"Giamma" Senna, il leghista dell'Isola del nuovo corso salviniano che si annoiava col Dio Po

Cristina Giudici

Fazzoletto verde mai, e poca vita di sezione, ma spiega che il clima è cambiato. “Il nuovo corso della Lega, ci porterà moltissimi vot"

Si definisce un guerriero e un milanese metropolitano, il leghista dell’Isola, scelto dal segretario federale e amico fraterno Matteo Salvini per trainare la lista della Lega in Consiglio regionale. Un leghista “anomalo”, dicono i suoi amici, tanti fuori dal cerchio di stretta osservanza leghista. Gianmarco Senna, 47 anni, con quel cognome evocativo, anche lui è sempre in pista. All’ampolla del Dio Po preferiva l’Harley Davidson con sella pitonata, ci dice scherzando in uno dei suoi molti ristoranti, il Ghe Sem, all’Isola, cucina fusion e molti ravioli cinesi dim sum. Fazzoletto verde mai, e poca vita di sezione, ma spiega che il clima è cambiato. “Il nuovo corso della Lega, ci porterà moltissimi voti anche a Milano perché le corna e gli elmetti sono scomparsi e ragioniamo con tutti in una città dove fare impresa e crearsi un lavoro è normale, eppure è sempre più difficile”.

 

Adrenalinico, pop, ruspante. Vive sopra il Blu Note all’Isola, meta di artisti, radical chic e bohémienne, con la sua compagna, una giovane ecuadoregna. E mostra il video in cui a un mercato rionale spiega a un senegalese perché deve votare la Lega. “Guarda che mi conoscono anche in Senegal”, esclama prima di dargli un volantino e ricordargli le città che ha visitato. Commerciante e giramondo, prima di diventare imprenditore è stato un po’ ovunque, in Australia faceva il barman e imparava le regole del gioco. Nato e cresciuto a San Siro, ha appena incontrato un gruppo di giovani ristoratori cinesi e osserva, pragmatico. “Gli immigrati regolari in Lombardia sono il 20%, ci dobbiamo fare i conti. Fanno impresa anche loro”. “Giamma”, gilè di lana, jeans, e tatuaggio sul collo, ragiona come un imprenditore che ha diversi ristoranti, uno in via Vincenzo Monti, mica in Brianza: tasse alte e costo del lavoro. Ma il leghista dell’Isola è il volto del nuovo corso leghista. Milanista, ha aperto la sua campagna al Jazz Cafè di Corso Sempione, che era uno storico ritrovo dei giovani socialisti della Milano da bere. Locale di cui è socio onorario, visto che ci va da vent’anni. Nel suo comitato elettorale di leghista doc ha solo il coordinatore, Andrea Martignano, bocconiano con la passione per la meditazione trascendentale. La sua addetta stampa, Elisa Scarano, è stata segretario nazionale dei giovani nei Verdi, il mondano Pietro Scialpi è socialista, Barbara Ciabò viene dal centrodestra ed è stata consigliera comunale di An. La sua rete è trasversale, da Diego Fusaro, con la fissa dell’identità, ad Andrea Zoppolato, co-fondatore di Milano città Stato. “Inclusivo” lo definiscono i suoi, persino troppo. Il suo motto #Daldirealfare è quello dell’associazione culturale che ha fondato e ora sta pensando di aprire anche a un giornale: si chiamerà L’irragionevole. Un suo amico, non di stretta osservanza leghista, dice di lui: “E’ stato in Tibet per molti anni sotto il governo cinese di Bossi, ora è arrivato il suo momento”.

Cristina Giudici

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