Raddoppiare la pena per Sansal. La criminale richiesta della procura generale algerina

Mauro Zanon

Il procuratore della Corte d’appello di Algeri ha chiesto dieci anni di reclusione contro i cinque ai quali era stato condannato in primo grado lo scrittore, che ha 80 anni e un cancro alla prostata: praticamente una condanna a morte. Il verdetto il primo luglio

Parigi. Dieci anni di prigione per un uomo di 80 anni che soffre di un cancro alla prostata, praticamente una condanna a morte. Questa mattina, il procuratore della Corte d’appello di Algeri ha chiesto “dieci anni di reclusione e una multa di un milione di dinari (poco più di settemila euro, ndr)” ai danni dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal, in carcere dallo scorso 16 novembre con l’accusa di “attentato all’unità nazionale” per un’intervista a un media francese sgradita al regime di Abdelmadjid Tebboune, il presidente dell’Algeria. Il 27 marzo, il tribunale di Dar el Beida, a est di Algeri, aveva condannato in primo grado Sansal a cinque anni di reclusione e a una multa di 500mila dinari (poco più di 3.500 euro). Per il secondo grado di giudizio, ci si aspettava una richiesta meno severa da parte del procuratore, che ha invece ha raddoppiato la pena. Il verdetto della Corte d’appello di Algeri, come riportato dal Figaro, verrà emesso il prossimo 1° luglio. “Il procuratore ha chiesto dieci anni di prigione contro Sansal in Algeria. Non ci sono parole”, ha commentato su X lo scrittore algerino esiliato in Francia Kamel Daoud, un altro libero pensatore che il regime di Tebboune vorrebbe sbattere in prigione.

 

Il sindaco di Cannes, David Lisnard, che la scorsa settimana ha lanciato un’operazione nazionale intitolata JeLisSansal, volta a far scoprire attraverso la lettura pubblica di estratti dei suoi romanzi l’opera del grande scrittore franco-algerino, ha commentato con queste parole su X: “Il regime algerino, chiedendo 10 anni di prigione contro Boualem Sansal – il doppio della condanna pronunciata in primo grado – si appresta a condannare a morte in maniera totalmente arbitraria il nostro compatriota, anziano e malato di cancro. Non ci sono parole dinanzi a una tale ignominia”. Lisnard, nel messaggio, se la prende anche con il timido attivismo della diplomazia francese per liberare Sansal in questi duecentotrenta giorni di reclusione. “Da sette mesi, (Parigi, ndr) abbassa vergognosamente gli occhi sulla sorte di Boualem Sansal, la cui unica colpa è quella di aver abbracciato la Francia, la sua cultura, la sua lingua, la sua cittadinanza, il suo universalismo repubblicano”, ha scritto il sindaco gollista di Cannes.

  

Secondo quanto riferito da Arnaud Benedetti, fondatore del Comitato di sostegno internazionale a Boualem Sansal, l’audizione è durata appena dieci minuti e secondo le informazioni del settimanale Marianne, il romanziere non ha potuto contare sulla difesa del suo nuovo avvocato francese, privato anch’esso di visto nonostante le promesse delle autorità algerine (tra due sedute di radioterapia, nella sua stanza all’ospedale Mustapha, lo scrittore aveva ricevuto quattro mesi fa la visita di emissari di Tebboune venuti a esortarlo a cambiare legale e ad assumere “un altro avvocato francese non ebreo”. Nel tentativo di convincerlo, gli emissari gli avevano spiegato che il sostituto non ebreo di François Zimeray avrebbe avuto la possibilità di ottenere un visto per poterlo visitare.

 

“Il Comitato di sostegno internazionale a Boualem Sansal è devastato all’indicibile accanimento contro Boualem Sansal, in prigione per motivi assurdi, contro cui in un processo durato dieci minuti la procura di Algeri ha chiesto dieci anni, ossia la morte in prigione!”, ha scritto su X Noëlle Lenoir, ex ministra degli Affari europei e presidente del Comitato di sostegno internazionale a Sansal. L’appello del governo francese a un “gesto d’umanità” da parte del regime di Algeri dinanzi a un uomo malato e indebolito è rimasto inascoltato.

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