Paul Haggis (foto Ansa)

gogna mediatica

Paul Haggis prosciolto dall'accusa di stupro (nel silenzio dei media)

Ermes Antonucci

Nessun quotidiano ha dedicato neanche un trafiletto alla notizia dell’archiviazione dell’indagine a carico del regista premio Oscar, accusato tre anni fa di aver abusato sessualmente a Ostuni di una donna inglese. Haggis venne rappresentato come un predatore sessuale

E’ incredibile come negli ultimi giorni nessun quotidiano nazionale abbia deciso di dedicare neanche un trafiletto, neanche due righe, alla notizia dell’archiviazione dell’indagine a carico del regista e sceneggiatore premio Oscar, Paul Haggis, accusato tre anni fa di aver abusato sessualmente in Italia, a Ostuni, di una donna inglese di 28 anni. Il tribunale di Brindisi ha prosciolto Haggis dalle accuse di violenza sessuale e lesioni personali, che nel giugno 2022 costarono al regista canadese 14 giorni di arresti domiciliari, archiviando definitivamente il caso e stabilendo che “non si consumarono rapporti sessuali senza consenso”. Due sono gli aspetti che più colpiscono della vicenda.

 

Il primo riguarda proprio il comportamento degli organi di informazione. La notizia dell’arresto di Haggis, avvenuto il 19 giugno 2022, sulla base di un’accusa così grave come quella di violenza sessuale, finì sulle prime pagine dei principali giornali italiani e internazionali, dando il via al solito tritacarne mediatico-giudiziario. “Haggis, dall’Oscar allo stupro”, titolò il Messaggero. Visto il coinvolgimento di un personaggio celebre come Haggis, alcuni quotidiani decisero addirittura di inviare dei giornalisti come inviati speciali a Ostuni, per una cronaca quotidiana dello scandalo. Dopo aver contribuito a rappresentare Haggis come un incontrollabile predatore sessuale, nessuno di questi giornali (e nessuno di questi inviati) ha avuto il decoro di pubblicare in questi giorni, a distanza di tre anni, la notizia del proscioglimento del regista. Neanche un trafiletto, a conferma del fatto che il bavaglio denunciato dai giornalisti in materia di giustizia consiste semplicemente in un autobavaglio.

 

Il secondo aspetto che colpisce  riguarda le dinamiche giudiziarie che l’hanno caratterizzata. Haggis venne posto agli arresti domiciliari in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare molto dura, in cui la giudice delle indagini preliminari del tribunale di Brindisi, Vilma Gilli, aderiva ciecamente alle tesi della presunta vittima, spingendosi addirittura a sottolineare “l’assoluta incapacità” di Haggis “di controllare i propri istinti e di desistere dai propri propositi in un contegno di prevaricazione e dominanza”. 

 

Queste espressioni così nette contribuirono ancora di più ad alimentare la figura di Haggis come un abusatore seriale, gettando ulteriore fango sull’immagine del regista. Due settimane dopo, però, in seguito allo svolgimento dell’incidente probatorio, la stessa magistrata accolse la richiesta di revocare la misura cautelare, rimettendo in libertà Haggis e delineando una vicenda molto diversa, segnata dall’“assenza di contegni violenti costrittivi da parte dell’indagato al fine di consumare gli atti sessuali”. 

 

Nel settembre 2022 il tribunale del Riesame respinse l’appello della procura di Brindisi che insisteva per l’arresto di Haggis, evidenziando le “numerose incongruenze e contraddizioni della denunciante”. Ad esempio, dopo il primo presunto abuso, Haggis e la donna si siano recati in un ristorante, dove avevano consumato un pranzo “in un clima disteso e sereno, tanto da baciarsi in pubblico e indurre il personale a ritenerla una coppia a tutti gli effetti”. Dall’analisi della messaggistica telefonica non risultava inoltre che la donna avesse comunicato con nessuno dei suoi amici l’evento traumatico poi denunciato. Ancor più contraddittorio rispetto alle accuse mosse appariva il testo di una cartolina lasciata dalla donna ad Haggis al termine dei tre giorni: “Ho passato del tempo meraviglioso in tua compagnia, mi manca il tuo toccarmi e le tue carezze, speriamo di rivederci prossimamente”. La donna, inoltre, appariva mossa da “intenti speculativi”.

 

Insomma, che gli abusi non fossero mai avvenuti era diventato ormai chiaro già nel settembre 2022. La procura di Brindisi, però, ha atteso fino a marzo 2024 per chiedere l’archiviazione del procedimento a carico di Haggis. In virtù dell’opposizione della donna, il fascicolo è finito il 26 settembre davanti alla gip, sempre la stessa (Vilma Gilli), che si è presa ben otto mesi per redigere un corposo provvedimento di archiviazione, quasi a voler riparare all’errore commesso all’inizio. Otto mesi in cui, però, la vita di Haggis ha continuato a rimanere sospesa sotto il peso dell’accusa di violenza sessuale.

 

Nei giorni scorsi la giudice ha sciolto la riserva, archiviando il procedimento ai danni di Haggis, difeso dall’avvocato Michele Laforgia. Il regista valuterà ora se chiedere l’indennizzo per l’ingiusta detenzione. Una vicenda meritevole dell’attenzione del Guardasigilli Carlo Nordio.

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  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]