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il bi e il ba

Da QAnon ai woke, la matrice gnostica delle guerre culturali americane

Guido Vitiello

L’idea ellenistica del mondo come inganno da smascherare per essere iniziati alla verità: non è solo la trama di "Matrix", ma anche la chiave di lettura degli estremismi di destra e sinistra in America. Lo aveva capito Harold Bloom

Tra le “Visioni profetiche” di Harold Bloom ce n’era una veramente profetica: “Viviamo, oggi più che mai, in un’America dove un gran numero di individui è gnostico senza saperlo”. Il libro di Bloom arrivò in Italia nel 1999, l’anno in cui il film “Matrix” dei fratelli Wachowski riversava le oscure dottrine eretiche dei primi secoli cristiani nel mainstream della cultura pop – e tra le due cose si può stabilire un legame. Scriveva Bloom che negli Stati Uniti ci sono gnostici inconsapevoli di destra e gnostici ignari di sinistra. Lì per lì l’idea mi lasciò perplesso – le declinazioni politiche della categoria di gnosticismo sono da decenni un’esasperante fiera dell’aleatorietà, e Bloom oltretutto illustrava la sua intuizione con esempi un po’ lambiccati – ma col senno di poi devo riconoscergli che aveva avuto la vista lunga. Proviamo ad applicare il suo schema dello gnosticismo bipartitico a una sola delle molte teste di quella che l’apologista Ireneo chiamò l’idra gnostica: l’idea che il mondo sia un grande inganno allestito da un funesto demiurgo, e che l’iniziato possa smascherarlo attraverso una conoscenza liberatrice, che lo illumina sulla vera natura della realtà. 

Una ricerca del Public Religion Research Institute e dell’Interfaith Youth Core divulgata pochi giorni fa ha rivelato che il 15 per cento degli americani aderisce alle teorie di QAnon, crede cioè che il governo, i media e la finanza statunitense siano controllati da un gruppo di pedofili adoratori di Satana che gestiscono un traffico mondiale di bambini. Sono più di trenta milioni di americani (e un numero molto più grande non esclude che in quelle farneticazioni ci sia del vero). “Se fosse una religione”, ha detto al New York Times il fondatore del PRRI Robby Jones, “equivarrebbe a tutti i protestanti evangelici bianchi, o a tutti i protestanti bianchi tradizionali”. Tra i seguaci del culto complottista i protestanti di varie denominazioni fanno la parte del leone (ma ci sono pure cattolici, atei, non cristiani), e in effetti c’è un’aria di famiglia tra la profezia centrale di QAnon – la Tempesta scatenata da Trump e dai militari che spazzerà via le élite luciferine – e le ossessioni millenaristiche del protestantesimo americano. Ma non si aderisce a QAnon per via di una conversione tradizionale, piuttosto per un’illuminazione gnostica, che la alt-right in questi anni ha reso popolare attraverso la metafora della “red pill”, attinta appunto a una scena di “Matrix”: scegliendo la pillola rossa, l’eroe della saga fantascientifica Neo abbandona la simulazione informatica che aveva scambiato fino a quel momento per la realtà e ha accesso alla vera conoscenza; allo stesso modo, l’iniziato di QAnon esce dall’allucinazione consensuale indotta dai media mainstream e ottiene la rivelazione sulle potenze che governano l’America e il mondo. Sono gli gnostici inconsapevoli di destra profetizzati da Bloom.

A sinistra le cose sono un po’ più complicate. Il giovane regista americano Travis Brown sta per lanciare una serie documentaria in sette puntate, “The Woke Reformation”, che fin dal titolo annuncia di voler descrivere il mondo dei Social Justice Warriors come un culto religioso. Brown, educato in una setta cristiana, ha percepito una inquietante affinità tra l’ideologia della sinistra universitaria più radicale e il fanatismo della propria formazione. Non a caso ha presentato la sua impresa affiancato da due atei militanti: il filosofo Peter Boghossian, autore di “A Manual for Creating Atheists”, secondo cui i seguaci del culto woke vanno “deprogrammati” esattamente come i membri di una setta; e il britannico Douglas Murray, autore del pamphlet “La pazzia delle folle”. Il termine woke è uno dei più controversi degli ultimi anni, e se a un primo livello un po’ neutro lo si può tradurre come “consapevole delle ingiustizie sociali”, quando lo si guarda da vicino ha tutti i tratti di un “risveglio” religioso o metafisico: nella fattispecie, è l’illuminazione su quella “Matrix of domination” – capitalismo, razzismo sistemico, patriarcato – di cui parlano i teorici dell’intersezionalità.

L’ideologia woke, a differenza dei deliri di QAnon, ha ancora un debole appiglio con la razionalità e la realtà, ma è da anni che alcuni ne parlano come di una pseudo-religione. Nel 2018 Helen Pluckrose, James Lindsay e il già citato Peter Boghossian – i tre autori della beffa dei paper assurdi proposti ad alcune prestigiose riviste accademiche postmoderniste – presero di petto la questione (il loro dibattito alla Portland State University, “Is Intersectionality a Religion?”, si può vedere su YouTube). Una volta aperti gli occhi sulla natura della società come matrice di oppressioni visibili e invisibili, gli adepti di questo culto vittimologico scopriranno, a seconda della loro posizione nella gerarchia diabolica delle dominazioni, la verità su di sé: per i maschi bianchi eterosessuali sarà la rivelazione del peccato originale del “privilegio”; ma quanto più un individuo interseca gli attributi vittimari, in quanto membro di diverse minoranze oppresse, tanto più potrà accedere a una visione integrale della realtà, alla cui luce, come dopo un’illuminazione religiosa, anche le più minute interazioni della vita quotidiana avranno un significato nuovo. Sono gli gnostici ignari di sinistra. 

Nessuno può dire che forma prenderanno nei prossimi anni questi due gnosticismi rivali che si avviano a occupare il centro della scena delle guerre culturali americane. In mancanza di un Bloom che possa fornire visioni profetiche, possiamo fermarci alla sintesi umoristica data l’anno scorso dallo scrittore Tim Urban: “E’ buffo, woke e red-pilled sono la stessa identica parola, ma le persone woke odiano le persone red-pilled e i red-pilled odiano i woke. Uno penserebbe che due gruppi con accesso alla completa verità debbano essere amici!”.