il bi e il ba

Conte come Allende. Il melodramma della sinistra

Guido Vitiello

L'esperimento di giustizia sociale stroncato nel sangue dagli emissari dell'Impero. Un canovaccio noto, utile in apparenza a rimarginare le ferite mentre non fa che tenerle sanguinanti

La macchina mitologica si è rimessa in moto. Il telaio, sebbene arrugginito, è lo stesso di sempre, quello che una parte della sinistra impiega almeno dagli anni Settanta per darsi conto dei rammarichi più cocenti: l’esperimento di Unidad Popular stroncato nel sangue dal golpe di Pinochet. “Hanno voluto fermare questa sperimentazione per riavvolgere il nastro, riproporre alcuni dogmi”, si legge nel comunicato con cui Sinistra italiana annuncia il suo no a Draghi. Il lettore riconoscerà un canovaccio melodrammatico noto, utile in apparenza a rimarginare le ferite quando non fa che tenerle sanguinanti.

   

C’era al governo un uomo probo, compassionevole, amato dal popolo – il Conte del tavolinetto francescano davanti a Palazzo Chigi, il Conte del milione di like, il Conte che se ne va tra gli applausi commossi dei dipendenti. Il suo esperimento, pur con molti limiti, andava nella direzione della giustizia sociale e del riscatto degli ultimi. Ma il nostro Allende minore aveva toccato interessi troppo forti, era entrato in un gioco più grande di lui. Questo i potenti del mondo non potevano permetterlo. Così, per uccidere il sogno, l’Impero ha mandato un suo gelido satrapo. Questa, in breve, la macchina mitologica. Stavolta, però, per azionarla hanno dovuto raccattare tra le macerie del Conte bis i più improbabili pezzi meccanici, e mettere al volante Rocco Casalino.

  

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