Mark Rutte (foto Getty)

il discorso 

Il piano di Mark Rutte per la Nato 

Renderemo la Nato più forte spendendo e producendo di più, dice il segretario generale a Chatham House. Gli obiettivi del Vertice dell’Aia in due fasi: il 5 per cento del pil in difesa significa proteggere un miliardo di persone

Traduciamo il discorso pronunciato il 9 giugno scorso dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, a Chatham House.


E’ un piacere essere a Chatham House, che è ancora uno dei principali think tank del mondo sugli affari internazionali. E’  un vero onore essere qui, dove da oltre  un secolo vengono prodotte idee influenti.  Ed è qui che voglio condividere il piano per costruire una Nato migliore.  Questo piano sarà al centro del nostro Vertice dell’Aia. Voglio ringraziare il Regno Unito per gli oltre sette decenni di impegno costante nella Nato. Il Regno Unito contribuisce in modo vitale alla nostra sicurezza comune. L’esercito britannico guida la forza multinazionale della Nato in Estonia. I jet della Raf pattugliano i cieli della Polonia nell’ambito della missione di polizia aerea della Nato. Il Comando marittimo della Nato a Northwood dirige le nostre operazioni navali e le navi della Royal Navy proteggono i mari. Con una politica “Nato-first” al centro, accolgo con grande favore anche la nuova Strategic Defence Review del Regno Unito. Essa rafforzerà e modernizzerà le forze armate britanniche e migliorerà la difesa collettiva della Nato.

L’impegno ha un costo. E accolgo con favore il fatto che il governo britannico spenderà molto di più per la difesa in futuro.  So che possiamo contare sul Regno Unito quando inizieremo il prossimo capitolo della Nato. Tra sole due settimane, presiederò il Vertice Nato dei leader alleati all’Aia. Questo vertice trasformerà la nostra Alleanza. Costruiremo una Nato migliore. Più forte, più equa e più letale. In modo da poter continuare a tenere al sicuro i nostri cittadini e a tenere a bada i nostri avversari. A causa della Russia, la guerra è tornata in Europa. Dobbiamo anche affrontare la minaccia del terrorismo. E una feroce concorrenza globale. La Russia si è alleata con la Cina, la Corea del nord e l’Iran. Stanno espandendo i loro eserciti e le loro capacità. La macchina da guerra di Putin sta accelerando, non rallentando. La Russia sta ricostituendo le proprie forze armate con la tecnologia cinese e produce più armi di quanto pensassimo. In termini di munizioni, la Russia produce in tre mesi quello che l’intera Nato produce in un anno. E si prevede che solo quest’anno la sua base industriale di difesa produrrà 1.500 carri armati, 3.000 veicoli blindati e 200 missili Iskander. La Russia potrebbe essere pronta a usare la forza militare contro la Nato entro cinque anni. Cinque anni.

 

             

 

Non prendiamoci in giro, ora siamo tutti sul fianco orientale. La nuova generazione di missili russi viaggia a una velocità molte volte superiore a quella del suono. La distanza tra le capitali europee è solo una questione di minuti. Non c’è più oriente o occidente: c’è solo la Nato. Anche la Cina sta modernizzando ed espandendo le proprie forze armate a rotta di collo. Ha già la più grande marina militare del mondo. Si prevede che la sua forza armata crescerà fino a 435 navi entro il 2030. La Cina sta anche aumentando il suo arsenale nucleare. E punta ad avere più di 1.000 testate nucleari operative, sempre entro il 2030. Coloro che si oppongono alla libertà e alla democrazia si stanno trincerando. Si preparano a un confronto a lungo termine. E cercano di dominarci e dividerci. 

Nel 1936, Winston Churchill pose questa domanda durante un dibattito alla Camera dei Comuni: “Ci sarà tempo per mettere in ordine le nostre difese? (....) Ci sarà il tempo per compiere questi sforzi necessari, o si registreranno le terribili parole ‘troppo tardi’?”. E questa è la domanda che la Nato si pone ora. La storia ci ha insegnato che per preservare la pace dobbiamo prepararci alla guerra. I desideri non ci terranno al sicuro. Non possiamo sognare di allontanare il pericolo. La speranza non è una strategia. La Nato deve quindi diventare un’Alleanza più forte, più equa e più letale.

