(foto Getty)

Antisemitismo universitario

La “sionista colonizzatrice” presa per il collo. Scene da Sciences Po

Mauro Zanon

Tra insulti, minacce di morte, e non solo. Le testimonianze di studenti e studentesse ebrei che hanno subito aggressioni verbali e fisiche nel prestigioso istituto francese

Parigi. A inizio marzo, a sostegno della “causa palestinese”, circa sessanta studenti avevano bloccato l’aula magna Émile-Boutmy di Sciences Po Paris, la scuola che forma le élite francesi. Dopo averla occupata e aver appeso una bandiera della Palestina, gli attivisti avevano deciso di ribattezzarla “anfiteatro Gaza”. Poi, non paghi degli slogan anti israeliani che avevano ripetuto nel corso della mattinata, avevano impedito a una studentessa di confessione ebraica di partecipare al dibattito su Gaza, urlando: “Non fatela entrare, è una sionista”. I fatti avevano spinto il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, a reagire con fermezza, e suscitato l’indignazione dell’Ujef, l’Unione degli studenti ebrei di Francia, che parlarono di “linea rossa superata”, chiedendo “sanzioni esemplari” contro i facinorosi che avevano cacciato la loro compagna ebrea. La sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, leader della France insoumise, che da settimane fiancheggia le mobilitazioni pro palestinesi nelle università, aveva minimizzato l’accaduto, dicendo che era un episodio isolato, che si trattava di un tentativo da parte di una certa stampa di delegittimare la protesta. Ma secondo quanto rivelato ieri su X dall’Ujef il problema dell’antisemitismo sarebbe molto più vasto e radicato a Sciences Po.

L’associazione studentesca ha infatti pubblicato una serie di testimonianze di studenti e studentesse ebrei che hanno subìto aggressioni antisemite verbali e fisiche nei vari campus del prestigioso istituto francese. Fra le testimonianze, spicca quella di una ragazza, Esther, studentessa nella succursale di Sciences Po a Mentone, che è stata chiamata “sionista colonizzatrice” prima di essere presa per il collo da uno dei suoi compagni di classe. L’aggressore l’avrebbe anche minacciata con queste parole: “Ti faremo quello che facciamo a loro a Gaza”. Un’altra studentessa ebrea ha raccontato di aver ricevuto minacce di morte: “Una ragazza ha visto la mia collana con la stella di David e mi ha detto: ‘Non dire che sei ebrea, X ti ucciderà’”. Gli insulti e le minacce antisemite includevano luoghi comuni e battute di pessimo gusto come: “Siete voi che manipolate e controllate i media”, “Ah, ma non siete tutti ricchi?”, “Con le vostre origini, avrete un pass Interrail gratuito per la Polonia”, o “La lotta contro l’antisemitismo è un po’ come la lotta antirazzista dei borghesi vero?”.

Sciences Po ha sette campus in tutta la Francia: Parigi, Poitiers, Digione, Nancy, Reims, Le Havre e Mentone. In quest’ultimo, è stato registrato il più alto numero di derive antisemite. Secondo il responsabile delle relazioni con la stampa dell’Ujef, Mentone è la succursale “dove ci sono più problemi”. Le sue affermazioni sono state in parte confermate dalla direzione di Sciences Po Mentone. Contattata da France 3 Provence-Alpes-Côte d’Azur, la scuola ha riconosciuto infatti che “la situazione è molto complicata nella succursale per molti studenti ebrei”. “Questo campus è stato creato per riunire i giovani del Mediterraneo”, ha dichiarato l’istituto, che continua a sostenere “la pace”, “anche se è diventato molto più difficile dopo l’attacco del 7 ottobre”. Per arginare il problema, Sciences Po Menton avrebbe incaricato una persona di raccogliere le segnalazioni di atti antisemiti nel campus e di trasmetterle alla direzione al fine di sanzionare i colpevoli. Secondo quanto riportato da France 3 Provence-Alpes-Côte d’Azur, molti studenti ebrei, inoltre, non sarebbero più invitati alle feste studentesche e gli altri allievi si rifiuterebbero di includerli nei lavori di gruppo.

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