Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo (Ansa)

Il parere dei pm

L'Antimafia passa la palla a Nordio sul 41-bis a Cospito: "Il contesto è evoluto"

Francesco Bercic

La relazione del procuratore Melillo raccomanda al governo di rivalutare il caso dell'anarchico detenuto in regime di carcere duro. Il ministero della Giustizia può ancora intervenire prima che si esprima la Cassazione il prossimo 24 febbraio

Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, in una relazione inviata al ministro della Giustizia Carlo Nordio, raccomanda un “ponderato apprezzamento dell'effettivo rilievo preventivo” rispetto al mantenimento del 41-bis per Alfredo Cospito. In sostanza, i pm rimandano all'“autorità politica” la valutazione della gestione carceraria dell'anarchico: una posizione chiara che sembra togliere ogni alibi all'azione del Guardasigilli, se si pensa che ancora pochi giorni fa Nordio derogava qualunque scelta al parere della Cassazione, che si esprimerà il prossimo 24 febbraio. “Sul 41-bis di Cospito è opinione prevalente che il ministro non possa pronunciarsi prima di aver acquisito i pareri delle autorità giudiziarie competenti”, diceva Nordio durante la sua informativa alla Camera, lo scorso primo febbraio. Con la relazione della Direzione nazionale antimafia (Dna) diffusa oggi dal Corriere della Sera, il ministro viene invece messo di fronte alla responsabilità di una decisione: l'alternativa al 41-bis sarebbe il carcere di alta sicurezza o “altre forme di controllo”. C'è tempo fino a 30 giorni dall'istanza di revoca presentata il 13 gennaio dall'avvocato dell'anarchico detenuto nel carcere di Opera, a Milano, in sciopero della fame dallo scorso ottobre.

A giustificare la posizione della Dna ci sarebbe un'evoluzione” del contesto da quando, nel maggio dell'anno scorso, Cospito è stato sottoposto al carcere duro su decisione dell'allora ministra della Giustizia Marta Cartabia. La realtà di oggi “appare orientata verso una decisa moltiplicazione dei documenti e degli strumenti di elaborazione ideologica” fruibili dai movimenti anarchici. Ed è questo panorama “complesso ed eterogeneo” a indurre i pm al dubbio: ci si domanda cioè se l'isolamento di Cospito possa davvero arginare in misura decisiva la pericolosità “delle iniziative violente”; o se, al contrario, escludere il detenuto da questi circuiti si riveli un'operazione fine a se stessa. Tenendo sempre presente che lo strumento del 41-bis possiede un carattere “preventivo” e non “afflittivo”. E che deve quindi essere motivato da un'evidente necessità cautelare.

Con la relazione diffusa oggi, il governo ha un elemento in più per valutare il caso agendo nel pieno rispetto del diritto. Il parere offre infatti uno scudo contro le polemiche su possibili trattative con chi minaccia lo stato, se Nordio decidesse di revocare il carcere duro. Per questo le parole della Dna possono rappresentare una possibile svolta. A patto che l'esecutivo si allinei con una risposta altrettanto decisa.

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