L'elezione di Fabio Pinelli è stata raggiunta con una maggioranza assoluta che conferisce al nuovo vicepresidente una autorevolezza maggiore. È l'occasione di lavorare fattivamente al superamento del regime correntizio, auspicato da tutti ma finora solo a parole
Il penalista Fabio Pinelli è stato eletto vicepresidente del Csm: è un indipendente sostenuto dalla Lega ed è il primo vicepresidente di centrodestra da almeno trent’anni. Con la sua nomina cambierà qualcosa? Nel suo discorso di insediamento ha espresso ovviamente la volontà di ascoltare e di rappresentare tutti, impegnandosi però a rendere trasparente e non “obliqua” l’azione del Consiglio. Il riferimento naturalmente è alla prassi imperante di scambi di “favori” tra le correnti della magistratura soprattutto nelle nomine agli incarichi più rilevanti, censurata nel suo breve intervento anche dal presidente della Repubblica (e del Csm) Sergio Mattarella. Il compito non sarà semplice. Nelle votazioni il peso delle correnti si è espresso, ma questa volta l’insieme di Md e Area, le correnti della sinistra togata, benché collegate alla sinistra politica, è risultato perdente. E questa è una novità rilevante.
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