Trattori bloccano l'autostrada A15 alla periferia di Parig (Foto di Telmo Pinto via Getty Images) 

Agricoltori 3 - Ue 0: il Mercosur in pausa per placare la collera rurale

David Carretta

Sotto la pressione di Emmanuel Macron e di altri leader, la Commissione sospende le trattative per l'accordo di libero scambio con il Mercosur. Annunciate “salvaguardie nazionali” per bloccare le importazioni di cereali ucraini

Bruxelles. Gli agricoltori sono per l’Unione europeo ciò che i tassisti sono per l’Italia. Che si tratti dell’Ue geopolitica, del sostegno “incrollabile” all’Ucraina o della sostenibilità degli ecosistemi, nulla conta più della collera rurale. Ancor più se gli agricoltori assediano Parigi, bloccano le strade di mezza Europa e minacciano di marciare con i trattatori su Bruxelles, dove domani si terrà un Consiglio europeo straordinario sugli aiuti finanziari a Kyiv.

 

Sotto la pressione di Emmanuel Macron e di altri leader, Ursula von de Leyen ha ceduto su tutti i fronti. Ieri la Commissione ha confermato di aver messo di fatto in pausa i negoziati per concludere un accordo di libero scambio con il Mercosur, partner commerciale considerato strategico per materie prime ed esportazioni, che l’Ue vorrebbe sottrarre all’influenza della Cina. Oggi la Commissione introdurrà delle “salvaguardie” sulle importazioni di prodotti agricoli dall’Ucraina, provocando un danno a un’economia già messa in ginocchio dalla guerra della Russia. Domani la Commissione proporrà una nuova proroga alla deroga sulla messa a riposo del 4 per cento dei terreni coltivati, che era stata decisa per tutelare gli ecosistemi con incentivi finanziari. Agricoltori tre, Ue zero.

 

Lo stop ai negoziati con il Mercosur rappresenta un duro colpo per l’agenda di von der Leyen, che vuole usare il commercio con paesi amici per proiettare la forza dell’Ue nel mondo. I negoziati con Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay erano in difficoltà, ma stavano comunque facendo progressi. Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, era pronto a volare in Brasile la prossima settimana per chiudere l’accordo. Ma la rivolta degli agricoltori in Francia ha cambiato tutto. Il presidente Emmanuel Macron e il suo primo ministro, Gabriel Attal, hanno deciso di fare del Mercosur il bersaglio per calmare la rabbia dei loro agricoltori.

 

L’Eliseo ha spiegato che, dopo una telefonata di Macron a von der Leyen, “la Commissione europea ha compreso che era impossibile arrivare a una conclusione nel contesto” delle proteste. Secondo l’Eliseo, von der Leyen ha dato istruzione “ai suoi negoziatori di mettere fine alle sessioni di trattativa che erano in corso in Brasile e in particolare la visita potenziale del vicepresidente della Commissione in caso di una conclusione”.

 

Ieri il portavoce della Commissione ha confermato una sospensione di fatto delle trattative. Con il Mercosur “l’Ue continua a perseguire il suo obiettivo di raggiungere un accordo che rispetti gli obiettivi europei in materia di sostenibilità e  le nostre sensibilità in materia agricola”. Ma “al momento attuale la valutazione della Commissione è che le condizioni per concludere i negoziati con il Mercosur non sono riunite”, ha detto il portavoce.

 

Non meno simbolica del Mercosur è l’Ucraina, che l’Ue dice di voler aiutare in tutti i modi per sopravvivere alla guerra di Vladimir Putin. All’inizio del conflitto, aveva deciso di abolire dazi e quote delle importazioni agricole per far uscire il grano e altri prodotti. Per l’Ucraina, più esportazioni significano più pil, più entrate e più valuta pregiata. Ma uno degli effetti secondari è stato un aumento delle importazioni dei cereali nei mercati dei paesi dell’Ue confinanti. La Commissione prima ha approvato aiuti per oltre 150 milioni di euro per Polonia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Slovacchia. Poi ha chiuso un occhio sugli embargo nazionali imposti unilateralmente da questi paesi, in violazioni delle regole dell’Ue. Ora anche la Francia chiede un intervento, in particolare contro polli, uova e zucchero. La Commissione oggi adotterà “salvaguardie nazionali” che permetteranno ai governi di bloccare le importazioni sui loro mercati dei cereali ucraini. Inoltre, dovrebbe reintrodurre delle quote per le importazioni a dazio zero su polli, uova e zucchero.

 

“C’è un equilibrio da rispettare tra la necessità assoluta di sostenere l’Ucraina e la necessità assoluta di fare in modo che l’insieme dei cittadini europei appoggi queste misure e  passa dalla presa in conto dell’impatto che questa crisi ucraina può avere su di noi nell’Ue”, ha spiegato il portavoce della Commissione. Quanto alla proroga sull’obbligo di maggese, a settembre nel discorso sullo Stato dell’Unione von der Leyen aveva espresso la necessità di “superare la frattura che sembra aggravarsi tra gli imperativi in materia di protezione del clima e dell’ambiente e gli imperativi della protezione dell’agricoltura e del sistema agro-alimentare”, ha detto il portavoce. Nemmeno il Green deal può sopravvivere alla vacca sacra dell’agricoltura.