una centrale in ostaggio

La Russia usa la centrale di Zaporizhzhia come minaccia. L'esca per Trump

Kristina Berdynskykh

Dal 23 settembre l’impianto nucleare vive di generatori diesel. Mosca, che la occupa dal 2022, la usa per intimidire l’Occidente e puntare ai negoziati con Washington. Per gli esperti il rischio d’incidente cresce ogni giorno

Kyiv. Da oltre dieci giorni, la centrale nucleare nella regione di Zaporizhzhia (Znpp) occupata dalla Russia dal 2022, è senza corrente elettrica. Il blackout si è verificato il 23 settembre e da allora la centrale è alimentata da generatori diesel. “La Russia ha deliberatamente interrotto l’alimentazione elettrica della centrale nucleare di Zaporizhzhia”, ha dichiarato il 2 ottobre il ministro degli Esteri ucraino Andriy Sybiha. “I generatori diesel non sono progettati per funzionare in modalità di emergenza per così tanto tempo”, ha spiegato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio. Nel frattempo, i russi stanno utilizzando i bombardamenti per ostacolare le riparazioni alle linee elettriche e ripristinare la sicurezza. “Questa è una minaccia per tutti”, ha avvertito Zelensky.

  

Non è la prima volta che la Russia inasprisce la situazione intorno alla Znpp. Secondo Truth Hounds, un’organizzazione specializzata nelle indagini sulle violazioni dei diritti umani, la Russia ha sequestrato la centrale nucleare il 4 marzo 2022. Lo stesso giorno, ha occupato la vicina città di Enerhodar, dove risiedono i dipendenti dell’impianto e le loro famiglie. Nell’autunno del 2022, la Russia aveva consolidato il suo controllo sulla centrale nucleare, indetto un referendum illegale sull’annessione dell’oblast di Zaporizhzhia alla Federazione russa e promulgato decreti che trasferivano la centrale nucleare alla giurisdizione russa. La centrale è attualmente sotto il controllo della società russa Rosatom, ma prima del blackout era ancora collegata alla rete elettrica ucraina. “Il sistema di sicurezza dell’impianto è andato costantemente deteriorandosi durante l'occupazione”, spiega Oleg Korikov, ispettore capo ucraino per la Sicurezza nucleare. “La Russia sta trasformando la centrale nucleare in una base militare”, ha dichiarato in una conferenza stampa il 2 ottobre. Armi, esplosivi ed equipaggiamento militare sono stati ripetutamente introdotti nei suoi locali, e sono state documentate attività minerarie. Per esempio, il 21 luglio 2022, i russi hanno spostato 14 veicoli militari pesanti, completi di munizioni e armi, nella sala turbine dell’Unità 1, in violazione delle norme internazionali di sicurezza delle centrali nucleari. Inoltre, la centrale nucleare di Zaporizhzhia sta vivendo una persistente carenza di personale a causa dei rischi estremamente elevati. Il personale ucraino che continua a lavorare al suo interno è sotto pressione. Gli occupanti hanno detenuto illegalmente almeno 78 dipendenti dell’impianto, costringendoli a collaborare attraverso la tortura. “La tortura, tra cui percosse, scosse elettriche, aggressioni sessuali, finte esecuzioni e minacce ai familiari, è  all’ordine del giorno”, si legge nel rapporto di Truth Hounds. I ricercatori ritengono che la persecuzione dei professionisti autorizzati, essenziali per la sicurezza del reattore, metta a repentaglio la sicurezza dell’intero impianto. All’inizio di luglio 2022, Andriy Goncharuk, un sommozzatore della centrale idroelettrica di Zaporizhzhia, è morto dopo essere stato brutalmente torturato. Durante l’occupazione, la popolazione ha iniziato ad abbandonare in massa Enerhodar, una città satellite della centrale nucleare; la sua popolazione si è ridotta a un quinto, passando da 50.000 abitanti nel 2022 a 10.000 nel 2025.

    

Tutti e sei i reattori della centrale sono stati chiusi dall’autunno del 2022. L’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) insiste sul fatto che non potranno essere riavviati finché continuerà l’azione militare. Ma nel maggio 2025, il direttore di Rosatom, Alexei Likhachev, ha annunciato un piano per ripristinare la centrale, che prevede il suo collegamento alla rete elettrica russa. “La Russia sta ricattando il mondo intero con la sua presenza militarista”, afferma Korikov. Il fatto che il materiale nucleare si trovi nella centrale impedisce agli alleati di adottare misure più decisive in risposta all’aggressione

  

Mikhail Shuster, esperto di energia nucleare, è convinto che la Russia stia sfruttando il blackout alla centrale nucleare di Zaporizhzhia per intimidire i partner occidentali. Riguardo all’attuale blackout, Shuster invita alla cautela e su Facebook ha spiegato che, anche se dovessero passare 20-30 giorni dallo spegnimento dell’ultimo motore diesel, non si verificherà una catastrofe; i nuclei del reattore continueranno a raffreddarsi per l’evaporazione dell’acqua. Tuttavia, Korikov avverte che le azioni sistematiche della Russia presso la centrale aumentano il rischio di incidenti.

   

Il politologo Volodymyr Fesenko ha detto al Foglio che la Russia, aggravando la situazione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, persegue due obiettivi. Vuole accusare l’Ucraina di aver provocato un disastro nucleare, nonostante la Russia stia bombardando dall’interno della centrale, violando il diritto internazionale. Vuole anche attirare l’attenzione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per il quale i colloqui di pace rimangono una questione urgente. “I russi useranno la questione della centrale nucleare di Zaporizhzhia come esca per Trump”, afferma Fesenko. Durante il vertice di settembre a Pechino, il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia avrebbe accettato la cooperazione con gli Stati Uniti nella gestione della centrale nucleare. “Se gli americani, per qualsiasi motivo, accettassero, ciò legittimerebbe di fatto l’occupazione”, spiega, sperando che gli americani non lo accettino. “L’obiettivo è attirare l’attenzione degli americani e intimidire gli europei”, conclude Fesenko.