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L'ennesimo flop della procura di Milano sulle tangenti internazionali

Ermes Antonucci

Sono stati assolti tutti e sette gli imputati accusati di corruzione internazionale sugli appalti per la costruzione della metropolitana di Mosca. Un altro fallimento dopo il caso Eni-Nigeria. Il pm, nel frattempo, è stato promosso

E’ finita con l’assoluzione di tutti gli imputati l’ennesimo processo imbastito dalla procura di Milano su una presunta corruzione internazionale. Niente a che vedere con la maxi tangente da oltre un miliardo di dollari immaginata nel caso Eni-Nigeria, anche questo conclusosi con tutti gli imputati assolti e gli inquirenti finiti alla sbarra con l’accusa di aver nascosto prove favorevoli alle difese. Questa volta la somma è modesta: un milione e 690 mila euro. Secondo i magistrati milanesi, in particolare il pm Adriano Scudieri che ha avviato l’inchiesta nel 2015, sarebbe stata pagata da Microelettrica, società di Buccinasco produttrice di componenti per veicoli ferroviari, in cambio di appalti per la costruzione della metropolitana di Mosca

 

La corruzione internazionale avrebbe coinvolto Marino Jaselli, ex presidente della Microelettrica, e i suoi ex consiglieri Lorenzo Stendardi e Marco Boldrini, che con il supporto di Vladimir Rutkas (responsabile di una società che controlla Microelettrica) avrebbero pagato tangenti ad alcuni dirigenti della società russa Jsc Metrowagonmash, titolare dell’appalto per la fornitura dei vagoni della metropolitana di Mosca, per l’assegnazione di commesse per la fornitura di alcuni componenti. In particolare, secondo la prospettazione accusatoria i vertici di Microelettrica avrebbero promesso al dirigente di Jsc Metrovagonmash, Vladislav Drozdinsky, il pagamento di provvigioni pari al 13-15 per cento sull’ammontare delle commesse per la metropolitana, e avrebbero corrisposto a quest’ultimo un totale di 1,69 milioni di euro tra il 2010 e il 2014. Il denaro sarebbe stato trasferito a Drozdinsky attraverso un circuito di false fatturazioni e finti contratti di consulenza stipulato con una società tedesca gestita dal tedesco Tom Carlsson e dal finlandese Nikita Nikonov. La somma sarebbe poi finita sui conti di una società panamense. 

 

Come evidenziato in dibattimento dai legali degli imputati, in particolare gli avvocati Andrea Soliani (per Stendardi), e Guido Carlo Alleva e Francesca Ghetti (per Rutkas), dalle indagini non è emersa alcuna prova della stipulazione di un accordo corruttivo, né del fatto che il presunto corrotto, Vladislav Drozdinsky, abbia ricevuto denaro o altra utilità. Non solo, non sarebbero stati neanche raccolti elementi sufficienti per dimostrare che la società Jsc Metrovagonmash possa essere qualificata come società pubblica e di conseguenza che i dirigenti di questa società ricoprissero il ruolo di pubblici ufficiali. In altre parole, la società russa, dopo aver ottenuto l’appalto globale per la fornitura dei vagoni per la metropolitana di Mosca dall’organo pubblico competente avrebbero agito da soggetti privati secondo le norme interne all’ordinamento russo. 

 

Risultato: martedì la quarta sezione penale del tribunale di Milano (giudici Scalise, Cecchelli e Castellabate) ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” tutti e sette gli imputati coinvolti nel processo. Il pm Scudieri aveva chiesto la condanna di Carlsson e Nikonov a cinque anni, di Jaselli a quattro anni e sei mesi, di Stendardi e Rutkas a due anni e otto mesi, e di Boldrini a tre anni (per Drozdinsky era stata invece chiesta l’assoluzione). 

 

E’ caduta così l’ennesima inchiesta della procura milanese alla ricerca di tangenti in giro per il mondo, dopo i flop rappresentati dal processo Eni-Nigeria e Saipem-Algeria (anche qui tutti assolti in via definitiva). Il processo sulla metropolitana di Mosca ha un’ulteriore analogia con quello sulla corruzione da un miliardo mai compiuta da Eni in Nigeria: uno dei pm titolari di quell’indagine, Sergio Spadaro, nonostante il colossale flop è stato promosso nel 2021 dal Csm per ricoprire il ruolo di procuratore distrettuale europeo. La stessa promozione è stata ottenuta da Scudieri, pm dell’inchiesta sulla metro di Mosca ora finita con l’assoluzione degli imputati. Quando si dice il merito. 

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  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]