Europa Ore 7

Vestager ha un problema con i giudici dell'Ue

La zarina dell'antitrust sta accumulando una serie piuttosto lunga di bocciature da parte del Tribunale e della Corte dell'Unione europea

David Carretta

Parte del problema sta nel fatto che la direzione generale Concorrenza ha risorse limitate per far fronte alla complessità dei casi sugli aiuti di stato e le concentrazioni

Margrethe Vestager ha un problema serio con i giudici di Lussemburgo. Ieri il Tribunale dell'Unione europea ha annullato la decisione della Commissione di dichiarare come aiuti di stato illegali i benefici fiscali concessi dal Lussemburgo ad Amazon attraverso il suo sistema di “tax ruling”, le dichiarazioni anticipate delle amministrazioni fiscali sull'ammontare delle tasse dovute. Secondo i giudici di Lussemburgo, la direzione generale Concorrenza diretta da Vestager non è stata in grado di dimostrare in modo giuridicamente adeguato che vi sia stata un'indebita riduzione dell’onere fiscale di una filiale europea del gruppo Amazon. Di conseguenza, contrariamente a quanto stabilito dalla Commissione nel 2017, il colosso del digitale non dovrà rimborsare 250 milioni di euro di sconti fiscali di cui ha beneficiato in Lussemburgo.

Vestager ieri ha detto che valuterà “i prossimi passi”. Non è escluso che presenti un appello davanti alla Corte di giustizia dell'Ue. Ma la zarina dell'antitrust sta accumulando una serie piuttosto lunga di bocciature da parte del Tribunale e della Corte dell'Ue. Nel 2019 i giudici di Lussemburgo avevano bocciato la sua decisione sul trattamento fiscale privilegiato a Starbucks nei Paesi Bassi. Nel 2020 c'è stata la sentenza più clamorosa: il Tribunale dell'Ue ha annullato la sua decisione contro Apple a cui era stato ordinato di rimborsare 13 miliardi di tasse non percepite in Irlanda.

Parte del problema sta nel fatto che la direzione generale Concorrenza ha risorse limitate per far fronte alla complessità dei casi sugli aiuti di stato e le concentrazioni. Non di rado accade che i migliori funzionari siano assunti dagli studi di avvocati, che offrono stipendi d'oro e prospettive di carriera migliore dell'amministrazione comunitaria. La Commissione ha subito altri colpi duri, come la doppia sentenza di Tribunale e Corte dell'Ue su Tercas, la banca italiana a cui era stato applicato il cosiddetto “burden sharing” (le perdite per azionisti e obbligazionisti), fissando un precedente che ha legato le mani all'Italia sui successivi salvataggi bancari. Ma sui “tax ruling” le scelte di Vestager sono state soprattutto politiche.

La Commissione, invece di utilizzare la legislazione per lottare contro l'evasione e l'elusione fiscale – gli stati membri devono decidere all'unanimità sulle materie che riguardano le tasse – la Commissione ha scelto la via delle regole della concorrenza. “Tutte le imprese devono pagare la loro quota giusta di tasse”, ha ribadito ieri Vestager, commentando l'ultima sentenza. I casi contro Amazon, Starbucks e Apple erano stati avviati dopo i "LuxLeaks" del 2014, un'inchiesta giornalistica che aveva  messo in luce il sistema di ottimizzazione fiscale delle multinazionali con sedi in Lussemburgo. Altre decisioni legate ai Tax ruling – come su Fiat e Engie – sono state confermate dai giudici di Lussemburgo. Ma i casi contro le multinazionali americane sono stati ritenuti dal Tribunale dell'Ue poco solidi sul piano giuridico.

Su Apple saranno i giudici della Corte di giustizia dell'Ue ad avere la parola finale. Vale anche per Fiat, che ha presentato appello contro la sentenza del Tribunale che ha dato ragione a Vestager. Gli ottimisti vogliono comunque vedere il lato positivo delle cose. Secondo il Wall Street Journal, la sentenza di ieri a favore di Amazon spingerà i governi europei a raggiungere un accordo per modificare la legislazione e far pagare le tasse ai giganti del digitale. Il conto per Amazon potrebbe essere molto più salato. Il Guardian la scorsa settimana ha rivelato che Amazon non ha pagato un solo euro di tasse sui suoi profitti in Lussemburgo, malgrado il fatto che abbia fatturato 44 miliardi di euro. La svolta dell'Amministrazione Biden sulla tassazione delle multinazionali nei negoziati in corso all'Ocse fa ben sperare. Nel frattempo, su pressione della Commissione  (comprese le inchieste sugli aiuti di stato), Lussemburgo, Irlanda, Paesi Bassi, Belgio, Cipro e Ungheria hanno già parzialmente modificato le loro legislazioni sulla tassazione delle multinazionali.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 13 maggio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