Una Nato più forte significa spendere molto di più per la nostra difesa. Tutti gli alleati raggiungeranno l’obiettivo iniziale di spendere il 2 per cento del pil per la difesa quest’anno. Si tratta di un impegno preso nel 2014. Ora abbiamo un piano concreto per il futuro. Sappiamo di cosa abbiamo bisogno. E sappiamo cosa fare. Al vertice dell’Aia, mi aspetto che i leader alleati decidano di spendere il 5 per cento del pil per la difesa. Sarà un impegno a livello di Nato. E un momento decisivo per l’Alleanza. Questo nuovo piano di spesa per la difesa si articola in due parti. Il 3,5 per cento sarà investito nei nostri requisiti militari fondamentali. Il resto sarà destinato agli investimenti legati alla difesa e alla sicurezza, comprese le infrastrutture e la costruzione di capacità industriali. Il 5 per cento non è una cifra inventata, ma è basata su fatti concreti.  Il fatto è che abbiamo bisogno di un salto di qualità nella nostra difesa collettiva. Il fatto è che dobbiamo avere più forze e capacità per attuare pienamente i nostri piani di difesa. Il fatto è che il pericolo non scomparirà nemmeno quando finirà la guerra in Ucraina. Le nostre decisioni sulla spesa per la difesa sono guidate dai piani di battaglia e dagli obiettivi di capacità della Nato. Essi definiscono le forze e le capacità che gli alleati devono fornire.

La settimana scorsa, i ministri della Difesa della Nato hanno concordato nuovi obiettivi ambiziosi. I dettagli esatti sono riservati, ma abbiamo bisogno di: un aumento del 400 per cento della difesa aerea e missilistica. In Ucraina abbiamo visto come la Russia trasmette il terrore dall’alto. Quindi rafforzeremo lo scudo che protegge i nostri cieli. I nostri militari hanno bisogno di migliaia di veicoli blindati e carri armati in più. Milioni di proiettili d’artiglieria in più. E dobbiamo raddoppiare le nostre capacità di supporto, come la logistica, i rifornimenti, i trasporti e il supporto medico. Gli alleati investiranno in un maggior numero di navi e aerei da guerra. Per fare un esempio, gli alleati dell’America acquisteranno almeno 700 caccia F-35 in totale. Investiremo anche in più droni e sistemi missilistici a lungo raggio.   E investiremo di più nelle capacità spaziali e informatiche. E’ chiaro che se non investiamo di più, la nostra difesa collettiva non è credibile. Spendere di più non significa accontentare un pubblico di una sola persona, ma proteggere un miliardo di persone.

Gli alleati faranno anche investimenti più ampi per la difesa e la sicurezza, comprese le infrastrutture. Strade, ferrovie e porti sono importanti quanto carri armati, caccia e navi da guerra. Abbiamo bisogno di reti di trasporto civili in grado di supportare la mobilità militare. Per portare le forze giuste, nel posto giusto, al momento giusto. Il fronte interno e la prima linea sono ormai la stessa cosa. La guerra non si combatte più a distanza: le nostre società e i nostri eserciti sono coinvolti insieme. Investiremo di più nella preparazione civile, in modo che le nostre società siano pronte per il giorno che preghiamo non arrivi mai. La Nato lavora 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per garantire che quel giorno non arrivi mai. Spenderemo di più anche per proteggere le nostre società da attacchi informatici, sabotaggi e altre minacce. E gli investimenti più ampi nel campo della difesa e della sicurezza dovrebbero includere il finanziamento e il miglioramento del capitale della nostra base industriale della difesa. E’ chiaro che in tutta l’Alleanza non stiamo producendo abbastanza.  

