l'organizzazione del summit

Il G7 last minute di Meloni: sito ancora offline e lista degli invitati da fare

Giulia Pompili

Passati venti giorni dall’inizio della presidenza italiana, su g7italy.it c’è ancora un conto alla rovescia. I candidati a essere invitati al vertice aspettano la comunicazione per organizzare le delegazioni

Ultima modifica: 8 gennaio 2024. Il lunedì più lunedì di tutti, quello in cui si rientra dalle festività natalizie che solo in Italia durano fino al 6 gennaio. Chi apriva il sito internet del G7 della presidenza italiana prima di quel giorno trovava molti dettagli online, ma dell’edizione precedente ospitata dall’Italia, quella nel 2017. Poi il webmaster dev’essere tornato dalle ferie, e ha messo online alcune notizie di base: anzitutto il logo di questo vertice, un ulivo di prodiana memoria, “tra gli alberi più diffusi e identificativi del paesaggio italiano e mediterraneo”. Poi un breve comunicato con le priorità dell’agenda: la guerra in Ucraina e quella in medio oriente, l’Africa e le questioni migratorie – gli osservatori internazionali sanno che il Piano Mattei è considerato una priorità di politica estera di Palazzo Chigi, ma la domanda più frequente che pongono è: che cos’è concretamente? E come può essere coinvolto il G7? Poi, naturalmente, l’Intelligenza artificiale, quello sì tema condiviso e sul quale alla riunione dello scorso anno  i Grandi della terra avevano deciso di arrivare a linee guida comuni. Ma oggi, passati venti giorni dall’inizio della presidenza italiana, su www.g7italy.it c’è ancora un conto alla rovescia: quello per la messa online del sito ufficiale che non arriverà prima di martedì prossimo. 

 


E insomma parte con un po’ di confusione già dalle premesse la presidenza italiana del vertice considerato tra i più importanti degli ultimi anni. Confusione che si registra nelle chiacchiere con i funzionari delle ambasciate interessate a Roma: probabilmente funzionerà come al G20 del 2021, commenta una fonte  di un paese G7 al Foglio, “alla fine tutto si risolverà, ma tutto sarà fatto all’ultimo minuto”. Del resto il G20 è considerata una riunione che “si organizza da sola”, ma il G7 ha un significato tutto diverso: è una vetrina, un esame di stato, fino al vertice che metterà insieme nella stessa stanza pugliese  Biden,  Kishida,  Macron,  Scholz,  Sunak, Trudeau, i leader dell’Ue e un numero imprecisato di paesi ospiti. 

 


Ecco, quest’ultimo è forse l’aspetto più politico di questo inizio un po’ confuso: venti giorni dopo l’inizio dell’anno, nessuno sa quali saranno i paesi invitati dal governo a partecipare al G7. Nella prassi diplomatica, gli inviti sarebbero dovuti arrivare già da qualche settimana, per dare il tempo alle delegazioni di organizzare le missioni ma anche e soprattutto perché i paesi invitati mostrano l’indirizzo politico che si vuole dare alla propria presidenza. L’anno scorso il Giappone invitò l’Australia, il Brasile, le Comore, in quanto presidente di turno  dell’Unione africana, le  Cook, presidente del Forum delle isole del Pacifico, l’India, presidente del G20, l’Indonesia  dell’Asean, e poi  Corea del sud e  Vietnam: il G7 giapponese voleva dare rilevanza alla regione dell’Indo-Pacifico. E Meloni? Pare che nessuno sappia ancora nulla. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato di due paesi potenzialmente invitati: Australia e Nuova Zelanda. Una scelta curiosa, non tanto per l’Australia quanto per la Nuova Zelanda, un paese di 5 milioni di persone con un’influenza politica imparagonabile con altre potenze della regione. “Probabilmente un favore al Five Eyes” si dice in giro, il consorzio d’intelligence di cui fanno parte i due paesi dell’Oceania con Canada, Regno Unito e Stati Uniti. Ma ha davvero bisogno di riunirsi in Puglia, il Five Eyes?

 

Seul si aspetta un invito, per riequilibrare la presenza dei paesi asiatici, ma anche l’India di  Modi – e non solo per il Melodi, la coppia politica più amata sui social indiani. E poi c’è l’Ucraina, ma anche di nuovo il Brasile, presidente di turno del G20. E il Laos presidente di turno dell’Asean? Ma soprattutto l’Africa, a cui Meloni vorrebbe dare rilevanza: la presidenza di turno del comoriano Azali Assoumani è in scadenza, la nuova presidenza per il 2024 se la contendono Algeria e Marocco, e forse al vertice Italia-Africa della prossima settimana ci saranno bilaterali per chiarire alcune posizioni – Meloni ha molto a cuore, per ragioni di militanza giovanile, la questione del Sahara occidentale e del popolo  sahrawi che chiede l’indipendenza dal Marocco, e il primo ministro marocchino Aziz Akhannouch accusa l’Algeria del presidente Abdelmadjid Tebboune di fomentare gli scontri nella regione. Insomma, la questione politica del G7 italiano è ancora molto appesa, mentre diverse ambasciate sono in attesa di prenotare gli hotel per le delegazioni. 

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.