Anna Scavuzzo

Granmilano

Scuola con le spine. Tutti i poteri, le grane e i nemici dell'assessora Scavuzzo

Giovanni Seu

Sono parecchie le vicende scolastiche milanesi a essere finite in luoghi non proprio istituzionali come le piazze o le aule di tribunale. Un'opportunità da non perdere per rinnovare il sistema è offerta dai fondi del Pnrr

Occuparsi di pubblica istruzione è spesso un compito ingrato, come dimostrano i vari ministri passati alla storia più per le contestazioni ricevute e qualche gaffe che per le riforme varate. Se guardiamo a non poche vicende scolastiche degli ultimi mesi, finite con l’essere affrontate in luoghi non proprio istituzionali come le piazze o le aule di un tribunale, anche il comune di Milano rischia di finire nella galleria dei ricordi negativi. Sala ha affidato al vicesindaco Anna Scavuzzo l’Istruzione e l’Edilizia scolastica, deleghe che negli ultimi tre mandati sono state assegnate a due assessorati distinti, fatta eccezione il breve periodo di Laura Galimberti. Più poteri e maggiori responsabilità necessari per perseguire le politiche dell’istruzione, come spiega al Foglio l’assessore: “Abbiamo un patrimonio significativo di oltre 550 plessi, una buona parte si trova all’interno delle mura spagnole e sono i più problematici perché datati e spesso sottoposti a vincoli che non ci consentono di adeguarli alle esigenze delle scuole moderne. Più agevole è intervenire in quelli periferici, di solito più piccoli e di recente edificazione”.

 

L’altro grande impegno ha radici più recenti, riguarda la trasformazione abitativa e urbanistica della città che ha reso superata l’organizzazione scolastica per cui ci sono istituti che ogni anno perdono iscritti e altri che non riescono a rispondere alla domanda crescente: “Il volto della città è diverso da quello di soli 15 anni fa – ragiona la vicesindaca –, ci troviamo a dovere rimodellare la rete scolastica in funzione di nuove esigenze che cambiano velocemente. Faccio l’esempio dei nidi e materne dove abbiamo 28 mila bambini da 0 a 6 anni: l’offerta è alta, nessuno è in lista d’attesa ma non basta, ci vuole maggiore elasticità, dobbiamo essere in grado di mettere a disposizione più spazi”. 

 

Questa geografia che cambia così rapidamente è all’origine delle difficoltà che Palazzo Marino sta vivendo: la scelta di chiudere nidi, come quello di via della Spiga, o la scuola per ciechi di via Vivaio ha suscitato scontri violentissimi con i genitori che hanno portato, in quest’ultimo caso, ad una guerra di ricorsi amministrativi. L’impressione è che non si riesca più a tutelare le eccellenze della scuola pubblica: “Dobbiamo distinguere tra l’offerta formativa che compete al ministero e l’organizzazione scolastica su cui ci siamo sempre confrontati, quello che non accettiamo è che si voglia violare le regole che per noi devono essere sempre applicate. Quanto alla sperimentazione ricordo che stiamo portando avanti progetti molto apprezzati come Scuole aperte e Ambiente e scuole”. Parole del vicesindaco che non bastano a placare genitori e opposizione, in particolare Fratelli d’Italia il cui capogruppo comunale Francesco Truppo è arrivato a parlare di “emergenza scuole” per l’incapacità del comune di incrociare domanda e offerta. 

 

Non ci sono solo le polemiche. Un’opportunità da non perdere per rinnovare il sistema scolastico è offerta dai fondi del Pnrr. Palazzo Marino si è mosso per tempo e i primi risultati si vedono: “Mantenere gli istituti nel pieno della loro funzionalità è molto costoso, negli ultimi 10 anni il Comune ha speso 740 milioni – ricorda l’assessore. I fondi europei non possono essere impiegati per le manutenzioni ordinarie, finanziate dal Piano triennale delle opere pubbliche, ma per nuovi edifici o opere di ristrutturazione. Abbiamo ottenuto il finanziamento di 6 progetti che, assieme a 10 milioni messi dal Comune, fanno 60 milioni ma puntiamo ad ottenere altre risorse”. Un’altra può essere rappresentata da Paola Frassinetti neo sottosegretario all’Istruzione che però è una rappresentante storica della destra milanese verso la quale Scavuzzo sembra abbia adottato un atteggiamento pragmatico: “L’ho incontrata – racconta – ho fatto presente il grande ruolo sussidiario che il comune svolge nei confronti dello Stato assicurando l’istruzione dai nidi, molti sono comunali, fino alla scuola secondaria. Noi abbiamo bisogno del sostegno in modo particolare su due temi: l’assistenza educativa e l’estate in città, mi auguro che dal governo arrivi la giusta attenzione”.

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