editoriali
Anche l'Olanda sospende Schengen
Il pericolo del sovranismo delle frontiere chiuse per l’Ue (e per l’Italia)
Dopo la decisione dello scorso settembre della Germania di sospendere Schengen e reintrodurre i controlli alle frontiere con i nove paesi vicini per bloccare i flussi di migranti, è arrivato il turno dei Paesi Bassi. Lunedì il governo olandese ha annunciato che dal prossimo 9 dicembre reintrodurrà per sei mesi i controlli alle sue frontiere per frenare l’immigrazione regolare. Anche la Norvegia ha deciso di prorogare la sospensione all’accordo europeo fino a dicembre.
Gli stati membri sono autorizzati a ripristinare temporaneamente i controlli alle frontiere interne dell’Ue per rispondere a una minaccia grave per l’ordine pubblico o la sicurezza interna, ma questo, oltre che un brutto colpo alla coesione europea, significa scaricare i problemi sui paesi vicini innescando una reazione a catena fino ai paesi di primo ingresso. Nel caso dei Paesi Bassi poi, più che di ragioni gravi – il numero dei rifugiati sta diminuendo e quest’anno sarà ben al di sotto delle stime – si tratta dell’agenda del Partito per la Libertà (Pvv), il partito sovranista che ha conquistato la maggior parte dei seggi alle elezioni olandesi e che da oltre dieci anni chiede la chiusura delle frontiere e il “regime per i rifugiati più duro di sempre”.
Il leader di ultradestra del Pvv, Geert Wilders, ha festeggiato l’annuncio della sospensione del Trattato sui social: oltre ai controlli aggiuntivi al confine tra Olanda, Germania e Belgio verrà sospeso il diritto dei rifugiati a permessi di residenza permanenti e ci saranno rimpatri in zone “sicure” della Siria. Il possibile effetto domino dei paesi sovranisti – uno dopo l’altro annunciano la reintroduzione delle frontiere interne – è un rischio per l’Italia. Il trattato di Schengen è in pericolo e il governo Meloni dovrebbe combattere il sovranismo delle frontiere chiuse, nemico del nostro interesse nazionale.
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