Europa Ore 7

La Brexit dalla ricerca dell'Ue

La ripresa continua malgrado venti contrari e incertezze; la Commissione scommette sull'inflazione sotto il 2 per cento nel 2023 e Gentiloni lancia un avvertimento sulle concessioni balneari. L'escalation della tensione diplomatica con la Russia, il giorno di Johnson e Truss nella crisi ucraina

David Carretta

Tra poche settimane dovrebbero essere sottoscritti i primi progetti del nuovo periodo finanziario, con conseguenti esborsi di fondi. Ma i partner britannici - centinaia di università, centri di ricerca e imprese, a cui era stato detto di partecipare - rischiano di essere esclusi a causa della mancata firma sull'accordo di associazione del Regno Unito a Horizon Europe

La ricerca doveva essere uno dei pochi settori esclusi dalla Brexit. E invece il governo di Boris Johnson potrebbe essere costretto a prendere la decisione di non partecipare al programma di ricerca dell'Unione europea, Horizon Europe, rinnegando l'impegno assunto al momento della firma dell'accordo post Brexit di permettere alle università e ai ricercatori britannici di continuare a beneficiare delle collaborazioni e dei finanziamenti comunitari. La posta in gioco vale 95,5 miliardi di euro di finanziamenti previsti da Horizon Europe nei prossimi sette anni. Ma ora Londra è tentata di lanciare un suo programma di ricerca con Stati Uniti, Svizzera e Israele.

 

Tra poche settimane dovrebbero essere sottoscritti i primi progetti del nuovo periodo finanziario, con conseguenti esborsi di fondi. Ma i partner britannici - centinaia di università, centri di ricerca e imprese, a cui era stato detto di partecipare - rischiano di essere esclusi a causa della mancata firma sull'accordo di associazione del Regno Unito a Horizon Europe. "E' una scadenza che si avvicina", ci ha detto giovedì la commissaria alla Ricerca, Mariya Gabriel: se non il Regno Unito non può essere associato “il pagamento non può essere effettuato”. Questa volta la colpa è tutta dell'Ue. La Commissione non vuole aprire le porte di Horizon Europe al Regno Unito prima che sia risolto il conflitto sul Protocollo irlandese dell'accordo Brexit.

 

Il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, e il ministro britannico degli Esteri, Liz Truss, si vedranno a Londra per fare un ennesimo tentativo per uscire dallo stallo sul Protocollo irlandese. A Bruxelles tutti riconoscono che i toni sono cambiati, dopo che l'ex ministro per la Brexit, David Frost, ha lasciato il dossier a Truss. Ma sulla sostanza le posizioni sono ancora lontane. Londra chiede la cancellazione di tutti i controlli sulle merci che dalla Gran Bretagna arrivano in Irlanda del nord e un diverso approccio: passare dalle regole rigide alla gestione del rischio. La Commissione non sembra disposta ad andare oltre la flessibilità che ha già promesso, con la proposta di ridurre dell'80 per cento i controlli sanitari e fitosanitari e del 50 per cento le procedure doganali. A complicare la trattativa è la situazione politica interna al Regno Unito e all'Irlanda del nord. Johnson è sempre più sotto pressione per gli scandali delle feste a Downing Street durante il lockdown. Il partito Tory è in caduta libera nei sondaggi e a maggio sono previste le elezioni locali. Il Partito democratico unionista a Belfast hanno provocato una nuova crisi del governo nord irlandese prendendo di mira il Protocollo.

 

Pur evocando la possibilità di “piani di emergenza” per i progetti di Horizon Europe che includono beneficiari britannici, Gabriel ha mantenuto la linea dura. “Restiamo molto fermi sulla difesa dei principi e dei valori”, ci ha detto Gabriel: per il Regno Unito non può esserci “cherry picking”. Così è il governo Johnson che si sta preparando a piani d'emergenza. In un'intervista al Financial Times, il ministro per la Scienza, George Freeman, ha annunciato un piano da 6 miliardi di sterline in tre anni per sostenere ricerca e innovazione. “La nostra posizione rimane che vogliamo essere associati (a Horizon Europe)”, ha spiegato Freeman: “Forse dopo le elezioni francesi e la soluzione di varie altre questioni che sono discusse attorno alla Brexit, l'associazione sarà possibile”. Ma il governo britannico sta preparando "un piano coerente e ambizioso per la scienza internazionale, basato su elementi di Horizon", ha detto Freeman. Secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto, il Regno Unito potrebbe offrire ad altri paesi di partecipare al suo programma di ricerca. Tra gli altri vengono citati gli Stati Uniti, Israele e la Svizzera. "Fuori da Horizon abbiamo la libertà di essere più globali", ha detto Freeman.

