Il Tribunale di Trani ha assolto i manager di American Express (Foto LaPresse)

Assolta American Express. Un'altra sconfitta per la Procura di Trani

Redazione

I manager della società erano accusati di usura, ma "il fatto non sussiste"

Dopo quasi dieci anni dall'inizio dell'inchiesta, i cinque manager di American Express accusati di usura e truffa sono stati assolti dal Tribunale collegiale di Trani "perché il fatto non sussiste". La Procura di Trani li accusava di aver concesso prestiti in denaro attraverso il rilascio di carte di credito ‘revolving’ (del tipo gold o blu) con tassi di interesse usurari, applicati in caso di ritardi nei pagamenti. Erano imputati Giglio Del Borgo, direttore generale e rappresentante legale di American Express Service Europe Limited per l'Italia, Francesco Fontana, rappresentante legale dell'American Express Service Europe Limited e dirigente dell'area ufficio legale, Massimo Quarra, che ha avuto lo stesso ruolo di Del Borgo dal 12 marzo 2008 in poi, Melissa Perinetti, dirigente dell'area prodotti carte di American Express, e Daniele Di Febo, dirigente dell’area compliance.

 

In una nota American Express afferma che “in attesa di leggere la motivazione della sentenza, accoglie con grande soddisfazione la decisione del Tribunale di Trani che ha assolto i suoi manager dalle imputazioni di usura e truffa. Come American Express ha sempre sostenuto, tutte le accuse si sono dimostrate infondate e i manager coinvolti all’epoca dei fatti hanno agito con professionalità, in buona fede e nel rispetto delle normative applicabili. Oggi il Tribunale di Trani ha riconosciuto la correttezza e la legittimità del loro operato. Questo lungo processo – conclude la nota - è frutto di un equivoco circa la natura e le peculiarità delle carte revolving e circa la normativa applicabile in caso di inadempimento da parte di titolari di queste carte”.

 

Nel 2009 in seguito alla denuncia di un cliente di Molfetta titolare di una carta di credito che, dopo aver saltato il pagamento di una rata da circa 100 euro ritenne ingiusta la richiesta di 650 euro di more e interessi, nacque l’inchiesta del pm Ruggiero sulle “carte revolving” dell’American Express, accusata di “truffa” e “usura”. Ascoltando le intercettazioni, il pm passò dalle carte “revolving” a quelle “Centurion”, riservate a una platea ristretta di clienti facoltosi, e così si trovò a intercettare conversazioni tra politici e personaggi dell’informazione pubblica. Tra questi l’allora premier Silvio Berlusconi, intercettato mentre esercitava pressioni contro la trasmissione "Annozero" di Michele Santoro e quindi indagato per concussione: l’inchiesta venne poi trasferita per competenza a Roma e definitivamente archiviata.

 

Il primo dicembre 2017 Il Foglio aveva scritto a proposito del processo: “L’inchiesta sull’American Express è l’anno zero della procura di Trani per come l’abbiamo conosciuta e, per certi versi, ne sarà anche l’epilogo. E’ l’indagine che, nel 2010, ha portato sul palcoscenico nazionale il pm Michele Ruggiero, che nel corso degli anni si è specializzato in inchieste sulle agenzie di rating finite in nulla. (...) Al di là di quale sarà l’esito del processo, sono due gli elementi da sottolineare. Il primo è che la richiesta del pm è inferiore alla pena minima prevista per l’usura (due anni), come a dire: poche prove, poca pena. Il secondo è la cifra della presunta usura: circa 1.000 euro su 10 titolari di carte. Circa 100 euro a testa, in quasi 10 anni di attività giudiziaria. Ma non c’è nessuno che calcola quanto è costato ai contribuenti”.

Leggi qui l'inchiesta del Foglio sulla procura di Trani: 

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