Nell’aprile 1945, con il regime nazista agli sgoccioli, Berlino accerchiata e in rovine, i nazisti avevano scelto nei campi di concentramento 139 prigionieri da scambiare con salvacondotti per i capi del regime. Non chiedevano più un impossibile cessate il fuoco. La sconfitta del Reich era ineluttabile. Volevano a quel punto solo salvarsi la pelle. Non gli importava più nulla della sorte di quel che restava della Wehrmacht, né del popolo tedesco. “Un popolo che non vuole combattere eroicamente per la propria sopravvivenza merita di perire” continuava a delirare Hitler negli ultimi giorni nel bunker catacomba sotto la Cancelleria. Anche i tedeschi erano tutti suoi ostaggi. Men che meno gli importava degli ultimi sopravvissuti nei campi di sterminio. Quelli non valevano più nulla, nemmeno come merce di scambio. Sino all’ultimo cercarono di eliminarli, far sparire le prove.
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