 

Svizzera e Israele sono tradizionalmente associate ai programmi di ricerca dell'Ue. Ma la Svizzera si trova in una situazione analoga a quella del Regno Unito, dopo la decisione del governo di Berna di non andare avanti con l'approvare di un accordo quadro per le relazioni con l'Ue. L'allarme della comunità scientifica è alto. Ricercatori e scienziati britannici e svizzeri, ma anche europei, hanno lanciato una campagna - "Stick to Science" - per chiedere all'Ue di firmare rapidamente gli accordi di associazione con Regno Unito e Svizzera. "Permettere che delle differenze politiche impediscano la collaborazione scientifica è contraria agli interessi della società", dice l'appello.

 

"Escludere il Regno Unito e la Svizzera è una punizione per l'Europa. E' una decisione sadomasochistica", ha detto al Financial Times, Antonio Petit, il presidente del CNRS francese. A ieri sera 2.382 scienziati, professori, premi Nobel avevano firmato l'appello "Stick to Science". Il valore della scienza senza frontiere è stato dimostrato questa settimana dai fisici e dagli ingegneri del consorzio EUROfusion con un risultato record di produzione di energia attraverso fusione nucleare. L'esperimento è condotto nell'impianto JET (Joint European Torus) di Culham nel Regno Unito e attorno al consorzio EUROfusion, che è finanziato dal bilancio dell'Ue, partecipano 4.800 persone da quasi tutti i paesi europei.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 11 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

La ripresa continua malgrado venti contrari e incertezze - Nonostante l'ondata Omicron, l'aumento del prezzo dell'energia e i problemi alla catena di approvvigionamento, la ripresa della zona euro (e dell'Italia) continuerà a essere solida quest'anno, secondo le previsioni economiche d'inverno pubblicate ieri dalla Commissione. C'è stata una revisione al ribasso delle stime, ma non significativa. La zona euro dovrebbe crescere del 4,0 per cento nel 2022, con un taglio dello 0,4 per cento rispetto alle previsioni di novembre. Il 2021 è andato decisamente meglio (più 5,3 per cento di pil) e il 2023 dovrebbe andare un po' meglio (più 2,7 per cento). L'Italia segue lo stesso andamento. Dopo il rimbalzo record del 6,5 per cento dello scorso anno, la crescita dovrebbe essere del 4,1 per cento nel 2022 e del 2,3 per cento nel 2023. In un editoriale il Foglio spiega che sono tutte buone notizie, ma vanno prese con cautela data la marea di incertezze che continuano a pesare sulle prospettive economiche. Nella classifica dei rischi ci sono i prezzi dell'energia, i problemi alla catena di approvvigionamento e la guerra in Ucraina.

 

La Commissione scommette sull'inflazione sotto il 2 per cento nel 2023 - La stima destinata a far discutere di più nelle previsioni economiche della Commissione questa volta non è la crescita, ma l'inflazione. Non tanto il 3,5 per cento indicato per il 2022, che appare in linea con le previsioni di altre istituzioni internazionali (è previsto un picco del 4,8 per cento nel primo trimestre dell'anno, prima che l'aumento dei prezzi si stabilizzi al 3 per cento nei due trimestri successivi e scenda al 2,1 per cento negli ultimi tre mesi dell'anno). Semmai la proiezione per il 2023, con la Commissione che prevede che l'inflazione tornerà “sotto l'obiettivo del 2 per cento della Bce”. Perché l'aumento dei prezzi del prossimo anno è importante? La pressione dentro il consiglio dei governatori della Bce per chiudere i rubinetti degli stimoli e alzare rapidamente i tassi sta crescendo. Quello che conta per le prossime mosse di Francoforte è "l'orizzonte di proiezione". L'espressione è spesso usata da Christine Lagarde in conferenza stampa per spiegare che, prima di dare una stretta monetaria significativa, la stima sull'aumento dei prezzi deve essere al 2 per cento anche negli anni successivi a quello in corso. Come spieghiamo sul Foglio, l'indicazione di Bruxelles a Francoforte è di andarci molto piano nella prossima riunione del consiglio dei governatori della Bce di marzo.