La primavera economica dopo l'inverno del Covid - Paolo Gentiloni ieri ha presentato le previsioni economiche di primavera della Commissione invitando i governi a “rimboccarsi le maniche” per sfruttare la ripresa. Grazie alla campagna di vaccinazione e alle riaperture, l'Unione europea e la zona euro si sono messe alle spalle la crisi economica provocata dal Covid-19. Tutti gli stati membri dovrebbero ritornare ai livelli di Pil pre crisi entro la fine del 2022. Il Pil dell'Ue dovrebbe crescere del 4,2 per cento nel 2021 e del 4,4 per cento nel 2022. Quello della zona euro rispettivamente del 4,3 per cento e del 4,4 per cento. Per l'Italia ci sono due buone notizie. La Commissione ha rivisto al rialzo le stime di crescita per il prossimo biennio: 4,2 per cento nel 2021 (contro il 4,1 delle previsioni di autunno) e 4,4 per cento nel 2022 (contro il 2,8). Migliora anche la dinamica del debito, che dovrebbe attestarsi al 159,8 per cento del Pil quest'anno (contro il 159,5 delle previsioni di autunno) e iniziare a scendere al 156,6 per cento del Pil il prossimo (contro il 159,1). Come spieghiamo sul Foglio le previsioni sono destinate a influenzare il dibattito sulla riattivazione del Patto di stabilità nel 2023 e sulle decisioni di politica monetaria della Banca centrale europea.

Per Draghi il Patto di stabilità è inadeguato - La trattativa sul Patto di stabilità e crescita, se modificarlo o come interpretarlo, non è ancora iniziato. La Commissione dovrebbe fare proposte in autunno dopo le elezioni in Germania. Ma il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ieri ha detto di voler "essere molto chiaro. E' fuori discussione che le regole sul Patto di stabilità dovranno cambiare, ma questo dibattito non è ancora partito". La linea Draghi è che "le attuali regole sono inadeguate, lo erano e lo sono di più per l'uscita dalla pandemia. Dovremo concentrarsi su un forte slancio della crescita per assicurare la sostenibilità dei conti pubblici", ha detto Draghi. In un editoriale il Foglio spiega che solo con riforme ambiziose l'Italia può cambiare le regole di bilancio europee.

 

La Grecia 2.0 modello del Recovery - Chiacchierando con i funzionari di Commissione ed Eurogruppo che si occupano del Recovery fund, spesso dicono che la Grecia è un modello per come ha preparato il suo piano nazionale di ripresa e resilienza. Quanto sono lontani i tempi dei conti truccati, dei salvataggi a ripetizione e della coppia Tsipras-Varoufakis? Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano il segreto della nuova esuberanza greca. La Grecia, allenata alle crisi, ora proiettata verso il suo 2.0 e, con il premier Kyriakos Mitsotakis, indossa i colori nuovi del sud dell’Europa.


Il piano di Recovery di Orbán - La Commissione ieri ha annunciato di aver ricevuto il piano nazionale di ripresa e resilienza dell'Ungheria, che diventa così il quindicesimo paese a inviare formalmente il suo documento a Bruxelles. Il governo di Viktor Orbán ha deciso di non ricorrere alla quota di prestiti a cui l'Ungheria avrebbe avuto diritto, limitandosi a chiedere 7,2 miliardi di euro di trasferimenti dalla Resilience and Recovery Facility. I settori su cui si concentrerà il piano ungherese sono la transizione verde, la sanità, la ricerca, il digitale, la coesione e la pubblica amministrazione. Prima della presentazione formale c'erano state intense trattative tra Bruxelles e Budapest per riformare il sistema delle gare di appalto in Ungheria.

