Foto tratta dalla pagina Facebook della Groupama-FDJ

Un Giro da mediano

Meglio inseguire o anticipare? Il dilemma di Miles Scotson

Il Giro d'Italia di chi arriva in mezzo. Chi è l'australiano della Groupama - FDJ, arrivato ieri all'87esimo posto

Giovanni Battistuzzi

Dalla pista alla strada, dall'Australia alla Francia, storia di un marcantonio campione del mondo e nazionale che si è fatto tuttofare, frangivento e locomotore. Aspettando l'occasione buona

Seconda tappa del Giro d’Italia. Partiti 176, arrivati 175, solo Alexandr Vlasov ha alzato bandiera bianca. Tra tutti, in mezzo a tutti Miles Scotson, sabato nono, ma a cronometro, ieri 87esimo a un minuto e trentanove da Diego Ulissi. Poco male per l’australiano, ché lui in Italia mica è venuto per vincere.

 

Scotson ha passato anni a inseguire. In pista, inseguimento a squadre: uno dei vagoni di quel treno perfetto che era l’Australia ai Mondiali su pista del 2016. Su strada ha capito che il suo compito era invece quello di anticipare.

 

Per vincere. Come ai campionati nazionali australiani su strada. Partì prima perché con gente come Gerrans, Haas e McCarthy era facile essere battuti allo sprint. Partì bene, talmente bene che nessuno lo riprese più. 

 

 

Soprattutto per far vincere. Che uno come lui di velocità ne ha, ma non sufficiente, però ne sa dare a sufficienza. E allora si è messo a servizio di chi velocità più di tanti e a volte più di tutti, Arnaud Dèmare. Professione frangivento e locomotore. Perché dietro al suo metro e ottantanove si sta bene e quando accelera lo fa con continuità. Lo sanno Ramon Sinkeldam e Jacopo Guarnieri, gli uomini di fiducia dello sprinter francese, quelli preparano il terreno, sgombrano la strada, lanciano la volata. 

 

È un tipo serio Scotson: “In una tappa pianeggiante, quando hai in squadra un corridore come Arnaud Démare o Marc Sarreau è ovvio mettere da parte le ambizioni personali. C’è da dare il massimo per chi ha più possibilità di vincere, c’è da fare gli interessi della squadra, che poi sono anche i miei ovviamente. Con la mia esperienza nell'inseguimento della squadra e nelle prove a cronometro, penso di poterlo fare bene la mia parte”. 

 

È un tipo pratico Scotson: “Sono un tuttofare. Posso inserirmi nel treno dello sprint, posso fare ritmo in una tappa mossa. Se sono in forma, posso provare a fare bene a cronometro, in un prologo o tentare la fuga. Non mi piace specializzarmi in una cosa soltanto, preferisco essere utile, avere più obbiettivi sempre avere un obiettivo. Non posso aspettare solo le cronometro, o fare solo le volate. Preferisco avere un ruolo ogni giorno, insomma rendermi utile”. 

Per rendersi utile Miles Scotson avrà tempo, qualche occasione per i velocisti ci sarà, ma nemmeno molte. E dato che alla Groupama – FDJ un uomo da classifica non c’è chissà che magari non lo si possa vedere in fuga.  

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