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“Durata dei processi in calo, obiettivi Pnrr raggiungibili”. Cassano inaugura l'anno giudiziario con ottimismo

Ermes Antonucci

La prima presidente della Cassazione sottolinea i risultati positivi ottenuti nella riduzione dei tempi dei processi. Poi richiama l'attenzione su sovraffollamento carcerario, infortuni sul lavoro e femminicidi. Nordio: "La giustizia è forza motrice di una rinnovata crescita del Paese"

Cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario nel segno dell’ottimismo questa mattina presso la Corte di Cassazione. Nel suo intervento, alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella, la prima presidente, Margherita Cassano, ha illustrato i risultati positivi ottenuti nella riduzione dei tempi dei processi civili e penali. “Nel settore civile – ha detto – le pendenze sono diminuite dell’8,2% nei tribunali e del 9,8% nelle corti d’appello. La durata media dei procedimenti si è ridotta in primo grado del 6,6% e in appello del 7%. Il disposition time è sceso del 6,4% nei tribunali e del 6,4% nelle corti d’appello”. Nel settore penale, invece, ha sottolineato Cassano, “le pendenze si sono ridotte del 13% nei Tribunali e del 6,5% nelle Corti d’appello”.

 

Da qui una previsione positiva sul raggiungimento degli obiettivi previsti dal Pnrr: “Il disposition time è sceso, in tribunale, a 310 giorni, rispetto ai 386 del periodo precedente e, in Corte d’appello, a 689 giorni rispetto agli 815 del periodo precedente. È, quindi, possibile formulare una prognosi di conseguimento degli obiettivi fissati dal Pnrr, pari, rispettivamente, a 282 giorni per i Tribunali e a 601 giorni per gli Uffici di secondo grado”, ha evidenziato Cassano. La prima presidente ha ricordato anche i significativi risultati conseguiti dalla Corte di Cassazione: “Su un totale di 94.759 procedimenti civili le definizioni ammontano a 34.793. L’indice di ricambio è salito al 141% rispetto al 121,3% del 2022”.

 

Cassano si è poi soffermata sul dramma del sovraffollamento carcerario, seppur anche qui con uno spunto di ottimismo per il futuro: “Permane il sovraffollamento carcerario con una presenza di 62.707 detenuti (di cui 2.541 donne) rispetto ai posti disponibili pari a 51.179 anche se cominciano a registrarsi i primi effetti deflattivi della riforma del 2022. Aumenta la presenza dei detenuti condannati con sentenza irrevocabile (44.174), mentre diminuisce il numero delle persone sottoposte a custodia cautelare, in attesa di primo giudizio, appellanti o ricorrenti a dimostrazione del rispetto del principio di gradualità e proporzionalità nella adozione delle misure limitative della libertà personale”.

 

In conclusione del suo intervento, Cassano ha voluto richiamare i dati relativi agli infortuni sul lavoro (che “continuano ad essere l’espressione di una grave patologia sociale”) e ai femminicidi, definiti una “drammatica involuzione delle relazioni interpersonali, in cui sulla dimensione affettiva prevalgono tragicamente l’idea del possesso e del predominio sulla donna e il disconoscimento dell’uguaglianza di genere”. "Occorre promuovere l'indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari", ha aggiunto.

 

Alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario è intervenuto anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha evidenziato i positivi effetti dell’abbattimento dell'arretrato e di riduzione dei tempi di definizione dei processi. Dati che confermano le “opportunità che abbiamo di entrare in una nuova fase in cui la giustizia è forza motrice di una rinnovata crescita del Paese”.

 

Il Guardasigilli ha inoltre ricordato che nella nostra Costituzione “la presunzione di innocenza si affianca alla funzione rieducativa della pena e l'etica si coniuga con l’utilità del recupero sociale del reo. In questo senso agiremo, e con questa fiducia entriamo nel nuovo anno giudiziario”.

 

Il procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato, si è invece scagliato contro i processi mediatici: “Va ribadito che 'verità giudiziaria' è solo quella raggiunta nell'osservanza del giusto processo di legge celebrato da magistrati ed avvocati; pretendere di sostituirla con improbabili indagini, abnormi plebisciti, significa distruggere le basi dello Stato di diritto e delle nostre libertà"

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  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto "I dannati della gogna" (Liberilibri, 2021) e "La repubblica giudiziaria" (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]