Europa Ore 7

L'esercito di von der Leyen si farà tagliando l'Iva

La maggioranza applaude al discorso di Ursula; Sassoli assente giustificato. Ppe e Renew spingono il premio Sakharov verso Navalny. Timmermans e Draghi sono nella top 100 di Time e in Germania il 40 per cento degli elettori è ancora indeciso su chi votare

David Carretta

La presidente della Commissione ha chiesto al Parlamento europeo di ispirarsi a Bebe Vio, ha annunciato il possibile taglio dell'Iva per l'acquisto di armamenti prodotti in Europa, oltre alla convocazione di un apposito summit sulla difesa organizzato con Emmanuel Macron durante la presidenza francese dell'Ue

Ursula von der Leyen non ha deluso i suoi estimatori e non ha entusiasmato i suoi critici nel discorso sullo Stato dell'Unione ieri. Dopo aver parlato per più di un'ora, rivendicando il successo nella campagna sui vaccini e nella ripresa economica, il momento più emozionante è stato quando la presidente della Commissione ha chiesto al Parlamento europeo di ispirarsi a Bebe Vio, perché dimostra che “se sembra impossibile, allora si può fare”. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha fatto della campionessa olimpica italiana il simbolo dell'anno che è passato e di ciò che attende l'Europa. “Si può realizzare ciò in cui si crede”, ha detto von der Leyen: “Questo era lo spirito dei padri fondatori ed è lo spirito della nuova generazione europea. Facciamoci ispirare da Bebe”. Ma, al di là della retorica, cosa c'era di sostanza? Molto, se si guarda alle priorità della legislatura, in particolare Green deal e digitalizzazione. Poco, rispetto alla sfida dell'autonomia strategica dell'Ue dopo l'Afghanistan.

 

La Difesa europea era uno dei temi su cui von der Leyen era più attesa. Ma le proposte della presidente della Commissione sono molto limitate:  la creazione di un “Joint Situational Awareness Centre” e il possibile taglio dell'Iva per l'acquisto di armamenti prodotti in Europa, oltre alla convocazione di un apposito Summit sulla difesa organizzato con Emmanuel Macron durante la presidenza francese dell'Ue. “Joint Situational Awareness Centre” in italiano si traduce con un imbarazzante “Centro comune per la consapevolezza situazionale”. Cosa dovrebbe essere? Una nuova istituzione dell'Ue che raccoglie e condivide le informazioni di sicurezza e le valutazioni delle minacce per aiutare i decisori politici a... decidere. Perché la diagnosi di von der Leyen non è sbagliata: quello che manca agli stati membri non sono le capacità militari, ma “la volontà politica”. Ma in molti dubitano che il “Centro comune per la consapevolezza situazionale” sia la soluzione. Così come appare difficile costruire l'esercito europeo con il taglio dell'Iva sugli armamenti. Come spiega il Foglio in un editoriale, le idee di von der Leyen sulla Difesa Ue sono molto deboli.

 

Sempre sul Foglio, c'è un articolo su un'altra proposta della presidente della Commissione, che potrebbe essere più interessante: fare concorrenza alle nuove vie della Seta della Cina con il “Global Gateway”. E' la nuova strategia di connettività con il resto del mondo. A differenza della Belt and Road cinese dovrebbe essere basata su valori europei, trasparenza e good governance. “Vogliamo creare legami e non dipendenze”, ha detto von der Leyen. Il pivot europeo verso l'Asia è completato dalla strategia sull'Indo-Pacifico che, agli occhi della presidente della Commissione, dovrebbe garantire una presenza maggiore dell'Ue in una regione fondamentale per prosperità e sicurezza. A proposito di Cina, von der Leyen ha annunciato la proposta di un bando delle merci fabbricate con il lavoro forzato. Nel mirino c'è l'abbigliamento prodotto con il cotone dello Xinjiang, dove milioni di uiguri sono stati costretti al lavoro forzato.

