L'opera “Floating Piers” realizzata da Christo sul lago d'Iseo nel 2016 (foto LaPresse)

Preghiera

Se le dimensioni sono tutto

A differenza delle opere di Christo la Gioconda, una tavoletta 77x53 centimetri, non sarebbe certo dieci volte più importante se fosse dieci volte più grande

Gli illustrissimi vecchioni dell’arte contemporanea la piantino di morire a raffica perché poi in occasione del trigesimo mi tocca l’antipatico ruolo del critico severo. Poco dopo Celant e dunque esattamente trenta giorni fa è morto un altro campione del mainstream artistico, Christo, la cui opera va studiata per capire la differenza fra grande arte e arte grossa. I suoi impacchettamenti, iconoclastia per fortuna effimera, mi ricordano la carta geografica in scala uno a uno immaginata da Borges. Lì abbiamo una totale inefficienza cartografica (una carta in scala uno a uno non serve assolutamente a niente), qui abbiamo una notevole inefficienza artistica (un’opera troppo grande è troppo entropica, rispetto allo sforzo compiuto per realizzarla aggiunge troppo poco alla realtà). Si pensi a “Floating Piers”, la passerella gialla sul lago d’Iseo: fosse stata stesa sulla piscina di casa non se ne sarebbe accorto nessuno. Mentre la Gioconda, una tavoletta 77x53 centimetri, non sarebbe certo dieci volte più importante se fosse dieci volte più grande… A differenza che in Leonardo (ma potevo anche citare Piero o De Chirico), in Christo la dimensione è tutto. E se in un’opera d’arte le dimensioni sono tutto l’opera è quasi tutto e l’arte, a trenta giorni dalla morte qualcuno deve pur dirlo, è quasi niente.

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