L'Italy-China financial Forum 2019 a palazzo Marino (foto LaPresse)

La finanza e la seta

Mariarosaria Marchesano

Il Financial Forum Italia-Cina a Milano. E’ l’ora degli accordi sul mercato dei capitali

Quando Londra ha spostato il suo asse economico-finanziario verso il sud-est asiatico è poi arrivata la Brexit. Chissà cosa succederà all’Italia che, dopo essersi incamminata, senza una precisa o trasparente visione strategica sulla Via della Seta, sta cementando le sue relazioni con la Cina con accordi bilaterali che coinvolgono anche i rispettivi mercati dei capitali. Di fronte alla seconda economia del mondo, nella capitale economica d’Italia e nel mondo degli affari milanese intanto prevale il pragmatismo.

 

Ieri mattina Palazzo Marino ha ospitato in pompa magna il primo Financial Forum Italia-Cina. Presente una folta delegazione del governo di Pechino rappresentata dal ministro delle Finanze della Repubblica popolare, Liu Kun. Oltre ai temi di dibattito, il forum è stato occasione per sottoscrivere alcune intese tra istituzioni finanziarie italiane e il paese asiatico. L’Italia era rappresentata ad alto livello, col ministro dell’Economia, Giovanni Tria, e l’ad di Cdp, Fabrizio Palermo. Quest’ultimo ha confermato che la Cassa punta a svolgere un ruolo di primo piano e che sta per lanciare i Panda Bond, emissioni obbligazionarie in renmimbi, che finanzieranno le piccole e medie imprese in Cina. Per contro, i vertici delle tre maggiori banche del paese asiatico, Bank of China, Industrial Bank of China e la China Construction Bank hanno detto di essere a caccia di progetti e imprese italiane da sostenere per dar vita a nuove partnership societarie sull’esempio di Pirelli-ChemChina. Insomma, è in atto un salto di qualità: da relazioni economiche e commerciali si passa all’interscambio sui mercati finanziari. Non è un caso che al forum, ospitato nella sala Alessi del comune, abbia partecipato il mondo bancario italiano con i suoi pesi massimi: Fabrizio Saccomanni, presidente di Unicredit, e Gianmaria Gros Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo.

 

Unicredit si è praticamente candidata a diventare un canale per i progetti per la Via della Seta e Intesa ha annunciato di aver costituito una società che si chiama Yi Tsai, “talento italiano”, per cominciare a operare come distributore di prodotti di investimento simili a quelli che la banca distribuisce in Italia. C’è però un ostacolo da superare: la diversità dei sistemi normativi che regolano le transazioni nei settori finanziari e nella vigilanza. L’armonizzazione non è scontata e forse è per questo che i Panda Bond stanno impiegando più tempo del previsto. Intanto, si è fatta notare l’assenza del presidente della Consob, Paolo Savona, dal quale era atteso qualche spunto di riflessione sui temi sul tavolo. Al suo posto è intervenuto il vicedirettore, Giuseppe D’Agostino.

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