Il 30 per cento degli adulti nell'Ue ha ricevuto una dose - Il 29,3 per cento della popolazione adulta dell'Ue ha ricevuto almeno una dose di vaccino contro il Covid-19, secondo gli ultimi dati pubblicati ieri dalla Commissione. Agli stati membri sono state consegnati 215,6 milioni di dosi, di cui 179,1 milioni sono stati somministrati. Ci siamo procurati anche gli ultimi dati sulle esportazioni. Dal 31 gennaio sono state esportate dall'Ue 204 milioni di dosi verso 45 paesi.

La variante indiana in Europa - La frequenza con cui viene individuata la variante indiana del coronavirus nell'Unione Europea "sta aumentando", ha detto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) in un rapporto sull'emergere delle mutazioni B.1.617 in India e la situazione in Europa. Secondo l'Ecdc i laboratori diagnostici devono vigilare, menter la campagna di vaccinazione deve continuare a essere "una priorità alta per ridurre la mortalità del Covid-19 nel più breve tempo possibile". Nel frattempo, in una conferenza stampa ieri, l'Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha detto che sta monitorando molto da vicino i dati sulla variante indiana e ci sono prove promettenti che i vaccini mRNA sarebbero in grado di neutralizzare questa mutazione.

Gli obiettivi dell'Ue per far pace con il pianeta - La Commissione ieri ha adottato il piano d'azione per azzerare l'inquinamento atmosferico, idrico e del suolo nell'Ue entro il 2050, fissando una serie di obiettivi intermedi per il prossimo decennio. Con una serie di iniziative e azioni, la Commissione intende migliorare la qualità dell'aria (riducendo del 55 per cento il numero di morti premature causate dall'inquinamento atmosferico), la qualità dell'acqua (riducendo i rifiuti di plastica in mare del 50 per cento e le microplastiche rilasciate nell'ambiente del 30 per cento) e la qualità del suolo (riducendo del 50 per cento le perdite di nutrienti e l'uso di pesticidi chimici). Inoltre la Commissione vuole tagliare del 30 per cento la percentuale di persone che soffrono di disturbi cronici dovuti al rumore dei trasporti e ridurre in modo significativo la produzione di rifiuti (50 per cento per quelli urbani residui).

Kurz sospettato di falsa testimonianza nell'Ibiza Gate - Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, è stato informato dalla procura di essere sospettato di falsa testimonianza durante un'audizione davanti alla commissione parlamentare che indaga sull'Ibiza Gate, lo scandalo che aveva portato alle dimissioni del suo precedente governo travolgendo il leader della FPÖ, Heinz-Christian Strache. I procuratori hanno scoperto delle incongruenze tra le dichiarazioni di Kurz davanti alla commissione parlamentare e il contenuto di alcuni messaggi sms tra lo stesso cancelliere e il ministro delle Finanze, Gernot Bluemel. Bloomberg ha tutti i dettagli della storia.

Il Parlamento europeo torna a Strasburgo in giugno - Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha informato i leader dei gruppi politici che la sessione plenaria del mese di giugno si terrà a Strasburgo, salvo circostanze eccezionali. "E' un ritorno atteso e permesso dall'evoluzione positiva della situazione sanitaria", ha detto il portavoce del Parlamento europeo. E' dal marzo del 2020 che il Parlamento non si riunisce a Strasburgo a causa della crisi del coronavirus. Il 9 maggio si è tenuta la cerimonia inaugurale della Conferenza sul futuro dell'Europa. Ma, secondo quanto ci è stato raccontato, alcuni presidenti di gruppi politici hanno espresso dubbi sull'opportunità di tornare a Strasburgo. Socialisti e Verdi sospettano che la decisione di Sassoli sia più politica che dettata dalla situazione epidemiologica: un gesto nei confronti del presidente francese, Emmanuel Macron, che ha contestato duramente l'esilio della plenaria da Strasburgo. I deputati che non vorranno fare il viaggio potranno partecipare alla sessione da remoto. Inoltre, il numero di funzionari e assistenti che faranno la trasferta dovrebbe essere limitato.

EuroNomine - Il collegio dei commissari ha nominato la francese Guillaume Loriot vice direttore generale della Direzione generale Concorrenza, con la responsabilità delle fusioni. La Commissione ha anche nominato il francese Luc Tholoniat e l'italiano Giorgio Chiarion Casoni direttori alla Direzione generale Economia e Affari finanziari.

Accade oggi in Europa

- Le istituzioni europee sono chiuse oggi e domani per il ponte dell'Ascensione

- Eurostat: dati sui matrimoni e i divorzi nel 2019

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