Locali in zona Navigli a Milano (Ansa)

Gran Milano

Una volta qui erano tutti dehor. Non ci sono più soldi

Il Comune ha deciso che con la fine dello stato d’emergenza finirà anche il “costo zero” per  ’occupazione del suolo pubblico. Ci sarà solo una proroga-sconto fino a dicembre

Qualcosa cambierà anche nel paesaggio cittadino, non è una faccenda che faccia felice nessuno, ma la guerra di Putin, dopo il Covid, ha un costo anche per la “smart city” che ambisce ad essere avanguardia in Europa. Gli ultimi a lamentarsi, in ordine cronologico, sono i bar e i ristoratori. Che hanno investito nella “città dei dehor”, che hanno salvato la loro attività e tutti noi dalla claustrofobia del take away, ma che ora sono a un bivio. Il Comune ha deciso che con la fine dello stato d’emergenza finirà anche il “costo zero” per  l’occupazione del suolo pubblico. Palazzo Marino è disposto solo a una proroga-sconto fino a dicembre. I tavoli all’aperto, per molti esercizi, torneranno a essere un costo ingestibile  e, per i cittadini, un’occasione di socialità in meno. Ma tant’è. Che il Comune non abbia soldi cui rinunciare lo ha detto chiaro e tondo la scorsa settimana Beppe Sala: “Senza 200 milioni dal governo non chiudiamo il bilancio”, che va chiuso entro il 31 maggio. “Nella pubblica amministrazione i costi sono quasi tutti fissi e in questo momento non si possono tagliare i servizi, sarebbe grave; ma i ricavi non sono fissi perché in questo momento soprattutto non abbiamo i dividendi, in particolare da Sea e dalla bigliettazione nei trasporti”.  Milano ha ricevuto 450 milioni di ristori nel 2020, altri 450 nel 2021. Per il 2022 per ora è a zero. E “se il governo non dovesse intervenire sarebbe un grande problema”, ha spiegato Sala. Non solo per i dehor.

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