l'intervista

“Sveglia Pd, l'abolizione dell'abuso d'ufficio è una battaglia di sinistra”, dice Bassanini

Ermes Antonucci

"L'abuso d'ufficio è una norma generica, che permette alla magistratura di interferire nell’esercizio legittimo della responsabilità politica e della discrezionalità amministrativa". Parla Franco Bassanini, ex ministro per la Funzione pubblica e per gli affari regionali

"Il Partito democratico dovrebbe ricordare che sono almeno trent’anni che i sindaci e gli amministratori di sinistra chiedono l’abolizione dell’abuso d’ufficio. Del resto, questa è una battaglia di sinistra”. Così, intervistato dal Foglio, Franco Bassanini, ex ministro per la Funzione pubblica e per gli affari regionali, commenta la riforma della giustizia. “Per tutelare gli interessi dei cittadini più deboli – spiega Bassanini, dal 2008 al 2015 presidente di Cassa depositi e prestiti – occorrono governi e amministrazioni efficaci, capaci di decidere tempestivamente e attuare rapidamente le decisioni, assumendosene la responsabilità politica. La paralisi delle amministrazioni invece fa sì che interventi e servizi fondamentali, come sanità, scuola, trasporti pubblici e politiche attive del lavoro funzionino male:  e a pagarne il prezzo maggiore sono i ceti più deboli”.

 

Per questo la sinistra dovrebbe dirsi favorevole, e non opporsi, a questa parte della riforma presentata da Nordio, sostiene Bassanini, con due premesse: “La prima è che, nonostante io abbia avuto incarichi pubblici per quindici anni, perché sono stato ministro e presidente di grandi imprese pubbliche, non ho mai ricevuto un avviso di garanzia per abuso d’ufficio. Quindi non ho esperienze personali, ma neanche vendette personali da fare”. La seconda premessa dell’intervista “è che non sono un esperto di giustizia, ma casomai di Pubblica amministrazione, quindi parlo solo della questione dell’abuso d’ufficio, e la  vedo sotto il profilo del funzionamento della Pubblica amministrazione”.

 

“Le ricordo il punto di partenza – dice Bassanini – Nel 1996, durante il primo governo Prodi, Giorgio Napolitano (ministro dell’Interno) e io (ministro della Funzione pubblica e degli affari regionali)  promuovemmo cinque assemblee di sindaci e amministratori locali in giro per l’Italia, per raccogliere i cahiers de doleances degli amministratori pubblici, in gran parte di centrosinistra. Le lamentele principali riguardavano l’abuso d’ufficio e la responsabilità per danno erariale per colpa lieve: entrambe finivano per paralizzare gli enti locali; non rischiava solo chi restava con le mani in mano. Ponemmo le questioni in Consiglio dei ministri. La responsabilità erariale per colpa lieve fu soppressa; ma poi la Corte dei conti svuotò la riforma estendendo i confini della colpa grave fino a comprendere la colpa lieve. Per questo gli ultimi governi hanno dovuto limitarla al dolo”.

 

Quanto all’abuso d’ufficio, continua Bassanini, “il ministro della Giustizia di allora (Giovanni Maria Flick) preferì ridefinire il reato in maniera più restrittiva, come si fece di nuovo nel 2020; ma queste riforme non hanno funzionato. Anche le procure penali, sull’esempio della Corte dei conti, continuarono come nulla fosse. Resta infatti una norma generica, che consente troppe interpretazioni soggettive e permette alla magistratura di interferire nell’esercizio legittimo della responsabilità politica e della discrezionalità amministrativa. A tutelare i cittadini bastano le molte altre norme penali che definiscono e puniscono con precisione i singoli reati contro la Pa: corruzione, concussione, peculato, omissione di atti d’ufficio, turbativa di appalti, eccetera”. 

 

Quando emerge che nel 2021 i procedimenti per abuso d’ufficio si sono conclusi nel 98,9 per cento dei casi con un non luogo a procedere o un’assoluzione, e soltanto nell’1,1 per cento con una condanna o un patteggiamento, è evidente che c’è qualcosa che non funziona”, aggiunge Bassanini, dal 2001 presidente della Fondazione Astrid.

 

Nel mondo di oggi non ci possiamo più permettere governi che non governano e amministrazioni pubbliche che non prendono le decisioni necessarie perché hanno il terrore di poter finire sotto procedimento penale o contabile, anche quando hanno correttamente cercato di risolvere i problemi del paese nel rispetto delle leggi. I rimedi omeopatici hanno fallito, la soluzione è quella indicata da Nordio e prima da Pignatone ma anche da molti ministri e sindaci di sinistra: l’abolizione, conclude Bassanini.