Il ciclismo perdona, la polizia no (se coltivi marijuana nel terrazzo)

Giovanni Battistuzzi

Nel corso dell'ottava tappa della Vuelta 2019 la polizia ha scoperto una piccola coltivazione d'erba in una attico del centro di Igualada grazie all'elicottero della corsa. E non è la prima volta

Hugo Koblet mentiva, forse, quando diceva che il ciclismo "perdonava tutto". Per il campione svizzero "insuccessi, débâcle, crisi momentanee e durature, errori" erano cose di poco conto, una parentesi "che si chiudeva alla vittoria successiva". Perché forse è vero che i tifosi perdonano tutto ai proprio beniamini, forse basta davvero "dar loro la dimostrazione che si sta cercando di uscire da un periodo buio", d'altra parte non di sola luce può essere composta la carriera di un campione, ma la legge e l'amore no. Loro, la legge e l'amore, non perdonano niente. E questa volta il doping non c'entra nulla e forse neppure poi tanto il ciclismo. O meglio, il ciclismo è solo un pretesto.

 

Era sabato 31 agosto, era Igualada, era l'arrivo dell'ottava tappa della Vuelta 2019. Mancava poco più di un chilometro allo striscione d'arrivo, Zdenek Stybar era già stato ripreso dal gruppo degli avanguardisti, Niklas Arndt non aveva ancora lanciato il suo sprint vincente, quando le telecamere dell'elicottero che manda le immagini della corsa in tutto il mondo inquadra i corridori. E oltre i corridori quello che non dovrebbe inquadrare. Già perché in una terrazza di un attico di un palazzo di Igualada c'è una macchia verde che a prima vista sembra una macchia verde normale, ma che in realtà è una macchia verde proibita, anche per la legge catalana. Perché se in Catalogna la marijuana non è legalizzata, ma si permette l'auto-coltivazione a condizione che "avvenga in privato e in quantità modeste, ad esclusivo uso personale", o così almeno dice la legge. Quella macchia verde però l'ha vista la polizia e non l'ha considerata né una "quantità modesta", cosa voglia dire quantità modesta chi lo sa, e tanto meno "ad esclusivo uso personale". E così sono saliti nell'appartamento e hanno sequestrato tutto. La polizia dice che il caso era noto, che le indagini erano già partite e che il sequestro era questione di giorni. Sostengono le forze dell'ordine che fosse arrivata una segnalazione di alcuni vicini che sostenevano che le persone che vivevano nell'appartamento avessero "svuotato l'abitazione lasciando tutti i i mobili in strada", ma "lasciando 40 piante di marijuana sul tetto. Non è al momento noto se queste fossero state dimenticate".

 

Un gran colpo per la polizia, una gran sfortuna per i coltivatori dimentichi di aver lasciato quaranta piante sul terrazzo. Una sfortuna però che possono condividere con una coppia di Ferrol di professione architetti. Sette anni fa, a pochi giorni dal passaggio della Vuelta (era il 31 agosto e vinse Stephen Cummings), si videro piombare la polizia in casa per sequestrare le venticinque piante che avevano nel terrazzo. La loro difesa, "è per uso personale", non venne presa in considerazione dagli inquirenti. Ci vollero sei mesi e due analisi di sangue/urine per scagionarli. "Troviamo ispirazione nell'erba, siamo architetti rispettati, liberi professionisti", fu il loro commento dopo la restituzione di quelle che un tempo erano piante.

 

Ma non è solo l'elicottero della Vuelta a creare danni alla quieta vita (illegale) delle persone. Nel 2007 toccò anche al Giro (un grazie ad Andrea Trapani per la segnalazione). A Marinella, nel litorale spezino, le telecamere dell'elicottero al seguito della carovana rosa inquadrarono un quarantenne mentre era al mare in compagnia di una donna. Una donna che però non era la moglie - "tutta colpa" di un parente della signora che le aveva fatto i complimenti per essere apparsa in tv; la donna però era al lavoro e il marito al mare con l'amante. L'uomo a causa di quelle riprese venne lasciato in tronco per "evidenza di colpevolezza", sentenziò il giudice.

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