Sulla Severino la Lega scarica il Pd. Morrone: “Dem in ritardo, faremo le nostre proposte”

Ermes Antonucci

Il deputato leghista replica all'appello lanciato sul Foglio da Dario Parrini, primo firmatario della proposta di modifica del Pd della legge Severino: "Avevano la possibilità di far votare il referendum per l’abrogazione della legge, ma non l'hanno fatto"

“Noi siamo disponibili a ragionare con tutte le forze politiche sulla modifica della legge Severino, ma non abbiamo i paraocchi. Le nostre proposte già ci sono, sono quelle scritte nei quesiti referendari. Il Pd mi sembra che sia un po’ in ritardo. Aveva la possibilità di esprimersi e di far votare il referendum per l’abrogazione della legge Severino, ma mi risulta che abbia fatto votare no, quindi non credo che ora sia nelle condizioni di lanciare appelli in favore della propria proposta di riforma”. Così, intervistato dal Foglio, Jacopo Morrone, deputato della Lega e già sottosegretario alla Giustizia del primo governo Conte, risponde all’appello lanciato ieri su queste pagine dal senatore Dario Parrini, primo firmatario della proposta di legge del Partito democratico che si propone di modificare la legge Severino, eliminando la sospensione automatica per gli amministratori locali che riportano condanne anche soltanto di primo grado. “La mia proposta è così ragionevole ed equilibrata da poter ottenere vasto consenso”, aveva affermato Parrini, guardando soprattutto alla Lega, che alla legge Severino ha dedicato uno dei quesiti referendari poi naufragati a causa del mancato raggiungimento del quorum.

 

“Noi abbiamo dato la possibilità ai cittadini di esprimersi e ai partiti di dire la loro sui temi della giustizia – prosegue Morrone – Mi sembra che il Pd abbia preso una posizione molto chiara, cioè che preferisce il sistema Palamara, quello che va avanti da tempo e non vuole cambiamenti”. L’abrogazione della legge Severino fa parte dell’ampio progetto di riforma della giustizia immaginato dalla Lega: “E’ inconcepibile che un amministratore locale venga sospeso dalle funzioni per una sentenza provvisoria, soprattutto se si considera che nella stragrande maggioranza dei casi le sentenze vengono riviste in appello e in Cassazione”, dice Morrone. “Ci sono persone che subiscono un processo mediatico, prima ancora che giudiziario, vengono rimosse dalle proprie funzioni, vedono la loro vita privata rovinata dalle accuse. Poi dopo qualche anno forse gli si chiede scusa con due righe di giornale”.

 

La presunzione di innocenza è un principio cardine – ribadisce il deputato leghista – Si tratta di un principio che tutti dovrebbero condividere, per questo non capisco il motivo per cui alcuni partiti hanno espresso una posizione contraria ai referendum o hanno invitato gli elettori a non andare a votare. Abbiamo perso una grande occasione”. Il destinatario delle frecciate di Morrone resta sempre il Pd: “Diversi sindaci colpiti dalla legge Severino appartenenti al Pd sono molto arrabbiati con il loro partito, peccato non siano riusciti a convincere la loro segreteria della bontà dei quesiti referendari”.

 

Ad opinione del Pd, tuttavia, il quesito referendario proposto dalla Lega aveva un problema: anziché eliminare soltanto la parte che prevede la sospensione automatica degli amministratori locali condannati in primo grado, esso stabiliva l’abrogazione dell’intera legge, inclusa la parte che prevede l’incandidabilità dei politici condannati in via definitiva per alcuni gravi reati. “Il referendum risolveva un problema – la sospensione – e ne creava uno più grosso l’intoccabilità dei condannati in via definitiva. Una cosa sbagliata”, ha ribadito al nostro giornale Parrini, al quale ora replica Morrone: “Il referendum era abrogativo. E’ ovvio che poi dopo il legislatore avrebbe dovuto aggiustare la norma, ma penso sia una cosa abbastanza scontata. Mi spiace comunque che questa riflessione sia arrivata solo successivamente, e che invece la prima sia consistita nel dire agli elettori: ‘Non andate a votare il referendum’. Evidentemente il Pd si è accorto dell’errore commesso, cioè di non aver partecipato né alla discussione sull’abrogazione della legge Severino né tantomeno al voto, e che i problemi della giustizia invece sono importanti”.

 

Insomma, anche se l’obiettivo del Pd e della Lega appare lo stesso (eliminare le storture della legge Severino, in particolare la sospensione automatica degli amministratori locali in virtù di una sentenza di primo grado), i due partiti sembrano volersi muovere su due strade diverse. “Per noi la riforma giustizia è iniziata con i referendum. Nelle prossime settimane continueremo a muoverci nella stessa direzione, proponendo nostre proposte di riforma in Parlamento”, conclude Morrone.

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