Peter Thiel (AP Photo/Carolyn Kaster) 

il nuovo corso

Il fondatore di PayPal ci ripensa: sostenere Trump è stato “folle” e “pericoloso”

Pietro Minto

Peter Thiel, eminenza oscura della Silicon Valley, molla l'ex presidente: basta dare soldi alla sua campagna. E all'Atlantic spiega le sue ragioni. Inevitabile sospettare che l’intervista sia un tentativo di riscrivere la storia recente da parte di una figura controversa

Qualche mese fa Peter Thiel, co-fondatore di eBay e tra i primi investitori di Facebook (compare anche in “The Social Network”), l’ha dovuto dire, al telefono, a Donald Trump: “No, non darò più soldi alla tua campagna elettorale”. Il rifiuto ha stupito i più – Trump in primis, che prima si è detto deluso, per poi liquidarlo in privato come “una fottuta canaglia” – ma è parte del nuovo corso di Thiel, che ha deciso di allontanarsi dalla politica. Lo ha confermato anche in un’intervista rilasciata a un incredulo giornalista dell’Atlantic, Barton Gellman, che ha potuto registrare una rarissima apertura da parte di un uomo ritenuto l’eminenza oscura della Silicon Valley, storico sostenitore di Trump nel 2020 e ora lievemente critico nei confronti delle sue stesse azioni: “Mio marito non vuole che io dia altri soldi [ai candidati repubblicani], e ha ragione”, ha detto a Gellman.

  

Thiel ha anche ricostruito il motivo del suo appoggio a Trump. Poco prima delle elezioni, l’imprenditore aveva sostenuto una causa contro il sito di news e gossip Gawker, che anni prima aveva pubblicato un video in cui l’ex wrestler Hulk Hogan faceva sesso con la sua amante. Hogan chiese cento milioni di dollari di danni con una causa che – si scoprì in seguito – fu finanziata dallo stesso Thiel, che desiderava vendicarsi di Gawker dopo che il sito aveva rivelato al mondo la sua omosessualità. Hulk Hogan convinse la giuria e vinse, in un verdetto che mandò in bancarotta Gawker ma diede a Thiel un’illuminazione: forse anche Trump poteva farcela. La scelta di appoggiare l’ex presidente, dice oggi, è stata un errore, perché “è stato tutto più folle del previsto, più pericoloso del previsto”. Un ripensamento che non sembra avergli impedito di sostenere – fino al 2022 – alcuni dei candidati repubblicani più estremi, come J.D. Vance.

  

Thiel sostiene di avere sempre votato per il candidato più pessimista, perché un eccesso di ottimismo sarebbe poco realistico. In questo senso, ha detto, “‘Make America Great Again’ era lo slogan più pessimista degli ultimi cento anni”, e sperava che portasse a un ripensamento nazionale. Inevitabile sospettare che l’intervista di Thiel sia un tentativo di riscrivere la storia recente da parte di una figura controversa, che unisce l’ala destra dei repubblicani ai cyberlibertari della Valley. Nel lungo articolo c’è comunque spazio per quella che sembra essere una dichiarazione sincera: “Votare Trump è stata una richiesta d’aiuto non molto articolata”.

 

Oggi la fortuna di Peter Thiel vale tra gli otto e i nove miliardi di dollari. Buona parte viene dal mezzo milione di dollari dato a un giovanissimo Mark Zuckerberg nel 2004 in cambio del 10 per cento della sua start up d’allora, Facebook; lo stesso anno, fondò assieme ad altri Palantir Technologies, azienda di analisi dei big data i cui servizi vengono usati dall’esercito statunitense, da Credit Suisse (contro il riciclaggio di denaro) e da Ferrari (per la Formula 1). Con la recente esplosione dell’interesse per le IA, inoltre, Palantir avrebbe registrato richieste “senza precedenti” per le sue intelligenze artificiali militari, definite dal ceo della società, Alex Karp, “un’arma che permette di vincere”. Quanto ai molti dubbi e sospetti riguardo all’azienda, lo stesso Karp taglia corto, in pieno stile Thiel: “Tutte le tecnologie sono pericolose. Compresa la nostra”.

 

Ricco, potente e in fase d’allontanamento dalla politica, Peter Thiel sembrerebbe destinato a un sereno pensionamento, ma non è così, perché il miliardario è sempre più concentrato su una sua vecchia ossessione: la battaglia contro la morte. Nel corso degli anni ha investito in diverse start up che promettono di allungare la vita o di congelare i morti in attesa di poterli riportare in vita grazie a tecnologie future. Con una di queste, Alcor Life Extension Foundation, ha da tempo un accordo secondo il quale, se dovesse morire, verrebbe congelato e il suo sangue sostituito con “una soluzione per la preservazione degli organi”. Ma è chiaro che l’obiettivo di Peter Thiel sia di rimanere in vita, in qualche modo, a qualunque condizione.

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