I manager di Cpl Concordia sono stati assolti

Redazione

Secondo l'accusa sarebbe stato il primo caso noto di un accordo stretto tra la camorra e aziende del nord impegnate in Campania. Una tesi smontata con la sentenza di oggi

Un altro filone del caso Cpl Concordia, quello più con le accuse più gravi, si è sgonfiato. I manager della cooperativa del nord Italia Roberto Casari, Giuseppe Cinquanta e Giulio Lancia sono stati assolti dal tribunale di Napoli Nord "perché il fatto non sussiste". Su di loro pendeva l'accusa di avere stretto rapporti con i Casalesi nel progetto di metanizzazione dell'agro di Aversa, con lavori affidati alla cooperativa e subappaltati a imprese locali. I pm Giordano e Maresca, avevano chiesto per i 5 imputati condanne tra 8 e 12 anni. Secondo l'accusa sarebbe stato il primo caso noto di un accordo stretto tra la camorra e aziende del nord impegnate in Campania.

 

La sentenza di oggi smonta completamente questa tesi. Sono stati condannati due imprenditori che eseguirono i lavori, ritenuti legati al boss Michele Zagaria: Antonio Piccolo e Claudio Schiavone, rispettivamente a 10 e 6 anni. Ma la cooperativa emiliana è completamente estranea alla vicenda. I giudici hanno riconosciuto che non ci fu un patto tra il clan dei Casalesi e la Cpl Concordia, così come dichiarato dall'ex boss pentito Antonio Iovine.

 

L'indagine è partita e si è mossa in parallelo, almeno in una fase iniziale, con un inchiesta madre condotta dai pm Henry John Woodcock, Celeste Carrano e Giuseppina Loreto con l'aiuto del Noe del capitano Ultimo e di Giampaolo Scafarto, che hanno accusato i vertici della Cpl Concordia di corruzione per la metanizzazione di Ischia. La stessa squadra che ha lavorato all'inchiesta Consip e su cui il Csm ha aperto un fascicolo. Ma le due inchieste sono molto legate tra di loro, tanto che al vaglio del Consiglio superiore della magistratura c'è anche l'operato di Woodcock nell'ambito del caso Cpl Concordia, in particolare per la diffusione delle intercettazioni fra il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi e l'ex premier Matteo Renzi. A breve dovrebbe arrivare a sentenza anche il processo per la metanizzazione di Ischia, da cui è stato già prosciolto un indagato che inizialmente era stato finito agli arresti.

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