Inaugurata a Milano la ventitreesima Esposizione della Triennale (foto di Ansa)

Gran Milano

L'importanza di vivere sapendo di non sapere, il dono della Triennale

Paola Bulbarelli

A Milano è stata inaugurata l'Esposizione internazionale che dà spazio a oltre 400 artisti e designer. "Unknown Uknowns", mostra principale, affronta il tema dell'ignoto, accettandolo come compagno costante di vita

Un labirinto o uno scioglilingua: “Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries” (“Quello che non sappiamo di non sapere”) è il titolo della 23esima Esposizione Internazionale di Triennale Milano (15 luglio-11 dicembre 2022) che con la benedizione del Bureau International des Expositions (BIE) e i ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale mette in mostra oltre 400 artisti e designer di 40 paesi.

Uno degli eventi culturali da sempre più innovativi in una città così ricca di proposte. Il tema – labirintico, e di un certo fascino –  è un invito a riflettere, includere, rispettare il mistero dell’ignoto. “La grande e plurale costellazione di mostre, installazioni ed eventi  – ha detto Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano – non ha l’ambizione di conquistare gradualmente il vasto territorio che sfugge alla nostra conoscenza. Vuole piuttosto esplorarlo con l’attitudine di chi sceglie, in primo luogo, la sfida dell’empatia, capacità esclusivamente umana di mettersi negli occhi degli altri soggetti viventi e di mappare, da queste variegate angolature, i bordi dell’ignoto contemporaneo”.

Il Palazzo dell’Arte di Giovanni Muzio della Triennale, che nel 2023 compie cento anni, interamente occupato dall’Esposizione, vede al primo piano la mostra principale “Unknown Unknowns” a cura di Ersilia Vaudo, astrofisica dell’Esa (Agenzia spaziale europea), con gli allestimenti firmati da Joseph Grima in materiali poveri e riciclabili dei cantieri della Triennale, realizzati con stampanti 3D, con il suo studio Space Cavier, dove oltre 100 opere intrecciano dialoghi tra arte, scienza e design sul tema della consapevolezza di non sapere di fronte all’immensità dell’universo. “Quello che non sappiamo di non sapere non è la constatazione di un limite, ma la percezione di una forma di conoscenza che rispetta l’ignoto, a volte abbracciandolo, a volte attraversandolo, a volte eludendolo. Ma sempre accettandolo come presenza costante della nostra vita”.

E’ l’impossibilità di spiegare tutto, come una componente della vita, mettendo in evidenza l’importanza di porsi domande prima di trovare risposte. Sono 20 i padiglioni internazionali, di cui sei sono stati realizzati da paesi africani, coinvolti anche grazie al contributo dell’architetto Francis Kéré, main curator della manifestazione, premiato nel 2022 con il Pritzker Prize, autore di “Yester day’s Tomorrow”, la torre di 12 metri esterna alla Triennale, dipinta riprendendo i pattern dell’architettura del Burkina Faso, suo paese d’origine. Dialoga con i temi dell’Esposizione Ianche l’installazione interattiva “Mind the Stem Gap - A Roblox Jukebox”, ideata da Fondazione Bracco e progettata da Space Caviar, di cui fa parte anche Joseph Grima, per contribuire al superamento degli stereotipi di genere nelle materie STEM (science, technology, engineering and mathematics) incoraggiando il libero accesso ai saperi di bambine e ragazze. “In questi ultimi anni – spiega Boeri – coerentemente con la propria storia e missione, Triennale è riuscita a essere un simbolo e un riferimento della ripartenza culturale per la città di Milano e per tutta l’Italia, un vero e proprio crocevia tra le discipline e i saperi. E anche con questa edizione di Triennale Estate conferma questa vocazione attraverso una polifonica proposta di contenuti, temi, ricerche e approfondimenti, che spaziano dal design all’architettura, dall’arte contemporanea alle performing arts alla fotografia”.

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