo avesse previsto, nel 1948, anche l’avvento del giudice robot, l’unico a potersi sobbarcare le conseguenze del principio di obbligatorietà. Forse la fantascienza giudiziaria non esiste; ma se esiste, l’articolo 112 della nostra Carta è il suo capolavoro.

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