MOsca e Pechino

Così Xi finanzia la guerra di Putin e prepara la sua

Giulia Pompili

Soldi e armi. La cooperazione militare fra Russia e Cina è più estesa di quanto si pensi

Il livello di collaborazione e di interdipendenza nel settore della Difesa fra Russia e Cina appare sempre più organico e stratificato, nonostante i tentativi dei due paesi di tenerlo segreto. Sin dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, la leadership militare di Pechino ha aumentato il numero di contratti militari firmati con Mosca. Alcuni documenti di Rostec, il più grande conglomerato della Difesa russo, sono stati hackerati e consegnati ad alcuni media dal gruppo di attivisti Black Moon, e ieri il Kyiv Independent ha svelato alcuni dettagli che mostrano come la Cina abbia cercato discretamente “di ottenere dalla Russia aerei, veicoli blindati, munizioni e addestramento per i propri paracadutisti, convogliando nuovo denaro verso aziende russe sanzionate”.

 

 

Secondo la giornalista investigativa Alisa Yurchenko che ha firmato l’inchiesta, i documenti  trapelati e le fonti di riscontro dimostrano “un partenariato strategico in rafforzamento”, fatto di acquisizioni da parte di Pechino in cambio di fondi per l’industria bellica, ma anche di componentistica e pezzi di ricambio che contribuiscono al sostegno della guerra di Putin. Un elemento chiave di questa cooperazione, spesso negata anche in Europa dai sostenitori di Russia e Cina, sono le numerose delegazioni militari cinesi di alto livello che si recano in Russia per colloqui quasi sempre a porte chiuse e di cui difficilmente si trova traccia sui media, anche quelli di stato russi o cinesi. A essersi avvicinati all’industria bellica di Mosca, sfruttando la crisi dovuta alla guerra prolungata, non ci sono solo i militari cinesi, ma pure le industrie statali: le due più menzionate dai documenti sono la Norinco e la Aviation Industry Corporation of China (abbreviata in Avic). Si tratta di due colossi dell’industria bellica cinese, di proprietà statale, che contribuiscono anche alla diplomazia commerciale cinese.  Norinco è attivissima in Africa, per esempio – dove dal 2023 ha scalzato la Russia come maggior esportatore – ed è sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti sin dal 2003. La Avic, anch’essa sotto sanzioni imposte nel 2020 dalla prima Amministrazione Trump, ha profondi legami commerciali anche con diverse aziende cruciali per la Difesa europea: dall’Airbus francese alla Leonardo italiana, attraverso una joint venture nella provincia di Jiangxi.  Poco più di due mesi fa i ricercatori del Royal United Service Institute, Oleksandr V Danylyuk e Dr Jack Watling, avevano analizzato i dati di Black Moon, e mostrato come la tipologia di acquisizioni fatte dalla Repubblica popolare negli ultimi tre anni – dagli aerei ai veicoli da combattimento fino all’addestramento per i paracadutisti – sembra ricondurre a un equipaggiamento compatibile con un attacco anfibio sull’isola di Taiwan: “Sebbene i settori in cui la Russia supera la Cina in termini di capacità militare siano in diminuzione, la Russia possiede un’esperienza pratica e capacità di manovra aerea che la Cina non ha”, hanno scritto.

 


La rivelazione è importante perché arriva negli stessi giorni in cui il presidente francese Emmanuel Macron si trova in Cina. Tra gli obiettivi della quarta visita nel paese sin dall’inizio del suo mandato, Macron ha fissato la guerra in Ucraina e il potenziale aiuto cinese: “Spero che la Cina si unisca al nostro appello, ai nostri sforzi per raggiungere, il prima possibile, almeno un cessate il fuoco sotto forma di moratoria sugli attacchi contro le infrastrutture critiche”, ha detto ieri il presidente francese dopo il primo bilaterale con Xi.  Sempre ieri, il Financial Times ha rivelato che la Casa Bianca avrebbe deciso di non imporre sanzioni contro il ministero della Sicurezza di stato, la principale agenzia di spionaggio cinese, come rappresaglia per la gigantesca campagna di spionaggio informatico “Salt Typhoon”, pur di non compromettere la tregua commerciale di ottobre fra Trump e Xi Jinping.
 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.