A2A, Multiutility del Nord

Daniele Bonecchi

Mentre la politica va a rilento sulle strategie, il colosso pensa in grande e coinvolge tutti

Cantiere aperto per le utilityes lombarde, alcune delle quali producono soldi e servizi di qualità. Con un’eccellenza: A2A. Mentre Attilio Fontana, il nuovo governatore, è alle prese, da un lato, con una complicata gestione del sistema della mobilità – affidato in un primo tempo da Roberto Maroni alle cure di Anas e Fs – dal futuro incerto e approdato su un tavolo apparecchiato da un coriaceo Renato Mazzoncini, dall’altra Fontana avrebbe deciso di guardare dentro il labirinto delle aziende targate Regione Lombardia. Sotto la lente d’ingrandimento sono finite infatti le imprese (molte delle quali chiacchierate) come Finlombarda, Infrastrutture Lombarde, Lombardia Informatica, Explora. Il 23 aprile scorso Fontana ha deciso di accendere un faro sui bilanci di queste aziende anche per capire quale utilità possono avere per l’economia lombarda. Ma il governatore vuole capire anche quale futuro può avere un’azienda come Trenord, contestata dai pendolari ma essenziale per la mobilità. E così si parla, tra l’altro, di un cambio ai vertici di piazza Cadorna che, negli ultimi anni, non ha certo brillato per efficienza. In soldoni, uno stop ai progetti di Maroni e un supplemento d’indagine per le aziende governate dalla Regione.

 

Tra le utilities lombarde ce n’è una però che ha ripreso a correre, tra Brescia e Milano: è A2A. Utile netto in forte crescita (+26%) attestato a 293 milioni di euro (232 milioni nel 2016) e ricavi che sfondano i 6 miliardi. E rilancia sulla energia elettrica da fonte rinnovabile. “Investiremo mezzo miliardo nelle rinnovabili”, ha detto l’ad, Valerio Camerano, presentando il nuovo piano industriale al 2022. Puntiamo a “crescere di 170 megawatt, tra acquisizioni e sviluppo. A2A partecipa a pieno titolo alla transizione energetica”, ha aggiunto. Col nuovo Piano industriale, A2A prevede di “posare altri 2.000 chilometri di fibra nelle nostre città chiave”. Gli azionisti di maggioranza, Comune di Brescia e Comune di Milano, promuovono la gestione e i risultati 2017, di cui detengono congiuntamente il 50% del capitale, staccando una cedola, per ciascun municipio, da 45,2 milioni di euro. In questi ultimi anni il colosso energetico lombardo ha lavorato ad un progetto destinato a far crescere il peso specifico delle imprese che operano in Lombardia: la Multiutility del Nord. “Quattro anni fa siamo arrivati in A2A e abbiamo messo a punto il progetto “multiutility dei territori”, spiega Giovanni Valotti, presidente di A2A. “L’idea di fondo è che l’azienda leader di mercato, A2A, non ha acquisito le aziende esistenti, diventando ancora più grande, ma ha lavorato per diventare il partner industriale in grado di offrire alle aziende del territorio la forza finanziaria, le competenze, la capacità innovativa anche in campo digitale e tecnologica per crescere”. E infatti i cda di Acsm-Agam spa, Aspem spa, Aevv spa, Aevv Energie srl, Lario Reti Holding spa, Acel Service srl, Lario Reti Gas srl, hanno approvato il progetto di partnership industriale e societaria da tempo allo studio.

 

E’ nato così il “Progetto di Aggregazione Multiutility del Nord”, che coinvolge le maggiori realtà della Lombardia. Ne fanno parte (tutte società a capitale prevalentemente pubblico), accanto ad A2A, tra le altre, Acsm-Agam multiutility nata dalla fusione delle ex municipalizzate di Como e Monza, oggi attiva anche nelle province di Venezia ed Udine tramite società del proprio gruppo. Aspem è attiva nella provincia di Varese, mentre Aevv opera nel territorio di Sondrio, mentre Lario Reti Gas copre la provincia di Como. “Per le imprese il vantaggio di fondo è che, grazie a questa intesa, possono restare competitive, crescere mantenendo la loro identità e valorizzando la tradizione delle aziende locali facendole diventare player competitivi”. In concreto le piccole possono godere delle qualità di un colosso come A2A, “siamo la benzina per far marciare le imprese più piccole”, dice Valotti. Anche perché, per reggere il mercato oggi servono almeno un milione di utenti. “Per i cittadini, con la crescita di investimenti e infrastrutture, c’è la possibilità concreta di portare nei territori quei servizi innovativi che da sole le piccole aziende non sarebbero in gradi di sviluppare. Con questa operazione miglioriamo anche la solidità delle imprese del territorio e questo si traduce in un aumento dei dividendi che vanno ai soci pubblici”. Giusto per capire: A2A in 5 anni ha conferito al Comune di Milano una cifra importante, passando da 12 a 45 milioni di euro di utili. Insomma A2A non è più solo l’azienda (quotata in Borsa) che ha portato il teleriscaldamento nelle grandi metropoli, da Brescia a Milano, è diventata un forte aggregatore. Fondamentale il rapporto con le amministrazioni locali. “Una delle tante buone ragioni dei risultati di A2A negli ultimi anni è il rapporto corretto con le istituzioni pubbliche”. E naturalmente a ciascuno il suo: i soci danno l’indirizzo, la società gestisce in autonomia. “Con Regione Lombardia ma anche con la Regione Friuli e le altre realtà con le quali lavoriamo abbiamo sempre avuto un rapporto dialettico, franco e aperto, basato sulla trasparenza. D’altra parte c’è sempre stata una interlocuzione positiva con Regione Lombardia, con la quale ci intersechiamo per mille dossier. Abbiamo sempre trovato disponibilità all’ascolto. Partendo dall’idea che condividiamo l’interesse comune per i cittadini”, conclude Valotti. Così il progetto della Multiutility del Nord, entro l’estate, sarà completato. Un modello esportabile, perché non è fondato sulla colonizzazione ma su una forte collaborazione industriale.

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