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editoriali

Lo Stato islamico si fa beffe di Mosca

Redazione

La quinta rivendicazione dell'attentato al Crocus City Hall da parte dell'Isis-K non ha frenato la propaganda russa. Nel tentativo di scaricare le colpe sull'Ucraina, il protavoce Peskov chiama Zelensky: un particolare tipo di ebreo

Lo Stato islamico ha rivendicato per la quinta volta l’attentato all’auditorium Crocus di Mosca scrivendo: “Dopo una sconfitta clamorosa, la Russia non ha trovato altra scelta che rivolgere accuse di collusione contro i suoi nemici sul campo occidentale per evitare di ammettere il suo grande fallimento”.  

La battaglia comunicativa tra il Cremlino e lo Stato islamico è inedita, questa volta lo scaricabarile delle colpe è riuscito piuttosto male alla propaganda di Mosca, irrisa persino dai terroristi. Durante una conferenza stampa con il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, una giornalista ha domandato: “Considerate ancora plausibile che gli attentatori possano essere legati alla leadership ucraina, considerando che è guidata da un ebreo?”. Peskov ha risposto: “Beh, quella persona è un tipo particolare di ebreo, un ebreo che, in molti modi, mostra una simpatia, che gravita verso lo spirito nazionalista che ha permeato il regime di Kyiv”.

Peskov si è reso conto di non essere stato convincente e ha proseguito:  “Ma ripeto ancora una volta che finché l’indagine è in corso, nessuna autorità  può  rilasciare dichiarazioni al riguardo. Vi consiglio di rileggere con molta attenzione le dichiarazioni rilasciate dal presidente Putin negli ultimi due giorni”. Per non dire troppo e non dire poco, Peskov ha consigliato di leggere Putin, bastano queste parole per capire come le autorità russe siano alla ricerca di una frottola convincente, non sanno più cosa dire, quindi: leggete Putin che non sbaglia mai. Il “particolare tipo di ebreo”, come ha detto Peskov, ha sempre dato molto fastidio al Cremlino che ha chiamato la guerra “operazione speciale per denazificare l’Ucraina”. Zelensky è una smentita vivente di ogni parola di Mosca. 

A maggio del 2022, intervenendo al programma Zona Bianca di Rete 4, il ministro degli Esteri Sergei Lavrov aveva detto che forse pure Hitler era ebreo e che i più grandi antisemiti sono proprio gli ebrei. Dovette scusarsi Putin in persona, ma l’antisemitismo della leadership russa è un tic sempre più difficile da tenere a freno.

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