Giovanni Russo (foto Ansa)

Una storia italiana

Il responsabile dell'ufficio colabrodo alla procura nazionale antimafia? Promosso

Ermes Antonucci

Il magistrato Giovanni Russo era il coordinatore della struttura dove sarebbero avvenuti gli accessi abusivi alle banche dati segrete. Melillo gli tolse poteri, ma il ministro Nordio lo ha nominato capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Qualora in sede giudiziaria venissero confermati gli 800 accessi abusivi alle banche dati della procura nazionale antimafia da parte del finanziere Striano sarebbe inevitabile chiedersi chi avesse il compito di controllare ma non l’ha fatto. Risposta: a coordinare la struttura era Giovanni Russo, all’epoca procuratore aggiunto alla Dna. Quando nel maggio 2022 Melillo è diventato procuratore nazionale antimafia e ha scoperto il colabrodo attorno alle banche dati, ha subito tolto il coordinamento a Russo. Anziché essere lasciato ai box per un po’, però, Russo è stato persino promosso: pochi mesi dopo, a dicembre, il ministro Nordio lo ha nominato capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Ma facciamo un passo indietro.

 

Il primo livello di controllo rispetto al lavoro di Striano era costituito dal pm Antonio Laudati, responsabile del gruppo che si occupava delle Sos, le segnalazioni di operazioni bancarie sospette provenienti dall’ufficio antifrodi della Banca d’Italia, in cui lavorava Striano. Anche Laudati, però, risulta ora indagato per accesso abusivo alle banche dati in quattro occasioni. 

 

Inevitabile passare al secondo controllore: Giovanni Russo. A lui, all’epoca dei fatti, spettava il coordinamento del Servizio di contrasto patrimoniale della Dna, al cui interno c’era l’ufficio Sos. Non solo. Dal 2013 Russo ricopriva anche la qualifica di “responsabile coordinatore del Servizio di gestione sistemi per le sedi della Dna e delle Dda e di assistenza applicativa del sistema informativo Sidda/Sidna”, la mega banca dati centrale della procura antimafia, anche questa consultata in maniera abusiva da Striano. Russo era inoltre stato designato come magistrato “responsabile del Servizio risorse tecnologiche e sicurezza”. Insomma, nella figura di Russo si concentrava una serie infinita di qualifiche, tutte relative soprattutto alla gestione delle informazioni informatiche in mano alla procura nazionale antimafia, ambito al quale Russo aveva lavorato sin dal suo arrivo a Via Giulia.    

 

Come già sottolineato, nel maggio 2022 Giovanni Melillo viene scelto dal Csm (prevalendo su Gratteri e proprio su Russo) come nuovo capo della procura nazionale antimafia, retta nei cinque anni precedenti da Federico Cafiero De Raho. Una volta insediatosi, l’ex procuratore di Napoli si rende subito conto delle criticità nella catena di controllo che riguarda gli accessi alle banche dati riservate. Melillo così decide di introdurre per la prima volta criteri di tracciabilità sulle procedure di accesso alle banche dati. Inoltre estromette Striano, rimuove Laudati dall’incarico e toglie a Russo il coordinamento della struttura, attribuendolo a se stesso. 

 

Se non una bocciatura, di certo non una valutazione positiva dell’operato di Russo. Che però, anziché essere lasciato alla Dna sotto la nuova organizzazione di Melillo, viene “prelevato” dal ministro della Giustizia Carlo Nordio e addirittura promosso alla direzione del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), una delle articolazioni più importanti del ministero, soprattutto in tempi di sovraffollamento carcerario. Tutto ciò senza che Russo possegga particolari esperienze nel settore della gestione delle carceri e dei detenuti, essendosi sempre occupato  di contrasto alla mafia e di utilizzo delle nuove tecnologie e di banche dati. La domanda è scontata: perché Russo è stato promosso?

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]