editoriali
A Lecce ci sono l'unico giudice pro balneari e l'unico sindaco che li contrasta
Secondo il giudice Antonio Pasca “spetta allo stato, e non ai giudici, stabilire se la spiaggia è una risorsa scarsa o meno”. Politica e giustizia, ultima spiaggia
C’è un solo giudice in Italia che, contro la direttiva Bolkestein, la Corte di Giustizia Europea e il Consiglio di Stato, difende i balneari: Antonio Pasca, presidente del Tar Lecce. Ancora una volta, ieri, ha emesso una sentenza contro la messa a gara delle concessioni. Contraddicendo le tesi del Consiglio di stato, già più volte da lui contestate, che aveva fissato la scadenza delle concessioni al 31 dicembre 2023. Secondo Pasca “spetta allo stato, e non ai giudici, stabilire se la spiaggia è una risorsa scarsa o meno”. Persino la Corte di Giustizia, a cui Pasca aveva chiesto il parere, aveva stabilito l’obbligo per l’Italia di mettere a gara le concessioni “applicando una procedura di selezione imparziale e trasparente tra i candidati potenziali”, e stabilendo che le autorità amministrative “sono tenute ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse”. Ma per Pasca la decisione sulla scarsità spetta al legislatore nazionale dopo un’attenta valutazione sulla quantità di risorsa disponibile. Non a caso proprio il mese scorso il tavolo del governo con le associazioni dei balneari ha certificato che il 67 per cento del demanio costiero è ancora disponibile, inserendo pure scogli a strapiombo e spiagge irraggiungibili. Solita barzelletta all’italiana per negare il principio di concorrenza e le direttive europee. Eppure a Lecce c’è il primo sindaco di Italia, Carlo Salvemini, che proprio ricorrendo al Consiglio di stato contro la sentenza del Tar Lecce che aveva difeso la maxi proroga al 2033 del governo Conte, aveva sfidato Pasca difendendo la concorrenza. “Prima che arrivi qualcuno a imporcerlo, mi piacerebbe che la politica si riappropriasse delle sue funzioni: sarebbe un bene per l’ambiente e per i cittadini” aveva detto il sindaco del Pd Salvemini. Ironia della sorte, il Pd non lo sostiene per il secondo mandato a sindaco di Lecce, costringendolo a primarie che ormai il Pd non fa più da nessuna parte.
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