Forza Trani, abbasso Moody's

Redazione

C’è un giudice a Trani. Messa così può sembrare spericolata, non ci sono ancora sentenze né colpevoli e teniamo per stella polare la regola che bisogna sempre sospendere il giudizio, specie su indagini della magistratura chiamate a operare valutazioni sottili, in mondi complessi come l’economia, tra attività lecite e illecite. Ma ciò che viene messo a tema dall’indagine su Moody’s della procura di Trani ha un carattere più generale, ed è su questo che bisogna riflettere.

    C’è un giudice a Trani. Messa così può sembrare spericolata, non ci sono ancora sentenze né colpevoli e teniamo per stella polare la regola che bisogna sempre sospendere il giudizio, specie su indagini della magistratura chiamate a operare valutazioni sottili, in mondi complessi come l’economia, tra attività lecite e illecite. Ma ciò che viene messo a tema dall’indagine su Moody’s della procura di Trani ha un carattere più generale, ed è su questo che bisogna riflettere. La procura ha contestato a due analisti di Moody’s i reati di aggiotaggio e manipolazione del mercato pluriaggravati, come chiarisce l’avviso di chiusura delle indagini appena reso noto. Fatti del maggio 2010: anticipando a “mercati aperti” un report di Moody’s sulla “valutazione del rischio di contagio sovrano a specifici sistemi bancari”, avrebbero creato un ingiustificato allarme, danneggiando il sistema bancario italiano. L’accusa formalizzata ai due dirigenti (un vicepresidente e un direttore generale) dell’agenzia di rating ci parla di una leggenda fatalista da smontare: che i mercati siano entità algoritmiche a sé, e gli spread vadano su o giù per cause puramente tecniche e indipendenti, senza mai l’esistenza di un intervento, anche solo valutativo, umano in grado di influenzare i mercati.

    Non è così. E prima delle indagini stanno a dimostrarlo le reazioni internazionali, tutte negative, al declassamento del debito sovrano italiano da A3 a Baa2 (un passo sopra la spazzatura) operato ieri sempre da Moody’s: “Siamo virtuosi, invece di premiarci ci puniscono”, è stata la reazione di Mario Monti, che è ovviamente parte in causa ma non certo il meno accreditato a dare giudizi. Significativa soprattutto la dichiarazione del portavoce della Commissione europea, Simon O’Connor, che è stato molto duro con Moody’s: “Penso che ci si possa legittimamente porre delle domande sull’appropriatezza della tempistica di questo declassamento, e non è la prima volta che si pone questa questione”. Per le accuse  si vedrà. Ma l’indagine stessa di Trani è una conferma indiretta di un giudizio ormai condiviso, e condivisibile, riguardo al ruolo abnorme e non sempre trasparente (nel senso che oltrepassa le capacità di controllo di qualsiasi governo o Banca centrale) assunto delle agenzie di rating. E che, reati o no, si sia raggiunto il limite di sopportazione. Forza Trani.