 

Gentiloni lancia un avvertimento sulle concessioni balneari - La conferenza stampa per presentare le previsioni economiche della Commissione è stata un'occasione per noi per chiedere a Paolo Gentiloni come sta andando l'Italia con il suo piano di ripresa e resilienza, ma anche un'indicazione sulle discussioni interne al governo sulle concessioni balneari. Ecco cosa ci ha risposto Gentiloni: “Sul tema del piano italiano di ripresa e resilienza, credo che il contesto italiano sia piuttosto chiaro, cioè quello di un'economia che tende a riprendere i livelli di crescita pre-pandemia in queste settimane, quindi piuttosto velocemente e forse più velocemente di quanto si era immaginato qualche tempo fa. E che ha previsioni di crescita positive per quest'anno e per l'anno prossimo. Naturalmente queste previsioni di crescita sono collegate alla buona attuazione dei piani di resilienza e ripresa su cui il governo italiano è pienamente impegnato. Noi abbiamo considerato dentro tutte le nostre previsioni economiche l'influenza almeno della parte investimenti di tutti i piani nazionali di ripresa e resilienza. Come se andasse tutto nella direzione giusta. Quindi è molto importante che vada nella direzione giusta. E naturalmente il tema degli investimenti del turismo per l'Italia è molto importante. Sulla questione delle concessioni balneari non è che occorra rivedere molte norme. La soluzione che la Commissione indica da tempo è una soluzione abbastanza semplice, cioè quella di riassegnare mediante gare le concessioni esistenti”.
 

Ad aprile un altro passo per deferire l'Italia alla Corte sulle balneari - Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha accusato Gentiloni di “indegna invasione di campo anti italiana”. Sul Foglio spieghiamo perché più concorrenza nel settore delle concessioni balneari è così importante. Secondo Gentiloni, “essendo il turismo così importante per un paese come l'Italia, è molto importante investire ed è molto importante farlo con la capacità di sfruttare al massimo le concessioni balneari”. Il commissario ha spiegato che in regime di competizione “ci possono essere degli investitori che di questo patrimonio nazionale fanno un uso migliore e più avanzato”. Ma nell'articolo trovate anche un piccolo scoop. Se l'Italia non modificherà la legislazione per lanciare le gare, ad aprile la Commissione dovrebbe farà il secondo passo della procedura di infrazione, inviando un "parere motivato" per chiedere al governo di conformarsi al diritto dell'Ue entro un due mesi. Se non lo farà, la Commissione dovrebbe poi procedere con il deferimento dell'Italia alla Corte dell'Ue.

 

La Germania boccia le golden rule per la riforma del Patto di stabilità - Il governo di Olaf Scholz è "molto scettico" all'idea di introdurre delle golden rule per escludere gli investimenti verdi o in altri settori dalle regole su deficit e debito nell'ambito della riforma del Patto di stabilità e crescita. Al Finance Summit di Politico.eu, il principale consigliere di Olaf Scholz, Jörg Kukies, ha spiegato che il rischio è di aprire "un vaso di Pandora" nel quale ciascun paese chiede esenzioni al punto da svuotare le regole del Patto. "E' impossibile trovare un accordo sul privilegiare alcune spese su altre", ha detto Kukies. Nella loro proposta pubblicata a dicembre sul Financial Times, Mario Draghi e Emmanuel Macron avevano ipotizzato golden rule per tutti gli investimenti destinati al futuro. Kukies ha spiegato che il governo Scholz è disponibile a introdurre alcune "flessibilità", senza modificare la struttura "fondamentale" del Patto di stabilità.
 

