Il ritratto

Chi è Marcello Degni, il magistrato contabile che ha attaccato il governo sulla manovra

Ermes Antonucci

Più che un consigliere della Corte dei conti sembra un militante del Pd. Pensa che il governo sia in mano a “fascisti” e che il paese rischi “derive eversive”. Fa suo il motto di Borrelli: "Resistere, resistere, resistere"

Più che un magistrato della Corte dei conti sembra un fervente militante del Partito democratico, pronto a consigliare al suo partito le strategie da attuare, convinto che il governo sia in mano a “fascisti” contro cui bisogna “resistere, resistere, resistere”, per salvare il paese da “derive eversive”. Marxista, anticapitalista, complottista (il G8 di Genova del 2001? “Un tentativo fallito di golpe”). Tutto questo è Marcello Degni, magistrato contabile finito al centro delle polemiche politiche per un post pubblicato su X dopo l’approvazione della manovra finanziaria: “Occasione persa. C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e l’esercizio provvisorio. Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata e gli abbiamo invece fatto recitare Marinetti”, ha scritto Degni taggando anche la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein. Alla faccia del dovere delle toghe di tutelare l’immagine di imparzialità della magistratura. 

 

Il post di Degni ha scatenato un’ondata di critiche da parte di esponenti della maggioranza. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Senato, Lucio Malan, ha definito “inquietante” che un magistrato “prenda posizioni estreme palesemente contrarie agli interessi dell’Italia”. “Le affermazioni del consigliere Degni costituiscono una grave violazione del principio di terzietà. La sua invasione del campo politico rappresenta un fatto gravissimo e dovrebbe indurlo a dimissioni immediate”, ha tuonato il presidente dei deputati di FdI, Tommaso Foti. Netta presa di posizione anche da parte della Lega, che ha chiesto le “immediate dimissioni” di Degni e una “presa di distanza del Pd”.

 

Da parte sua, il senatore Pier Ferdinando Casini ha ricordato che “il magistrato, anche quello di nomina governativa come nel caso del dott. Degni (nominato nel 2017 su proposta del governo Gentiloni, ndr), non deve essere solo imparziale ma deve sempre e comunque apparire tale, per coltivare e salvaguardare la sua autonomia e indipendenza”. Dopo i numerosi interventi di condanna da parte dei parlamentari, l’ufficio stampa della Corte dei conti ha fatto sapere che “la questione verrà esaminata in via di urgenza nella prossima adunanza del Consiglio di presidenza per le valutazioni di competenza”.

 

Analizzando il profilo social di Degni emerge la figura di un magistrato non consapevole del proprio dovere di garantire un’immagine imparziale all’esterno. Il post sul mancato ostruzionismo dell’opposizione contro la manovra è infatti soltanto l’ultima, forse neanche la più evidente, presa di posizione della toga dal contenuto fortemente politico degli ultimi mesi. Eccone alcune: “Il diritto di sciopero non si tocca. Le pulsioni autoritarie della destra emergono sempre più chiaramente. Non riusciranno a trasformare l’Italia nell’Ungheria”. “Ritorna un attacco a gamba tesa alla magistratura. L’indipendenza della magistratura è un pilastro della democrazia. Le tessere eversive si accumulano. Urge costruire una alternativa per arrestare questa deriva”. “Su due questioni, sindaco d’Italia e autonomia differenziata, la sinistra deve condurre una battaglia senza quartiere nel Parlamento e nel paese per impedire che l’Italia si trasformi in una democratura stile Ungheria con il rischio di frammentazione come accadde nell’ex Jugoslavia”.

 

A questi post se ne aggiungono altri dove vengono definiti “fascisti” membri della maggioranza, si invita il presidente del Senato La Russa a dimettersi, si condividono dichiarazioni di Schlein, si incoraggia l’occupazione delle scuole e la diffusione di “pensiero e pratiche alternative al modello di sviluppo neoliberista”, si inneggia alla “rivoluzione contro il Capitale” rappresentata dalla vittoria di Lula alle elezioni in Brasile.

 

“La legge bavaglio va bloccata senza tentennamenti”, ha scritto pochi giorni fa Degni. Ma mai, come in questa occasione, un autobavaglio sarebbe auspicabile.