 

Nel discorso sullo Stato dell'Unione ci sono altri annunci. Entro la metà del 2022 l'Ue donerà altre 200 milioni di dosi di vaccini al resto del mondo. La Commissione lancerà Alma, un nuovo programma stile Erasmus per i Neet, cioè i giovani fuori dall'istruzione, dalla formazione e dall'occupazione. L'Europa è pronta a mettere altri 4 miliardi nella finanza climatica, per aiutare il resto del mondo a rispettare gli accordi di Parigi. Ci sarà anche un'iniziativa legislativa per tutelare la libertà e l'indipendenza dei media. Un altro annuncio merita attenzione. "Presenteremo una nuova Legge europea sui chip", ha detto von der Leyen. L'obiettivo è rispondere alla penuria di microprocessori e garantire l'autonomia europea in questo settore strategico per l'era digitale. Per il resto l'appello di von der Leyen è stato alla continuità. Portare avanti la sua agenda su Green deal e digitalizzazione.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 16 settembre, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

La maggioranza Ursula applaude - I gruppi che sostengono Ursula von der Leyen hanno applaudito al discorso sullo Stato dell'Unione. Popolari, socialisti e liberali di Renew hanno espresso apprezzamento, cercando ciascuno di riconoscere le proprie priorità. I Verdi sono stati più critici. Philippe Lamberts ha criticato il sostegno alla riforma della Politica agricola comune, che è incompatibile con il Green deal. Raffaele Fitto, a nome del gruppo dei Conservatori e Riformatori Europei, ha accusato von der Leyen di non aver parlato di riforma del Patto di stabilità e crescita (anche se in realtà ha parlato di necessità di “consenso”). Per gli anti-europei di Identità e Democrazia ha parlato il leader di Alternativa per la Germania, che è in piena campagna elettorale. Jörg Meuthen ha accusato von der Leyen di voler “alimentare orgie di spesa e redistribuzione”.

 

Le voci fuori dal coro pro Ursula - Nei corridoi del Parlamento europeo ieri non tutti i deputati popolari, socialisti e liberali erano entusiasti del discorso di von der Leyen. Andrea Cozzolino del Partito democratico ci ha spiegato che c'è stato un “grande assente” nel discorso sullo Stato dell'Unione: il Mediterraneo. Il che è grave - secondo Cozzolino - nel momento in cui la Tunisia vive una crisi costituzionale, la Libia è sempre in bilico e il Libano sta attraversando una crisi sistemica. Difficile essere un attore geopolitico di peso e influenzare i paesi dell'Africa, se non si riesce a incidere sull'altra sponda del Mediterraneo. Cozzolino vorrebbe un “Recovery fund per il Mediterraneo”. Sophie in 't Veld di Renew ha pubblicato un comunicato molto duro ricordando che lo stato di diritto e la democrazia "sono sotto attacco" e "la riforma migratoria è bloccata", ma von der Leyen si limita a lamentarsi per "la mancanza di volontà politica". A proposito: nel discorso sullo Stato dell'Unione, nel passaggio sullo stato di diritto, von der Leyen ha appositamente evitato di menzionare Polonia e Ungheria, anche se nelle repliche ha annunciato "notifiche" nelle prossime settimane.

 

Sassoli assente giustificato (e auguri di pronto ristabilimento) - David Sassoli non ha potuto presiedere il dibattito sullo Stato dell'Unione a causa di un'indisposizione intercorsa la scorsa notte. “Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, è stato sottoposto a test antigenico e test Pcr anti-covid, in seguito ad uno stato febbrile che si è manifestato durante la notte”, ha fatto sapere il suo portavoce: “Entrambi i test hanno dato esito negativo”, ma i medici curanti hanno prescritto “alcuni giorni di riposo”.

 

Il Ppe Gonzales Pons si ritira, ma non è una buona notizia per Sassoli - Un altro peso massimo del gruppo del Ppe si è ritirato dalla corsa per la presidenza del Parlamento europeo, ma non è una buona notizia per Sassoli che spera in una conferma per la seconda metà della legislatura. Lo spagnolo Esteban González Pons ieri ha lasciato intendere che non correrà per diventare il candidato del Ppe alla presidenza. Secondo González Pons, il prossimo presidente del Parlamento deve essere un popolare, come previsto dall'accordo del luglio 2019 con socialisti e liberali, ma occorre una personalità di consenso sostenuta dalle forze europeiste. I liberali di Renew e i Verdi hanno auspicato un presidente donna. Il Ppe si ritrova appunto con due potenziali candidate donne: la maltese Roberta Metsola e l'olandese Esther de Lange.