Quindi, se aumentiamo gli investimenti nella difesa, dobbiamo aumentare la produzione. Più domanda significa aumento dell’offerta. Non prezzi più alti. E significa anche garantire che l’Alleanza sia in grado di produrre in scala e in velocità. Abbiamo bisogno di capacità industriali grezze, come la Sheffield Forgemasters, che ho visitato questa mattina insieme al segretario alla Difesa John Healey. Abbiamo bisogno di elettricità più economica, di accesso ai minerali critici e di maggiore know-how ingegneristico. Altrimenti l’impegno a spendere il 5 per cento del pil per la difesa andrà perso per i costi di produzione, anziché essere investito nella difesa. Pertanto, miglioreremo ed espanderemo la base industriale in tutta l’Alleanza. Sosterremo l’aumento della produzione nel settore della difesa, elimineremo le barriere alla cooperazione e sfrutteremo le tecnologie d’avanguardia. Per riprendere l’ex primo ministro laburista Harold Wilson, voglio che la Nato formi il suo futuro al calor bianco dell’innovazione. Per stare davanti ai nostri avversari, dobbiamo sviluppare e adottare nuove tecnologie. Possono essere economicamente vantaggiose e produrre gli stessi effetti del “metallo pesante” militare tradizionale. Sui campi di battaglia dell’Ucraina, droni da 400 dollari usati nel modo giusto stanno abbattendo carri armati russi da 2 milioni di dollari. Una maggiore spesa e produzione per la difesa fornisce una deterrenza efficace, promuove la crescita economica e crea posti di lavoro. Il Vertice dell’Aia invierà un chiaro segnale di richiesta all’industria. E l’industria deve soddisfare le nostre ambizioni.

Perciò renderemo la Nato più forte spendendo e producendo di più. E renderemo la Nato più equa riequilibrando il peso della nostra sicurezza. Ogni alleato contribuirà con la sua parte. Tutti noi beneficiamo della protezione offerta dalla nostra Alleanza transatlantica. Ed è fondamentale che ogni membro della Nato faccia la sua parte. Perché l’America ha portato troppo a lungo il suo fardello. Gli alleati dell’America hanno le spalle larghe e l’Europa e il Canada faranno di più per la nostra sicurezza comune. E questo sarà sostenuto dal solido impegno americano nei confronti della Nato.

Oltre a diventare più forte e più equa, la Nato diventerà più letale. State tranquilli: saremo sempre un’alleanza difensiva. Diventare più letali significa rafforzare la nostra deterrenza e la nostra posizione di difesa. Fornire ai nostri militari ciò di cui hanno bisogno per tenerci al sicuro. E dimostrare a qualsiasi aggressore che possiamo e vogliamo colpire più duramente. Con la nostra potenza militare e la nostra determinazione a usarla, se necessario, nessuno dovrebbe nemmeno pensare di attaccarci. 

Il presidente Vladimir Putin non si comporta come una persona interessata alla pace. La Russia continua a colpire obiettivi civili in Ucraina, giorno dopo giorno, notte dopo notte. Questa è violenza, per il gusto della violenza. Sosteniamo pienamente gli sforzi del presidente Trump per fermare lo spargimento di sangue. Il popolo ucraino merita una pace giusta e duratura. Il sostegno pratico e politico della Nato all’Ucraina continua. Il nostro sostegno a lungo termine non consiste nel prolungare la guerra. Si tratta di aiutare l’Ucraina a difendersi oggi e a prevenire qualsiasi aggressione futura. La Nato è al fianco dell’Ucraina ora, e nelle sfide che ci attendono. 

In un’epoca di incertezza, un forte legame transatlantico è essenziale. E l’impegno costante di tutti gli alleati della Nato a rispettare l’articolo 5, secondo cui un attacco a uno è un attacco a tutti, invia un messaggio potente. Ci difenderemo da qualsiasi minaccia, da qualsiasi direzione. La storia ha dimostrato che il nord America e l’Europa, lavorando insieme, sono una combinazione vincente. La sede del nostro vertice all’Aia è Churchillplein – Piazza Churchill. Il suo spirito da bulldog è vivo oggi nella Nato. Abbiamo la fiducia, l’impegno e il coraggio di fare tutto il necessario per proteggere il nostro stile di vita. Non ci sono seconde possibilità quando si tratta della nostra sicurezza. Per questo motivo, ci presenteremo all’Aia. Gli amici potranno essere sinceri l’uno con l’altro. E ci saranno decisioni difficili da prendere. Ma non perdiamo di vista la posta in gioco. La sicurezza di un miliardo di persone, su entrambe le sponde dell’Atlantico. Insieme, garantiremo la pace attraverso la forza. Insieme, renderemo la nostra Alleanza più forte, più equa e più letale. E insieme costruiremo una Nato migliore. Grazie.