Le case popolari in attesa di restauro di via Bollai, a Milano (Ansa)Ansa

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Tutti i numeri reali delle case popolari a Milano e in regione

Giovanni Seu

Tra abusivismo, case sfiitte e necessità, sono diverse le criticità che il Comune e l'azienda lombarda si trovano ad affrontare da decenni. Erp, Aler, Mm: breve punto su cosa significa “edilizia popolare”

Breve punto oggettivo su cosa significa in città “edilizia popolare”. E’ la casa per circa 90 mila persone, escludendo gli abusivi che non sono pochi, che rappresentano il 7 per cento dei milanesi: non poco ma neppure tanto, se si pensa a città come Vienna dove il 60 per cento della popolazione vive in alloggi sociali, peraltro di alta qualità. Due soggetti gestiscono un patrimonio immobiliare sparso a pelle di leopardo a Milano: il Comune, titolare dell’Erp (Edilizia residenziale pubblica) gestita da Mm e la Regione Lombardia che dirige l’Aler. L’offerta abitativa è organizzata in Sap (Servizi abitativi pubblici, quelle che chiamiamo case popolari), Sas (Servizi abitativi sociali destinati a particolari esigenze sociali) e i Sat (Servizi abitativi temporanei): complessivamente le unità abitative dell’Erp sono poco più di 27 mila mentre quelle dell’Aler sono oltre 34 mila. E’ interessante osservare la composizione dei nuclei familiari: le 21.544 famiglie che risiedono negli alloggi Erp sono 10.400 mononucleari, 5.455 con due unità, 2.738 con tre e le altre con 4 o più. Mentre le 24.438 famiglie che vivono nelle case Aler sono 10.971 con un solo componente, 6.892 con due, 3.106 con tre e le altre con almeno 4. 

 

Sono diverse le criticità che Comune e Aler si trovano ad affrontare da decenni. L’incapacità di esprimere in pieno il potenziale abitativo è diventata di recente oggetto di confronto politico, con Comune e Regione che si rinfacciano le responsabilità. La Regione ne ha 15 mila in tutta la Lombardia, di questi oltre 7 mila si trovano a Milano: 3.021 sono occupati abusivamente, 3.466 sono in ristrutturazione, 334 sono inseriti in bandi di assegnazione, 142 in corso di perfezionamento e 334 inseriti in un piano vendita. Il Comune, da parte sua, ha 5.268 appartamenti sfitti così ripartiti: circa 3.200 abbisognano di lavori, 316 sono destinati ad altri progetti di welfare, 243 manifestano problemi di agibilità, circa 450 sono da riassegnare. Una gran massa di sfitti in tutta la regione (45 mila secondo le indicazioni dell’assessore Franco  sono invece in capo ai singoli comuni. Tra Erp e Aler sono quindi oltre 12 mila gli alloggi che in questo momento, per varie ragioni, non possono essere assegnati in città. 

 

Una cifra che rende ancora più amara la situazione di coloro che sono in lista d’attesa: nell’ultimo avviso le domande complessive erano circa 17 mila ma le case assegnabili sono circa un migliaio all’anno. Un altro problema annoso riguarda l’abusivismo, spesso gestito dalla malavita. La situazione più grave è nell’Aler in cui, come visto, ben 3 mila alloggi sono occupati in modo irregolare. Il Comune, invece, ha avviato una politica che ha consentito di abbattere il fenomeno del 70 per cento negli ultimi 9 anni, passando dai 1,740 appartamenti occupati del 2014 ai 567 di oggi. E’ da considerare che, se si sommano gli inquilini abusivi a quelli regolari, la popolazione totale delle case popolari va ben oltre le 100 mila unità.