antisemitismo

C'è la Russia dietro alla vandalizzazione del Memoriale della Shoah di Parigi

Mauro Zanon

Il Canard enchaîné ha rivelato come gli investigatori della polizia parigina siano sempre più convinti che l’atto di vandalismo perpetrato nella notte tra il 13 e il 14 maggio, le mani sporte di sangue disegnate sul Muro dei Giusti, sia un “colpo di Mosca” volto a destabilizzare la Francia

Parigi. Dietro le mani rosse con cui è stato vandalizzato il Muro dei Giusti al Memoriale della Shoah di Parigi, riferimento diretto al massacro da parte della folla palestinese di due riservisti israeliani a Ramallah il 12 ottobre 2000 all’inizio della Seconda Intifada, potrebbero esserci le mani russe. Secondo quanto rivelato dal Canard enchaîné nella sua ultima edizione, gli investigatori della polizia parigina sono sempre più convinti che l’atto di vandalismo perpetrato nella notte tra il 13 e il 14 maggio sia un “colpo di Mosca” volto a destabilizzare la Francia: alla stregua di quanto accaduto lo scorso autunno nel Quattordicesimo arrondissement di Parigi, quando vennero dipinte una sessantina di stelle di David sui muri di case e negozi gestiti da cittadini di confessione ebraica.

 

Attraverso l’analisi delle immagini di videosorveglianza e dei tabulati telefonici, gli investigatori hanno identificato due tagger vestiti di nero intenti a dipingere una ventina di mani rosse sul Muro dei Giusti tra le 3 e le 4 di notte, e un complice responsabile di aver filmato la scena. I tre uomini, tutti con cittadinanza bulgara, alloggiavano in un hotel del Ventesimo arrondissement di Parigi, ossia a nord-est della capitale. Stando a quanto ricostruito dalla polizia parigina, i tre avrebbero lasciato la capitale a bordo di un Flixbus diretto a Bruxelles subito dopo aver profanato il Muro dei Giusti, su cui sono incisi i nomi di circa 4.000 uomini e donne che hanno contribuito a salvare gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale. Insomma, siamo di fronte allo stesso modus operandi delle due coppie di moldavi che, pilotate da un uomo d’affari della stessa nazionalità e con simpatie putiniane, avevano imbrattato di stelle di David i muri del Quattordicesimo arrondissement, ma anche di Saint-Ouen, Aubervilliers e Saint-Denis: cittadini dei paesi dell’est Europa mandati nella capitale per qualche giorno, con un alloggio in un piccolo albergo discreto, che facevano filmare le immagini dell’atto di vandalismo a una terza persona, per poi ripartire in fretta e furia in autobus per il Belgio.

 

A febbraio, in una nota confidenziale rivelata dal Monde, l’intelligence interna francese (Dgsi) aveva affermato che l’operazione dello scorso autunno era stata architettata senza dubbio dai servizi di sicurezza russi. “Dall’espulsione, il 4 aprile 2022, di una quarantina di spie travestite da diplomatici all’interno dell’ambasciata russa a Parigi, Mosca è a corto di agenti per portare avanti le sue operazioni di destabilizzazione in Francia. Ciò spiega il ricorso a subappaltatori moldavi o bulgari che arrivano giusto il tempo di portare a termine il lavoro”, ha riferito al Canard enchaîné un alto funzionario esperto di intelligence. “È un messaggio in codice inviato a Macron per fargli sapere che la Russia può agire sul suolo francese quando e come vuole”, ha aggiunto il funzionario francese. Come sottolineato dal settimanale, le mani rosse sul Muro dei Giusti del Memoriale della Shoah, sono state taggate quindici giorni dopo l’utilizzo dello stesso simbolo da parte degli studenti propalestinesi di Sciences Po, la superscuola delle élite francesi. “L’obiettivo di Mosca? Spaccare l’opinione pubblica francese a colpi di polemiche e intimorirla”, scrive il Canard enchaîné.

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