Europa Ore 7

Il Recovery di Draghi non si potrà cambiare

Il piano nazionale di ripresa e resilienza che sarà scritto da Mario Draghi non potrà essere modificato in modo sostanziale da un successivo governo

David Carretta

“Il principio è che un piano che è approvato impegna lo stato membro e impegna l'Ue”, ci ha detto una fonte della Commissione. In sostanza il piano Draghi non si potrà riscrivere, nemmeno dopo le prossime elezioni politiche

Il Parlamento europeo domani approverà il regolamento sulla Recovery and Resilience Facility, il principale strumento di Next Generation Eu, che tra prestiti e trasferimenti dovrebbe garantire all'Italia 209 miliardi per uscire dalla crisi economica provocata dal Covid-19. Un altro passaggio formale ci sarà all'Ecofin della prossima settimana. Poi il regolamento sul Recovery fund sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale, dando inizio alla corsa per ottenere gli aiuti dell'Ue. Nel momento in cui in Italia continuano le trattative per la formazione del governo, una sola cosa è sicura: il piano nazionale di ripresa e resilienza che sarà scritto da Mario Draghi non potrà essere modificato in modo sostanziale da un successivo governo. Le riforme che saranno inserite dall'ex presidente della Banca centrale europea dovranno essere attuate dall'Italia, anche in caso di cambio di presidente del Consiglio e maggioranza. “Il principio è che un piano che è approvato impegna lo stato membro e impegna l'Ue”, ci ha detto una fonte della Commissione. In sostanza il piano Draghi non si potrà riscrivere, nemmeno dopo le prossime elezioni politiche.

In caso di “cambio di governo, ci sono possibilità limitate per chiedere emendamenti al piano”, ma solo nel caso in cui i cosiddetti “milestone” e “target” non siano più realizzabili per ragioni oggettive, ci ha detto la fonte della Commissione. Gli aggiustamenti consentiti saranno minimi. Inoltre, “se un piano è cambiato, serve una nuova decisione del Consiglio”, ci ha confermato un secondo funzionario. Una nuova decisione del Consiglio significherebbe un nuovo parere della Commissione e il rischio che qualche stato membro sollevi obiezioni, con la possibilità di portare la questione al Consiglio europeo. Nel frattempo, gli esborsi a rate del Recovery fund verrebbero di fatto bloccati.

Se tutto andrà secondo i piani e non ci saranno ritardi, l'Italia dovrebbe un anticipo del 13 per cento sui 209 miliardi. Poi la Commissione farà gli esborsi “sulla base delle performance”, ha spiegato il secondo funzionario: “i pagamenti vengono effettuati sulla base di milestone e target”: su riforme realizzate e investimenti messi in cantiere. Se non arrivano investimenti o riforme, noi non possiamo pagare”, ha detto il funzionario. “La Commissione avrà la capacità di effettuare controlli se ci sono indicazioni che le cose non sono fatte in modo appropriate”. Secondo il funzionario, “l'idea è valutare ogni sei mesi per avere esborsi ogni sei mesi”. Ma “milestone e target devono essere pianificati per tutta la durata del piano”.

Finora 18 stati membri dell'Ue hanno inviato alla Commissione le bozze del loro piano nazionale di ripresa e resilienza. Altri 6 paesi hanno trasmesso solo alcuni elementi dei loro piani. Gli ultimi 3 stati membri “non hanno inviato nulla” anche se ci sono stati contatti a vario livello. La scadenza teorica è quella del 30 aprile, ma “come regola generale”: in altre parole non è “hard”, ci ha detto il funzionario. In sostanza le capitali hanno messo dentro le bozze troppi investimenti (dove mettere i soldi del Recovery fund) e poche riforme. Inoltre ci sono alcuni problemi legati all'obiettivo di spendere almeno il 37 per cento delle risorse del Recovery fund per il Green deal e il 20 per cento per la digitalizzazione. La Commissione ha fissato 11 criteri e un sistema di rating con tre voti: A, B e C. Per essere approvato un piano avrà bisogno di 7 A, anche se per almeno tre criteri il voto massimo è obbligatorio.

La Commissione è intenzionata a fare pieno uso dei suoi poteri sul Recovery fund. Secondo un documento interno visto da Reuters, la Commissione ha detto all'Ungheria di riformare la sua legislazione sugli appalti se vuole avere accesso alle risorse del Recovery fund. Nel mirino della Commissione ci sono le “irregolarità sistemiche” nella gestione dei fondi dell'Ue da parte del governo di Viktor Orbán, Il documento elenca le misure legislative che l'Ungheria deve adottare per avere più trasparenza ed evitare le frodi.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 9 febbraio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Sovranisti contro sovranisti su Draghi - La possibilità che la Lega sostenga il governo di Mario Draghi in Italia ha aperto uno scontro dentro al gruppo di estrema destra al Parlamento europeo, Identità e Democrazia. Il suo presidente Marco Zanni in una nota ha criticato il leader di Alternativa per la Germania (AfD), Jörg Meuthen, per un post su Facebook contro l'ex presidente della Banca centrale europea. Draghi è “uno scherzo, anche se molto brutto, di cui i tedeschi che devono pagare in larga misura il conto, non potranno ridere”, ha scritto Meuthen. “Questo non è il momento delle polemiche, ma di lavorare per il bene dell'Italia e degli italiani”, ha risposto Zanni: “Se qualcuno all'estero critica il professor Draghi per aver difeso l'economia, il lavoro e la pace sociale europea - quindi anche italiana - e non solo gli interessi tedeschi, questa per noi non sarebbe un'accusa, ma un titolo di merito”. Sul Foglio c'è un editoriale sulla Lega e le sue contraddizioni europee: la svolta europeista di Salvini è solo a metà se non si avvicina al Ppe e ai suoi valori.

Borrell non si pente per il disastro a Mosca - L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, “non è pentito” per la visita a Mosca di venerdì scorso che si è trasformata in un fallimento diplomatico di portata storica. “Il viaggio non può essere definito un successo o un fallimento sulla base di un frammento di questa visita”, ha detto il portavoce di Borrell, riferendosi alla conferenza stampa con Sergei Lavrov, durante la quale il ministro degli Esteri russo ha lanciato dure accuse contro l'Ue senza reazioni da parte dell'Alto rappresentante. Il portavoce di Borrell ha comunque riconosciuto che ci sono state “tensioni feroci” tra Borrell e Lavrov. In un post sul suo blog domenica, l'Alto rappresentante ha evocato esplicitamente il ricorso a sanzioni contro Mosca sul caso Navalny.

Borrell oggi nel mirino del Parlamento europeo - Questo pomeriggio Borrell dovrà rispondere alle critiche dei deputati europei, durante un dibattito nella plenaria del Parlamento sul caso Navalny e la visita di venerdì a Mosca. Tra i grandi gruppi, solo i Socialisti&Democratici - la famiglia politica di Borrell - sono intenzionati a difenderlo. Nel frattempo, la lettera dell'eurodeputato estone del Ppe, Riho Terras, per chiedere a Ursula von der Leyen le dimissioni o il licenziamento di Borrell ieri sera aveva raccolto oltre 50 adesioni. Ma la presidente della Commissione non intende scaricare l'Alto rappresentante. “La presidente esprime il suo sostegno” a Borrell, ci ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer.

Tre diplomatici russi espulsi dai paesi europei - In una rappresaglia coordinata dopo l'espulsione di tre loro diplomatici da parte della Russia durante la visita di Borrell, Germania, Svezia e Polonia hanno deciso di dichiarare “persona non grata” tre membri di ambasciate o consolati russi. Il ministero degli Esteri di Berlino ha motivato la sua decisione con l'articolo 9 della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche. “Questa è una chiara risposta alla decisione inaccettabile di espellere un diplomatico svedese che stava solo svolgendo i suoi doveri”, ha detto la ministra degli Esteri svedese, Ann Linde. La Polonia ha espulso un membro del personale del consolato di Poznan.

La Polonia cerca di scalzare Borrell su Navalny - La rappresentanza permanente della Polonia presso l'Unione europea ieri ha organizzato una videoconferenza con gli altri stati membri, gli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Ucraina e il Canada con due esponenti della squadra di Alexei Navalny, Vladimir Ashurkov e Leonid Volkov. Il colpo diplomatico è riuscito solo a metà. La Polonia aveva invitato gli ambasciatori degli altri stati membri, ma numerosi paesi - tra cui l'Italia - hanno preferito inviare funzionari di livello più basso.

Si allenta la pressione su Von der Leyen per i vaccini - Il fiasco di Borrell a Mosca e una serie di interviste della presidente della Commissione hanno permesso di alleggerire la pressione su Ursula von der Leyen per i ritardi dell'Ue nelle campagne di vaccinazione. Domani la presidente della Commissione ne discuterà davanti alla plenaria del Parlamento europeo. Malgrado alcune critiche, i principali gruppi politici intendono dare il loro sostegno alla strategia dell'Ue. Sul Foglio spieghiamo i numerosi vantaggi: senza l'Ue gran parte degli stati membri - Francia compresa - oggi non avrebbero le dosi per vaccinare la popolazione.

Lagarde vede una luce incerta in fondo al tunnel - "L'avvio della campagna vaccinale fornisce l'attesa luce alla fine del tunnel, ma allo stesso tempo, la nuova ondata, le mutazioni del virus e le misure di contenimento rappresentano rischi al ribasso significativi”, ha detto ieri la presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, davanti al Parlamento europeo. "La produzione resta ben al di sotto dei livelli pre-pandemia e l'incertezza su come evolverà la pandemia resta alta", ha spiegato Lagarde. Una volta tolte le restrizioni, la presidente della Bce si aspetta che “la ripresa sia sostenuta da favorevoli condizioni di credito, misure espansive e un rilancio della domanda”.

Dopo i LuxLeaks arriva OpenLux - Sette anni dopo le rivelazioni dei LuxLeaks, una nuova inchiesta guidata da Le Monde insieme ad altri media europei getta luce sulle pratiche fiscali del Lussemburgo: OpenLux. Malgrado gli impegni presi dal Gran Ducato in materia di trasparenza e fair play fiscale, i nostri articoli rivelano che quasi la metà delle imprese commerciali registrate nel paese sono pure holding finanziarie, società offshore che totalizzano non meno di 6.500 miliardi di euro di attivi", ha scritto Le Monde. "Il Lussemburgo rimane un paradiso fiscale dannoso per i suoi partner" che vengono privati “di entrate fiscali", ha accusato il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo. Il Gran Ducato ha pubblicato un lungo comunicato negando di violare regole dell'Ue.

La Commissione punta i fari sulla chiusura del Belgio - La Commissione europea è in contatto con le autorità del Belgio per le modalità con cui ha messo in pratica il divieto di viaggi non essenziali da e per il paese. “Stiamo esaminando la situazione”, ha spiegato un portavoce della Commissione, ricordando che “secondo il diritto europeo le restrizioni alla libera circolazione per ragioni di salute pubblica devono essere non discriminatorie e proporzionate”. Tra i diversi problemi c'è il fatto che il Belgio riconosce solo le autocertificazioni per i viaggi redatte dai datori di lavoro nazionali e non quelle di altri paesi.

Sogni lo spazio? L'Esa assume astronauti - Per la prima volta da 11 anni, l'Agenzia spaziale europea (Esa) assumerà di nuovo degli astronauti per affrontare una nuova era dell'esplorazione spaziale. Nei prossimi anni l'Esa intende reclutare 100 nuovi funzionari l'anno. Il decollo del processo è previsto il 31 marzo con l'apertura delle candidature per il posto di astronauta. L'Esa incoraggia le donne a candidarsi, perché l'agenzia cerca di rafforzare la diversità di genere. Secondo David Parker, il direttore dell'Esplorazione umana e robotica dell'Esa, “la diversità non deve tenere conto solo dell'origine,dell'età, degli antecedenti o del sesso dei nostri astronauti, ma forse anche degli handicap fisici”. A questo fine l'Esa intende lanciare “il progetto di fattibilità dei parastronauti”. La scadenza per candidarsi a astronauta dell'Esa è fissata al 28 di maggio 2021.

Accade oggi in Europa

- Parlamento europeo: sessione plenaria (dibattiti sulla Recovery and Resilience Facility, sul divieto di aborto in Polonia e sulla repressione delle manifestazioni dell'opposizione in Russia e la visita dell'Alto rappresentante Borrell a Mosca)

- Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari

- Eurostat: dati sugli alloggi nell'integrazione dei migranti

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