Austria organizza la resistenza sulle regole fiscali - Il ministro delle Finanze austriaco, Magnus Brunner, ieri ha annunciato che si sta allargando il gruppo di paesi "responsabili" che vogliono mantenere la sostenibilità delle finanze pubbliche al centro del Patto di stabilità e crescita. "Tutte le misure che abbiamo preso durante la pandemia erano abbastanza necessaria, ma ora è tempo di ripresa", ha detto Brunner a Bloomberg Tv: "Nel medio periodo dobbiamo tornare di nuovo a percorsi di bilanci sostenibili". Secondo Brunner, questa posizione "non è solo dei frugali, ama di molti di più".
 

Escalation della tensione diplomatica con la Russia - Dopo le speranze sollevate lunedì dalla visita di Emmanuel Macron a Mosca per cercare una de-escalation in un faccia a faccia con Vladimir Putin, ieri la tensione diplomatica è tornata a crescere tra la Russia e gli occidentali. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha avvertito che "il numero di soldati russi sta salendo" alla frontiera con l'Ucraina, mentre i tempi per un possibile attacco si stanno "riducendo". Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che una risposta collettiva dell'Ue alle richieste di sicurezza di Mosca porterebbe a una rottura dei colloqui, dopo che l'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha appena risposto a nome dei 27 stati membri a una lettera in cui Lavrov aveva chiesto risposte individuali nazionali. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha avvertito la Russia di "non sottovalutare la nostra unità e determinazione come partner nell'Ue e come alleato nella Nato". Nel frattempo a Berlino si sono riuniti per la seconda volta in due settimane i rappresentanti di Francia, Germania, Ucraina e Russia nel formato Normandia. Sul Foglio Micol Flammini spiega di cosa si parla agli incontri del formato Normandia su Minsk II e perché si teme la balcanizzazione dell’Ucraina.

Il giorno di Johnson e Truss nella crisi ucraina - Il premier britannico, Boris Johnson, ieri era alla Nato per incontrare il segretario generale, Jens Stoltenberg, e mostrare la determinazione del Regno Unito di fronte alle minacce della Russia. Nello stesso momento il suo ministro degli Esteri, Liz Truss, era a Mosca per incontrare il russo Sergei Lavrov. Il faccia a faccia e la successiva conferenza stampa non sono andati per nulla bene. Lavrov si è lanciato in una serie di insulti poco diplomatici, con Truss che ha risposto a muso duro sulle sanzioni. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega che la diplomazia inglese non si ferma davanti a Lavrov sprezzante.
 

La Cina blocca le importazioni di manzo, latte e birra dalla Lituania - La Cina sospeso le importazioni di carne di manzo, prodotti caseari e birra dalla Litania, mentre continua la disputa con il piccolo paese del Baltico sulle sue relazioni con Taiwan. Come spiega Reuters, l'agenzia di controllo veterinario lituana è stata informata dall'amministrazione delle dogane della Cina che le esportazioni non erano più possibili a causa di "mancanza di documentazione". La Lituania ha spiegato che la mossa è senza precedenti, perché generalmente i paesi importatori chiedono le informazioni mancanti prima di bloccare le importazioni. L'Ue ha già avviato le procedure davanti all'Organizzazione mondiale del commercio per contestare a Pechino l'imposizione di un embargo di fatto sulle merci in provenienza della Lituania e le pressioni sulle imprese europee per uscire dal piccolo paese del Baltico se vogliono continuare a esportare in Cina. All'origine dello scontro c'è la decisione della Lituania di permettere l'apertura di un ufficio di rappresentanza di Taiwan.

 


Accade oggi in Europa

– Consiglio europeo: il presidente Michel partecipa all'One Ocean Summit organizzato dal presidente francese, Emmanuel Macron

– Commissione: la presidente von der Leyen partecipa all'One Ocean Summit organizzato dal presidente francese, Emmanuel Macron

– Conferenza sul futuro dell'Europa: panel dei cittadini sull'Ue nel mondo e la migrazione (a Maastricht fino a domenica)

– Consiglio: riunione del Coreper

– Eurostat: dati sugli investimenti stranieri diretti del 2020; dati sull'uso di rinnovabili per il riscaldamento e il condizionamento nel 2020