GranMilano

Una volta qui era un Macello. La migliore rigenerazione di Milano

Giovanni Seu

E' appena partito il più importante progetto della seconda giunta Sala. Che punta a valorizzare una zona strategica della città

E’ difficile esercitare un ruolo critico, che spetta alle forze politiche di opposizione, su un progetto come quello del recupero dell’ex Macello. E criticità potranno essere trovate, per un’operazione di rigenerazione che durerà un decennio. Ma il progetto appena partito è, senza dubbio, il più importante della seconda giunta Sala, e l’unico vero intervento, a oggi, con una vera ambizione sperimentale. E non tanto perché viene a sanare una situazione di degrado decennale ma perché, non presenta, nell’ideazione, punti deboli. C’è l’eccellenza rappresentata dallo Ied, che ha stabilito qui la sede con annesso il campus, c’è il sociale con 1.200 nuclei familiari in social housing. Ci sono le nuove frontiere del lavoro con i coworking, il POd Science & Art District ovvero un distretto per la produzione e divulgazione scientifica ma anche il recupero delle parti storiche e i servizi. Per la sostenibilità verranno piantati duemila nuovi alberi e che i nuovi edifici avranno tetti verdi, costruzioni in legno ed ecocemento, impianti fotovoltaici e certificazioni di livello LEED Gold. Una grana poteva essere costituita dal centro sociale Macao, asserragliato in una palazzina Liberty, ma l’assessore alla Sicurezza Granelli è riuscito nell’impresa di farli sgomberare di loro iniziativa. Il masterplan Aria, vincitore della seconda edizione di Reinventing Cities, bando internazionale indetto dal Comune assieme a C40, è stato progettato da studi del calibro di Barreca & La Varra, Cino Zucchi, Snøhetta. 

L’ex Macello si trova nel quadrante sudest della città indicato da Sala come il principale protagonista dello sviluppo dei prossimi anni. Sinora il quartiere Calvairate, abbinato sempre a viale Molise dove ci sono le case Aler, si è sempre distinto tra quelli più difficili. Meta delle ondate migratorie dal sud fin dagli anni ’30, lo è diventato di quelle dal sud del mondo negli ultimi decenni. Dopo la legge Basaglia molti appartamenti delle allora case Iacp vennero assegnate a persone con disturbi psichiatrici, così Calvairate venne ribattezzato poco simpaticamente “il quartiere dei matti”.

Quei tempi sono lontani, spiega al Foglio Pierfrancesco Maran, assessore alla Casa che ha seguito e promosso questo progetto: “L’ex Macello assumerà un ruolo centrale nei prossimi dieci anni così come è stato per Porta Nuova e Citylife: il masterplan è stato vinto in base alla qualità sociale e ambientale, non per la migliore offerta economica. Siamo riusciti a mettere assieme progettisti di assoluto prestigio per realizzare studentati e case in cui si potrà abitare con affitti da 450 euro al mese”. I costi dell’operazione, relativamente bassi, sono di 90 milioni per l’acquisto della superficie e di 500 milioni per le opere di riqualificazione che saranno finanziate da Redo e Cdp, un mix di privato e pubblico come nella migliore tradizione ambrosiana. I lavori sono appena iniziati: “E’ in corso la messa in sicurezza, poi ci saranno le bonifiche – aggiunge Maran – credo che la prima parte sarà pronta per le Olimpiadi del 2026 mentre per il completamento ci vorrà un decennio. Aria è uno dei grandi interventi di riqualificazione di questa zona, a 600 metri c’è la Biblioteca europea per la quale abbiamo pubblicato il bando, e il parco Vittoria che partirà questa estate”. A cercare una nota negativa ci prova Paolo Bassi, leghista ed ex presidente del Municipio 4: “Lo sgombero di Macao è stato tardivo e si è perso tempo per decidere cosa si farà dell’ex palazzina occupata. Per una vera riqualificazione di tutta l’area occorre intervenire anche sull’Ortomercato e promuovere le case popolari di via Molise su cui c’è già il contratto di quartiere”.

Di più su questi argomenti: