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sul fronte
Ci vuole la creatività letale di Kyiv per sfasciare un sottomarino russo
Il drone marittimo Sea Baby è riuscito a penetrare nel porto russo di Novorossijsk e ha attaccato il sottomarino Varshavyanka, che trasportava quattro lanciamissili da crociera. Ma nel 2025, gli esempi che dimostrano il primato in inventiva dell'Ucraina sono parecchi
Kyiv. Il 15 dicembre, il Servizio di Sicurezza dell’Ucraina (Sbu), insieme alla Marina, ha condotto un’operazione unica in territorio nemico. Il drone sottomarino Sea Baby è riuscito a penetrare nel porto russo di Novorossijsk, nella regione di Krasnodar, e ha attaccato il sottomarino Varshavyanka. Il sottomarino trasportava quattro lanciamissili da crociera Kalibr, utilizzati dalla Russia per attaccare l’Ucraina. E’ stata la prima volta nella storia mondiale che un sottomarino è stato attaccato da un drone marittimo. La Russia ha riconosciuto l’attacco alla base navale di Novorossijsk nel Mar Nero, ma nega che il sottomarino sia fuori uso. Il 16 dicembre, la testata Radio Liberty ha pubblicato immagini satellitari che mostrano i danni al molo causati dall’esplosione, ma è difficile valutare l’entità dei danni al sottomarino, o se sia stato danneggiato. In ogni caso, questa audace operazione ucraina ha dimostrato che la Marina russa non è al sicuro nemmeno in patria. “E’ molto importante ricordare che siamo di gran lunga superiori ai russi in termini di creatività”, afferma Igor Lutsenko, un militare dell’esercito ucraino. La Russia combatte in modo più sistematico e su larga scala, ma utilizza approcci piuttosto primitivi, “prendendo di mira gli impianti energetici e inviando un numero enorme di truppe al fronte”, aggiunge. L’Ucraina, nel frattempo, ha dovuto essere più inventiva. Nel 2025, ci sono molti esempi che dimostrano il primato in efficacia e creatività.
Operazione Spiderweb. Cinque aeroporti militari russi sono stati attaccati il primo giugno. Uno di questi, la base aerea di Belaya, si trova nella regione russa di Irkutsk, a 4.400 chilometri dal confine ucraino. Gli attacchi contro aerei militari strategici sono stati effettuati da 100 droni fpv a basso costo. I servizi segreti ucraini li hanno lanciati a distanza, da furgoni che trasportavano rifugi modulari portati vicino agli aeroporti. Al momento giusto, i loro tetti si sono aperti e i droni sono decollati. I preparativi per l’operazione sono stati condotti in completa segretezza e sono durati 18 mesi. L’Sbu afferma che 40 aerei militari russi sono stati danneggiati nell’attacco.
Attacchi al Ponte di Crimea. Il 3 giugno 2025, i Servizi di Sicurezza ucraini hanno lanciato un terzo attacco al Ponte di Crimea che collega la penisola occupata con la Russia, danneggiandone i pilastri. La prima esplosione è avvenuta l’8 ottobre 2022 quando gli ucraini avevano nascosto grandi rotoli di esplosivo avvolti nel cellophane in un camion, e riuscirono a danneggiare i binari ferroviari. Il secondo tentativo di distruggere il ponte è avvenuto il 17 luglio 2023, utilizzando droni navali Sea Baby. Dopo tre attacchi, il Ponte di Crimea rimane operativo ma attacchi simili potrebbero accadere di nuovo. Il Presidente Volodymyr Zelensky ha precedentemente dichiarato che si tratta di un obiettivo militare per l’Ucraina e che deve essere distrutto.
Attacchi in profondità alle fabbriche militari. Il 13 dicembre, il comandante dell’esercito ucraino Oleksandr Syrsky ha riferito che 98 obiettivi nemici in territorio russo sono stati distrutti a novembre. Questi attacchi vengono effettuati utilizzando droni a lungo raggio in grado di colpire in profondità la Russia. per esempio, il 22 ottobre, nella città di Kopeysk, nella regione di Chelyabinsk, a 1.700 chilometri dall’Ucraina, i droni ucraini hanno colpito l’impianto Plastmass, che produce munizioni di artiglieria e proiettili per sistemi antiaerei e carri armati. Almeno un impianto di produzione è stato distrutto. Il 23 aprile e il 15 giugno, i droni hanno attaccato una fabbrica di droni Geran-2 (equivalenti russi degli Shahed), situata nella città di Alabuga, in Tatarstan.
Attacchi alle raffinerie di petrolio. Secondo le stime di Reuters, entro la fine del 2025, gli attacchi ucraini alle raffinerie di petrolio e alle infrastrutture di esportazione russe avranno disattivato almeno il 17 per cento della capacità di raffinazione del petrolio russa. Ciò ha portato a carenze di benzina e all’aumento dei prezzi del carburante in alcune regioni della Russia. Tra l’11 e il 15 dicembre, i droni dell’Sbu hanno attaccato tre volte gli impianti di produzione petrolifera russi nel Mar Caspio. “Nessun impianto russo che opera a fini bellici è sicuro, indipendentemente dalla sua ubicazione”, conclude una fonte dell’Sbu parlando con il Foglio.