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Lago delle statue. I bronzi monumentali di Bosco nell'estate di Iseo

Paola Bulbarelli

Dall'11 giugno all'11 settembre la mostra nella cittadina bresciana di uno degli scultori figurativi più riconoscibili del panorama italiano. "Un investimento nell'arte serve anche al turismo", ci dice il curatore

Il cretino (o i cretini) è sempre in agguato. Manco il tempo di inaugurare, che i vandali hanno preso di mira alcune sculture posizionate sul lungolago e nelle vie del centro storico di Iseo, firmate dall’artista Giacinto Bosco, cui è dedicata una rassegna “logisticamente” insolita per tutta l’estate. Per fortuna non capitò con la lunga passerella di Christo, nel 2016, che fu un successo mondiale per il lago che fa da confine tra Bergamo e Brescia ed è sempre più “in spolvero” turistico: grazie a The Floating Piers, il ponte galleggiante di Christo, si poteva camminare sulle acque. Opere, quelle dell’artista bulgaro-newyorchese, destinate a sparire una volta finito l’evento.

 

Destino ben diverso dalle grandi sculture in bronzo firmate da Bosco, destinate a durare nel tempo, a dispetto dei balordi. Uno degli scultori figurativi più riconoscibili del panorama italiano, tra quelli che proseguono la tradizione classica del Novecento, dall’11 giugno all’11 settembre esporrà le sue opere sul Lungolago e all’Arsenale della cittadina bresciana: 40 sculture in bronzo, alcune monumentali, il percorso creativo dell’artista siciliano. Iseo d’altronde ha scoperto che la cultura fa bene, sia alla vista che al portafoglio turistico. Se quest’anno è Giacinto Bosco. “Iseo lo ha capito – spiega al Foglio Angelo Crespi, curatore della mostra – e lo dovrebbero capire anche altri comuni: un investimento in arte, anche piccolo, serve per il turismo ma anche in termini di brand. Iseo ci ha guadagnato”.  

La mostra, titolo Doppio sogno. L’amore tra mitologia e mitografia, organizzata dal Comune di Iseo in collaborazione con la Fondazione L’Arsenale, e il patrocinio di Regione Lombardia,  Provincia di Brescia, Comunità Montana del Sebino Bresciano presenta una serie di sculture di grandi dimensioni – la più imponente alta 6 metri –, nell’estetica di un impatto monumentale negli spazi pubblici ormai affermato. “Il lavoro di  Bosco – continua Crespi – si concentra sulla mitografia dell’amore cioè sulla riscrittura in chiave di mito del sentimento dell’amore. Non c’è però nessuna tentazione archeologica, semmai la rappresentazione in chiave moderna e simbolica del desiderio; le sue figure hanno la leggerezza di un Peynet o di un Folon ma nella solida resistenza del bronzo, gravi eppure leggere”.

L’idea è sempre quella degli innamorati che si promettono la luna “e queste coppie sono strette nell’atto di stringere a sé, tirare da una corda la luna, uno degli elementi caratteristici della scultura di Bosco, lune sospese in un bel gioco di tromp l’oeil e ovviamente la luna è appesa a una corda in bronzo e dà l’idea della sospensione, la leggerezza delle altalene ma nella solidità del bronzo”.  Bosco è uno scultore tradizionale e uno dei grandi esperti della fusione a cera persa, molto costosa e molto complicata fin dai tempi dei bronzi di Riace e di Cellini. “Una volta assomigliava all’alchimia, adesso un po’ meno, ma fare una grande scultura grande in bronzo è un lavoro. Prima devi farla in plastilina, poi i calchi, i gessi, la cera persa, fonderlo, pulirlo e mettere le patine. Per una statua grossa, solo di fonderia, ci vogliono un paio di mesi di lavorazione”. (Tra i collaboratori del progetto ci sono  con il contributo di Liquid Art System di Franco Senesi e di Cubro Fonderia Artistica). Bosco è anche proprietario di una fonderia dove fondono arte e vengono prodotti altri artisti. Le citazioni sono quelle dei sentimenti, dell’amore e della luna citando Leopardi, Ariosto ma anche La vita è meravigliosa di Frank Capra. Una poetica raffinata e gentile, arte come impatto e scenografia, per un pubblico non per forza specialistico. Per un turismo, quello di lago, che è un punto di forza in costante crescita della Lombardia.

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