(foto di Ansa)

Gran Milano

Il Pd si interroga sul candidato per le regionali in Lombardia

Fabio Massa

I dubbi dei dem per il 2023 e l’idea primarie di Majorino che fa saltare i giochi e complica la candidatura di Cottarelli

Il sondaggio c’è ma non si vede. Nel senso che per adesso – riferiscono sibillini i vertici nazionali del Partito democratico – “non è disponibile”. Come nelle pagine 404 dei siti internet. Eppure, a scavare un po’ di qui un po’ di là, qualche indicazione viene fuori. Primo. Beppe Sala uber alles, a livello di popolarità. E fin qui lo si sapeva già, ma l’uomo non ha nessuna voglia di correre per la Regione Lombardia (e nemmeno di calarsi in altri panni, o così ha detto). Secondo. Carlo Cottarelli ha un buon ascendente, e sarebbe il secondo miglior candidato possibile (nei pensamenti del partito nazionale). Terzo. Il centrodestra è avanti, ma non tanto quanto si è affrettato a dire Matteo Salvini l’altro giorno sotto il palazzo di Regione Lombardia: non saranno 20 i punti di distacco, stavolta, ma molti meno. Quarto. Il Pd nazionale ha chiesto di testare anche una serie di “temi”: trasporti, sanità, eccetera. Così da predisporre campagne mirate su quello che è “attaccabile”. A partire dalla gestione delle vaccinazioni, che il centrodestra si appunta come fiore all’occhiello ma che il centrosinistra vuol vedere quanto il giudizio sia solido nell’immaginario collettivo dei lombardi. Fin qui, il fantomatico sondaggio che prima o poi si vedrà.

 

Poi c’è chi – a Roma – predica calma e sangue freddo. A partire da un dato che è poi una data: l’ipotesi del voto regionale, che coincide con quello politico, potrebbe addirittura vedere la giornata del 28 maggio 2023 come quella giusta per aprire le urne anche in Lombardia. Insomma, un voto più verso l’estate che non verso l’inizio della primavera, e su cui ovviamentre inciderebbe anche il “traino” nazionale. E più tempo a disposizione da impiegare (o da buttare via, a seconda della saggezza). Nel frattempo si potrebbe materializzare la nuova legge elettorale, e chissà che qualcuno – per la Regione – spunti fuori. 

 

C’è anche una scadenza assai più vicina dalla quale i Dem si aspettano grandi cose: il voto per le amministrative. Andiamo per ipotesi. Se vincesse a Como il candidato di Fratelli d’Italia e a Lodi perdesse la candidata della Lega? Ulteriori guai in casa centrodestra. E se invece entrambi perdessero a favore del Pd? E se a Sesto avvenisse il miracolo? Con i se non si fa la storia, quindi molto meglio aspettare lunedì alle 14 per l’inizio dello spoglio del primo turno delle amministrative, che dirà come tira il vento.

 

In tutto questo Pierfrancesco Majorino tira una bordata in direzione delle sue truppe: invoca primarie per individuare lo sfidante per Palazzo Lombardia già da ottobre prossimo; e di Cottarelli tanto gradito ai vertici del partito, si limita a dire che è una “risorsa” ma che ce ne sono varie. L’europarlamentare così si posiziona su una precisa linea politico-strategica: le consultazioni territoriali per decidere il candidato vanno fatte. Punto. Ma di certo, così, non fa un gran piacere a Cottarelli, che Carlo Calenda vorrebbe candidato anche senza primarie, e che pure era dato come uomo a lui vicinissimo e da lui assai sponsorizzato. Altra incognita: come si fanno primarie che non siano di coalizione? O ci sono dentro tutti, o sennò sarebbe l’imposizione di un candidato del Pd, e serve poco, considerato che se non si riuscirà a mettere insieme un fronte che va dai riformisti al Movimento 5 stelle, la Regione resterà non contendibile. Ad oggi, per una candidatura unitaria, il M5s ha detto che sarebbe possibile solo e unicamente con l’attuale inquilino di Palazzo Marino. Che non è disponibile. Ma c’è tempo, dicono loro.

 

Sul fronte di centrodestra la decisione dei due pm Scalas e Filippini, supportati dall’aggiunto Maurizio Romanelli, di ricorrere contro il proscioglimento di Attilio Fontana per l’inchiesta camici porterà a una ulteriore incertezza sul rinvio a giudizio. Che potrebbe anche essere una questione più lunga del previsto. Secondo alcuni infatti la Quinta sezione della corte d’Appello potrebbe pronunciarsi già nel giro di qualche settimana, secondo altri non prima dell’autunno prossimo. Se l’aspetto giudiziario avrà un impatto sulla ricandidatura è difficile da dire, considerato che ormai Matteo Salvini si è molto esposto e che ha detto esplicitamente che Attilio Fontana è il suo candidato per le prossime regionali (e per una volta i vertici del partito potrebbero essere d’accordo col loro claudicante Capitano. In attesa dell’ok di Fratelli d’Italia, dopo che si comporrà la frattura siciliana.