Un manifestante brucia dei rifiuti davanti alle istituzioni europee a Bruxelles - foto Ansa

I contadini nella capitale europea

Gli agricoltori in rivolta a Bruxelles ottengono concessioni e appoggi

Pietro Guastamacchia

Davanti all’onda d’urto dei manifestanti principalmente fiamminghi, spagnoli e italiani la Commissione europea ha annunciato una serie di regali al settore agricolo per calmare la cosiddetta "collera rurale" e a finire nel tritacarne è stato sia il Green Deal sia la solidarietà all’Ucraina

Bruxelles. La capitale europea è stata bloccata oggi dai falò in piazza e dai fumogeni tirati fin dentro ai palazzi del potere dagli agricoltori che sono riusciti a mandare in panico l’esecutivo dell’Unione europea e a ottenere dalla Commissione molte concessioni. Davanti all’onda d’urto dei manifestanti principalmente fiamminghi, spagnoli e italiani che hanno imperversato per le vie di Bruxelles, la Commissione europea ha annunciato una serie di regali al settore agricolo per calmare la cosiddetta “collera rurale” e a finire nel tritacarne è stato sia il Green Deal, l’ambizioso piano di transizione verde simbolo della Commissione di Ursuala von der Leyen, sia la solidarietà all’Ucraina e ai suoi agricoltori.

 

  

Tra le concessioni infatti c’è un’apertura agli stati membri sulla possibilità di bloccare le importazioni di cereali ucraini, anche a livello nazionale, e la possibile reintroduzione un sistema di quote per tre prodotti agricoli considerati “sensibili” per la Francia e altri paesi: pollame, uova e zucchero. Qualche ora fa inoltre è arrivato anche l’incontro tra Ursula von der Leyen, il premier belga Alexander De Croo e il premier olandese Mark Rutte e i rappresentanti delle maggiori associazioni di agricoltori, giunti al tavolo con i gilet gialli e verdi delle loro sigle sindacali. Von der Leyen è stata conciliante: “Stiamo affrontando delle sfide a breve termine e lavoreremo con la presidenza dell’Ue del Belgio per ridurre gli oneri amministrativi e affrontare le sfide strutturali”.

 

   

A far vacillare la Commissione non è soltanto la protesta in strada ma anche, anzi soprattutto, la pressione dei governi dei 27 che temono il collasso dei consensi davanti alle proteste nelle rispettive capitali. Il più preoccupato davanti alla rabbia degli agricoltori è  il presidente francese Emmanuel Macron che, spiegano a Bruxelles, si è anche speso personalmente per garantire un congelamento dei negoziati per l’accordo commerciale tra Unione europea e Mercosur. L’accordo di libero scambio con l’America del sud  era  diventato infatti uno dei motivi centrali delle proteste in Francia a causa della potenziale concorrenza di prodotti come la soia o la carne di manzo.

 

  

Ora, mentre gli agricoltori si godono le concessioni ottenute dall’Ue, tra i leader europei si fa a gara per appendere il cappello sugli specchietti dei trattori che ingolfavano l’espalande di fronte al Parlamento europeo con anche una visita lampo del premier ungherese, Viktor Orbán, arrivato a felicitarsi con gli agricoltori accampati nel gelo della notte belga. Parole di solidarietà sono arrivate anche dalla premier italiana, Giorgia Meloni: “Sono stata un leader politico di partito che in Ue ha votato contro gran parte delle questioni criticate ora dagli agricoltori”, ha detto: “Ho chiesto di fare sforzi maggiori ma un cambio di linea potrà arrivare dopo le elezioni europee sperando prevalga un approccio diverso da quello ideologico visto finora”, ha aggiunto Meloni  proiettata verso la campagna elettorale. Anche dalla Lega nessuno ha voluto perdersi la passerella agricola: “Le proteste degli agricoltori non possono e non devono essere ignorate. Di fronte a queste proteste, Bruxelles dovrebbe iniziare a fare autocritica”, hanno spiegato gli eurodeputati del Carroccio: “Quanto sta accadendo è il risultato di anni di scelte politiche sbagliate da parte dell’Ue”.
  

Queste parole non sono sfuggite all’opposizione e a ribattere è stato Nicola Zingaretti, arrivato a Bruxelles per firmare l’accordo tra la sua Pd “Demo”, da lui diretta, e la rete delle fondazioni socialiste Feps. "Agli esponenti del governo in piazza oggi con gli agricoltori dico che più che andare in piazza a denunciare problemi non risolti, dovrebbero risolverli”, ha detto l’ex segretario del Pd, parlando appoggiato a una vetrata dell’Eurocamera da cui si vedeva fuori uno striscione appeso tra due trattori che dice “fermate il libero mercato”, che sostanzialmente vorrebbe dire smontare l’Unione europea.

   

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