 

Ppe e Renew spingono il premio Sakharov verso Navalny - Il gruppo Renew e quello del Partito popolare europeo hanno entrambi deciso di candidare Alexei Navalny per il premio Sakharov per la libertà di pensiero di quest'anno. In attesa che si posizionino gli altri gruppi, l'attribuzione a Navalny appare abbastanza scontata.

 

Timmermans e Draghi nella top 100 di Time - Time ieri ha pubblicato la sua lista delle 100 personalità più influenti nel mondo. Per l'Ue ci sono due sorprese. La prima è Frans Timmermans, incluso nella categoria dei pionieri per le sue battaglie per il Green deal e la volontà di rendere la transizione climatica giusta. La seconda è Mario Draghi, il cui ritratto è stato scritto niente meno che da Janet Yellen, il segretario al Tesoro americano. Draghi è nella categoria dei leader, insieme (tra gli altri) a Joe Biden e Xi Jinping. Altri politici europei non ce ne sono. E' un segnale della fine dell'era Merkel.

 

Il 40 per cento di indecisi in Germania – A dieci giorni dalle elezioni legislative, i sondaggi si sono stabilizzati, con la Spd di Olaf Scholz nettamente davanti al blocco Cdu-Csu di Armin Laschet nelle intenzioni di voto. Ma secondo una ricerca dell'Allensbach Institute for Public Opinion Research per la Frankfurter Allgemeine Zeitung, c'è un fattore che potrebbe cambiare tutto: il 40 per cento degli elettori è ancora indeciso. E' la cifra più alta mai registrata a così pochi giorni dal voto. L'incertezza è alimentata anche dalla forte affluenza: l'87 per cento dei tedeschi  dice comunque che andrà a votare.

 

Dopo gli Eu-Bond, arrivano gli Eu-Bill - La Commissione ieri ha annunciato di aver emesso 5 miliardi di euro di Eu-Bill, titoli di breve periodo destinati a finanziare il Recovery fund. Grazie a un'asta sono stati raccolti 3 miliardi per il titolo a tre mesi e 2 miliardi per il titolo a sei mesi. “La prima asta di Eu-Bill rappresenta un altro momento storico per il programma di finanziamento di NextGenerationEu”, ha detto il commissario al Bilancio, Johannes Hahn. “Con la possibilità di emettere Eu-bill ogni mese, la Commissione ora ha una soluzione di finanziamento ponte efficiente e poco caro a sua disposizione”.

 

La produzione industriale sale, il costo del lavoro cala - A luglio la produzione industriale nella zona euro è cresciuta dell'1,5 per cento rispetto al mese di giugno, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. Per l'Ue a 27 l'aumento è stato dell'1,4 per cento. Rispetto al 2020, la produzione industriale a luglio è aumentata del 7,7 per cento nell'area euro e del 8,3 per cento nell'Ue a 27. Eurostat ieri ha anche pubblicati i dati sul costo del lavoro, che nel secondo trimestre dell'anno è sceso dello 0,1 per cento nell'area euro, mentre è salito dello 0,6 per cento nell'Ue a 27.

 

 


Accade oggi in Europa

– Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti su "Repressione a Cuba", "Trasparenza nello sviluppo, acquisto e distribuzione dei vaccini Covid-19”)

– Commissione: visita della presidente von der Leyen a Malta per il via libera del piano nazionale di ripresa e resilienza

– Commissione: il commissario Wojciechowski partecipa alla riunione dei ministri dell'Agricoltura del G20 a Firenze (fino a venerdì)

– Consiglio europeo: discorso del presidente Michel al Forum delle economie maggiori su Energia e Clima

– Banca centrale europea: la presidente Lagarde partecipa al "Hec Talks" dell'Ecole des hautes études commerciales de Paris

– Corte di giustizia dell'Ue: sentenza nel ricorso della Commissione contro l'Italia per la violazione della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici; sentenza sulle esenzioni fiscali in Belgio per le multinazionali

– Eurostat: dati sul commercio internazionale di merci di luglio; dati sui posti di lavoro vacanti nel secondo trimestre; dati sul trasporto di passeggeri nelle ferrovie nel primo trimestre

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