Stefano Bolognini (foto LaPresse)

Bolognini, il leghista sorridente tra piani-casa e sogni di governo

Fabio Massa

Intervista all'assessore alle Politiche sociali della Lombardia. "Le politiche della povertà e dell’abitare vanno pensate in modo integrato"

Stefano Bolognini sorride spesso nelle fotografie che pubblica su Facebook. Del resto, il suo profilo è quasi esclusivamente dedicato alla vita privata. Che però con la politica si intreccia eccome. Sorride (o urla, in esultanza “composta”) allo stadio, ultratifoso della Dea di Bergamo. Al suo fianco, sempre, Daniele Belotti, ex assessore regionale e attuale onorevole chiamato “Mr. 57 per cento”. Ovvero la percentuale bulgara che ha preso nel collegio di Albino. Sorride in spiaggia, nello stesso bagno di Matteo Salvini. Sorride con Fedriga, neo governatore del Friuli. Ma diventa serio quando si parla di politiche sociali e politiche abitative. Ovvero le sue deleghe, in giunta regionale lombarda. Tradotto: case popolari e povertà. “Se ci pensiamo, è normale che gestirle in modo unitario – spiega Stefano Bolognini al Foglio – Il presidente Fontana pensa, e pure io, che le politiche della povertà e dell’abitare si debbano pensare in modo integrato. Perché sempre la problematica della casa è inserita in questioni legate al reddito. Se abbiamo una visione coerente del problema dell’abitare e della povertà forse riusciamo ad agire in modo più incisivo”.

 

Poi c’è l’altra delega, quella alla disabilità: “Su questo pensiamo che molti dei futuri interventi di housing debbano essere destinati a chi ha problemi di disabilità, oltre che economici. E’ una sfida rilevante e strategica”. Il futuro parte dalla lotta alle povertà e dalle periferie? “Sì, basta guardare l’intervento in Lorenteggio, o alle Case bianche di via Salomone: non c’è solo l’aspetto edilizio, c’è la rigenerazione urbana e sociale”. Sulle periferie però la Lega ha sempre bastonato duro Beppe Sala. Il discorso di rigenerazione urbana e sociale impatta fortemente su Milano perché Milano è il posto dove il degrado delle case popolari è più evidente. E’ una bella sfida, perché molti interventi sono in capo al Comune, ma la rigenerazione deve essere realizzata con noi. E noi ci siamo. Però dobbiamo partire da un dato di realtà: le periferie sono abbandonate e sempre più insicure. Dobbiamo intervenire con la prefettura e la questura per migliorare la sicurezza nei quartieri. Il sindaco, e non il governatore, è l’autorità di pubblica sicurezza: per questo la nostra pressione, discreta ed educata, sarà costante. Poiché la sicurezza è una priorità”. Tuttavia è certo che Aler Milano è di Regione Lombardia. “Bisogna continuare con Aler il processo di risanamento che ha cominciato la precedente giunta. Da una parte dobbiamo far rientrare il forte indebitamento e dall'altro procedere a manutenzioni e sgomberi. Devo dire che il presidente di Aler Angelo Sala e tutti i dirigenti di Aler hanno il mio pieno appoggio. Da parte mia penso che Regione debba trovare ulteriori risorse perché Aler possa risponde al meglio alle tantissime necessità dei cittadini. Dobbiamo intervenire perché Aler abbia le risorse necessarie per fare quel che deve fare. Basti pensare alla morosità: nel 2016 era di 51 milioni, nel 2017 di 38 milioni. Tanto per cominciare abbiamo iniziato a stanziare, settimana prossima, ulteriori 18 milioni per la ristrutturazione di alloggi non assegnabili, a oggi”.

 

Dall’altra parte ci vorrebbe un interlocutore statale. E magari un governo. Bolognini, molto amico di Salvini, si sbilancia: “Io penso che il presidente Mattarella non abbia intenzione di dare l’incarico a Matteo Salvini, in barba a quello che i cittadini hanno indicato. Da là bisogna partire. Che cosa hanno scelto i cittadini? Salvini. Mattarella ha provato addirittura di recuperare il Pd, che ha perso. O si passa dal centrodestra, o si torna a rivotare. Le elezioni in Molise e Friuli che hanno dato ulteriore consenso alla Lega lo dimostrano”. Quindi? “Ho poche speranze: non vedo Mattarella disponibile a dare spazio a Salvini premier”. Ma lui è tranquillo? “Determinato, direi. Il consenso dalla gente comune e internazionale lo legittimano più di tanti discorsi di bottega romani. C’è una situazione assurda dove una legge elettorale folle  voluta da parte del Pd sta impedendo a una persona che continua a crescere di governare il paese“. L’asse con Berlusconi è solido? “Il modello è la Lombardia. Assolutamente solido: del resto governiamo in Molise, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Liguria, Veneto: non è che possiamo buttare all’aria l’alleanza con Forza Italia e Fratelli d’Italia”. 

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