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Grazie a Israele
Da oggi l'Europa si sveglia sotto un cielo più sicuro grazie alla freccia di Gerusalemme
Lo stato ebraico ha fornito alla Germania il suo più sofisticato sistema antimissile del suo arsenale, l'Arrow 3, che riempirà un vuoto critico nelle difese Nato. Questa è la dimostrazione di come un piccolo stato sia stato in grado di trasformare il proprio assedio in un laboratorio di salvezza per mezzo mondo
L’Europa questa settimana si sveglia sotto un cielo diverso: non è più completamente alla mercé di eventuali missili balistici russi o iraniani. Da questa settimana, i cieli d’Europa sono protetti dal sistema antimissile Arrow 3, il più sofisticato nell’arsenale d’Israele. La Germania schiera il sistema fornito da Israele nella base aerea di Holzdorf, a sud di Berlino: per la prima volta l’intercettore a lungo raggio è utilizzato al di fuori dello stato ebraico. Il 13 e 14 aprile scorsi, l’Arrow ha svolto un ruolo centrale nell’abbattimento della maggior parte dei centoventi missili balistici lanciati dall’Iran contro Israele, come durante la guerra dei “dodici giorni” di giugno, quando l’Iran ha lanciato 550 missili contro Israele. Il sistema di difesa Arrow 3 è l’avanguardia della tecnologia globale, progettato per fermare missili eso-atmosferici, capaci di intercettare razzi a quote dove nessun altro arriva. Costo per Berlino: 3,6 miliardi di euro. Valore reale: incalcolabile, perché più di un paese europeo può dormire sonni tranquilli. Un Iskander-M russo lanciato da Kaliningrad? Esploderebbe prima di rientrare in atmosfera. Un Shahed-136 iraniano che prova a sorvolare la Polonia? Verrebbe ridotto in coriandoli prima di capire dove si trova.
Arrow 3 riempie un vuoto critico nelle difese Nato: i sistemi esistenti come Patriot o Samp/T sono efficaci contro minacce a corto-medio raggio, ma insufficienti contro missili ipersonici e a lungo raggio. Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha detto: “Proteggerà i nostri cieli e quelli dei vicini, integrandosi nel sistema Nato”. Moshe Patel, direttore della difesa missilistica del ministero della Difesa israeliano, ha dichiarato: “E’ un sistema strategico, è un’architettura completa che potrebbe proteggere ogni parte della Germania”. Ma non è finita. La Germania non si è accontentata dell’Arrow 3. Sta già producendo in casa, insieme alla Rheinmetall, centinaia di droni kamikaze israeliani Hero (quelli che hanno fatto a pezzi Hamas e Hezbollah). L’attuale ordine per la Nato sarà evaso dall’azienda italiana Rwm Italia con il supporto dell’israeliana UVision Air. Non è un’umiliazione, ma la dimostrazione che un paese di nove milioni di abitanti, circondato da nemici che vogliono cancellarlo dalla carta geografica, è riuscito a sviluppare una superiorità tecnologica tale da diventare indispensabile per la sicurezza di un continente di 450 milioni e per evitare che mezza Europa orientale diventi un parcheggio per missili russi.
Quando l’Iraq di Saddam Hussein attaccò Israele con missili Scud potenziati durante la Guerra del Golfo, l’allora cancelliere tedesco Helmut Kohl offrì assistenza nella difesa di Israele dai missili balistici. Ora la situazione è ribaltata. E quel piccolo paese che, mentre noi litigavamo su quanta CO2 emette il peto di una mucca e se Francesca Albanese fosse da prendere sul serio, ha trasformato il proprio assedio in un laboratorio di salvezza per mezzo mondo.