(foto EPA)

bruxelles

L'Ue affonda nel Mar Rosso. Le divisioni su una missione utile che fa gli interessi europei

David Carretta

L’Europa è il continente più esposto alle ripercussioni del deterioramento della sicurezza nella regione. Eppure non tutti i paesi dell'Unione considerano la minaccia sufficiente da mobilitarsi al fianco di Stati Uniti e Regno Unito per fermare gli houthi

Bruxelles. Mentre l’Unione europea si divide su una mini missione navale nel Mar Rosso, il commissario Paolo Gentiloni ieri ha lanciato il primo avvertimento sulle conseguenze degli attacchi degli houthi contro questa rotta commerciale cruciale per l’Europa. “C’è una crescente preoccupazione per i rischi al ribasso causati dalle tensioni geopolitiche, e in particolare da ciò che sta accadendo nel Mar Rosso”, ha detto Gentiloni a margine dell’Eurogroppo. Queste tensioni “per il momento non sembrano creare conseguenze sui prezzi dell’energia e sull’inflazione, ma riteniamo che debba essere monitorato molto attentamente perché queste conseguenze potrebbero materializzarsi nelle prossime settimane”, ha aggiunto il commissario all’Economia. Il Comando centrale degli Stati Uniti ieri ha confermato che una nave portacontainer di proprietà americana e bandiera delle Isole Marshall, la Gibraltar Eagle, è stata colpita da un missile houthi al largo di Aden. Nel frattempo il Qatar, il secondo fornitore di gas naturale liquefatto (Gnl) dell’Ue dopo gli Stati Uniti, ha sospeso l’invio di metaniere attraverso lo stretto di Bab el-Mandeb. Eppure non tutti nell’Ue considerano la minaccia sufficiente da mobilitarsi al fianco di Stati Uniti e Regno Unito per fermare gli houthi.

L’Europa è il continente più esposto alle ripercussioni del deterioramento della sicurezza nel Mar Rosso. Gentiloni ieri ha evocato la possibilità di un’impennata dei prezzi dell’energia che non si è ancora materializzata. Nel frattempo, le conseguenze si fanno già sentire nel settore automobilistico. Tesla ha annunciato la sospensione della produzione di veicoli elettrici in Europa tra il 29 gennaio e l’11 febbraio a causa dello “allungamento considerevole dei tempi di trasporto” delle componenti in provenienza dall’Asia. Il costruttore svedese Volvo, di proprietà della cinese Geely, dovrebbe sospendere la produzione per tre giorni. Quattro grandi armatori europei (Msc, Maersk, Cma Cgm e Hapag-Lloyd) evitano il Mar Rosso e passano dal capo di Buona speranza. Il timore è che si riproducano le interruzioni alla catena di approvvigionamento  che si erano presentate nel marzo del 2021, quando la portacontainer Ever Given si incagliò nel canale di Suez. Ma per un periodo molto più lungo.

L’Ue aspira a essere un attore geopolitico che difende i suoi interessi. Eppure, quando la scorsa settimana gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno lanciato i loro attacchi mirati sugli obiettivi houti in Yemen in risposta ai loro missili e ai droni nel Mar Rosso, i ventisette hanno reagito in ordine sparso. I Paesi Bassi hanno fornito assistenza all’operazione. Germania e Danimarca si sono unite agli olandesi, firmando la dichiarazione congiunta a sostegno degli attacchi. Anche la Repubblica ceca ha espresso il suo appoggio. Ma altri stati membri – tra cui Francia, Italia e Spagna – hanno rifiutato di sottoscrivere l’avvertimento dei firmatari: “Non esiteremo a difendere vite umane e a proteggere il libero flusso del commercio in una delle vie navigabili più critiche del mondo”. Anche sulla proposta di lanciare una nuova operazione navale dell’Ue nel Mar Rosso, i ventisette sono divisi. In un’intervista al País il premier Pedro Sánchez ha escluso una partecipazione della Spagna.

La missione navale potrebbe essere approvata dai ministri degli Esteri dell’Ue lunedì 22 gennaio.  L’obiettivo è ristabilire la sicurezza e la libertà di navigazione nell’area. E’ la Germania che sta spingendo di più. Gli altri grandi stati membri preferiscono scortare i loro mercantili. Il Servizio europeo di azione esterna, diretto da Josep Borrell, sta lavorando a una missione molto limitata: tre cacciatorpediniere o fregate antiaeree con capacità multi-missione a partire da marzo. Interrogato sulle ragioni del boicottaggio della Spagna, Sánchez ha risposto che il suo paese è già impegnato a guidare la missione navale antipirateria Atalanta, che opera al largo del Corno d’Africa. Madrid non ha voluto dirottare Atalanta verso il Mar Rosso. La stampa spagnola ha evocato ragioni di politica interna (la coalizione con l’estrema sinistra di Sumar). Sánchez, inoltre, guida il campo pro palestinese nell’Ue. Borrell incarna la linea di chi, dentro l’Ue, vuole mantenere un’equidistanza tra l’Iran e gli Stati Uniti per il timore di una conflagrazione regionale

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